La 456 GT È la Ferrari Più Sottovalutata di Sempre
FERRARI 456 GT
Words Marco Mancino / Photos Ferrari Media
Nel 1992, il Cavallino torna a sfoderare il concetto di gran turismo con motore anteriore, 4 posti e un baule abbastanza spazioso per due set di valigie. Aggiungete poi gruppi ottici anteriori a scomparsa e la sola opzione del cambio manuale – almeno inizialmente – e ci si chiede cosa mai avreste potuto desiderare di più. Molti invocavano però il cambio automatico. Già, perché 30 anni fa e soprattutto su un tipo di vettura principalmente votata per coprire lunghe distanze, il cambio automatico rappresentava la scelta più scontata, ma questo non fu reso possibile sino al 1996.
Che questo sia il vero motivo per cui la 456 GT non abbia mai riscosso il successo e l’apprezzamento meritato non è dato saperlo, ma l’aspetto verso cui nessuno ha mai avuto dubbi è il suo coinvolgimento alla guida. A spingerla troviamo infatti un V12 da 5.5-litri che eroga 442 cavalli a 6.250 giri, con una coppia massima di 550 Nm a 4.500 giri. Il propulsore è goduria per i timpani e per lo spirito e la posizione di guida è sublime, rispecchiando i canoni di una vera gran turismo, con posto guida arretrato e che comunque lascia spazio per due sedili posteriori extra, indispensabili anche per il ferrarista con famiglia al seguito.
Le sue linee, modellate dalla matita di Pietro Camardella della Pininfarina, sono originali e si discostano nettamente rispetto al resto della produzione dell’epoca, rendendo la 456 la Ferrari più insospettabile fra tutte. Dubbi che vengono subito spazzati quando si scatena il dodici cilindri e si hanno a disposizione performance nell’ordine dei 5,5 secondi per lo 0-100 km/h e una velocità massima di 298 orari, il tutto comodamente coccolati da un abitacolo ergonomico e ricco di morbida pelle, con cambio con gabbia a vista, almeno sulla prima generazione e un terzo pedale che oggi ne accentua l’esperienza di guida.
All’epoca, una GT di questo tipo che nonostante le prestazioni mirava ad essere anche molto confortevole, necessitava di una trasmissione automatica e così, nel 1996 Ferrari accontenta i propri clienti, appena prima di aggiornare il modello – nel 1998 – chiamandola 456 M GT, dove “M” sta per “Modificata”. Vennero mantenuti i fari anteriori a scomparsa, ma il paraurti era nuovo, mentre le prese d’aria sul cofano motore sparivano per far posto ad una linea più pulita. L’abitacolo subì una trasformazione più profonda, sostituendo le bocchette dell’aria rettangolari con le nuove tonde, aggiornando la strumentazione e posizionando lo stereo in maniera più comoda, anche per i modelli equipaggiati con cambio manuale a 6 rapporti. Invariato invece il motore. Introdotta sul mercato con un prezzo di almeno €190.000, è possibile trovare oggi una 456 GT ad appena €50.000, senza alcun compromesso sul chilometraggio e la freschezza di carrozzeria e interni. Bisogna solo tener presente che i costi di gestione sono importanti, ma per quanto ci riguarda, la 456 GT resta a tutt’oggi una delle migliori gran turismo sul mercato e soprattutto una tra le Ferrari più ingiustamente sottovalutate di sempre.