Classic Run 2023 | La Fuga Nelle Langhe
Giornate come queste vorresti che non finissero mai. La storia che abbiamo raccontato tutti insieme quest’oggi ha come protagonista un’emozione, un modo di intendere l’amore viscerale per questi oggetti di metallo e benzina che elevano il concetto di libertà a stato di strumento emozionale. È una storia d’amore che trasforma benzina in buonumore, il capitolo che tutti noi dovremmo scrivere sul nostro personale diario dei ricordi chiamato vita.
Testo Alessandro Marrone / Foto Giorgia Rossi
Oggi voglio raccontarvi una storia. Una di quelle caratterizzate da profumi e sapori inconfondibili, emozioni d’altri tempi che affiorano soltanto con il perfetto incastro di alcuni elementi a cui i veri appassionati non possono rinunciare. Puoi sentire quella brezza di inizio settembre che accarezza la pelle sotto un sole che fa risplendere la giornata immersi nelle Langhe, guidando i trenta equipaggi lungo un centinaio di alcuni tra i più scenografici chilometri che potresti mai percorrere nel cuore del Piemonte. La Gentlemen’s Run ha cambiato nome, diventando Classic Run, ma ha mantenuto intatta la capacità di coniugare il piacere di guida alla riscoperta di un territorio di assoluto riferimento e giustamente dichiarato patrimonio UNESCO.
Il 3 settembre si comincia presto e partiamo alla volta di Piozzo con la capote della nostra Morgan Plus Four – gentilmente concessa dalla Romeo Ferraris di Opera – chiusa sopra le nostre teste. Prima del sorgere del sole è necessario anche indossare un giubbotto, in maniera da sconfiggere gli spifferi che si insinuano dentro l’abitacolo alle più sostenute andature autostradali. Una volta raggiunta la location della partenza, sistemiamo la vettura di fronte alla gigantesca “scatola birra” e allestiamo il desk per accogliere i partecipanti. Mentre il sole fa il suo ingresso in scena con tutta calma, gli equipaggi cominciano ad arrivare e posteggiare le vetture su più file, mostrando come il format che dallo scorso anno concede la possibilità di prendere parte alla nostra fuga classica anche con vetture meno anziane sia ampiamente apprezzato anche da chi desidera partecipare con un’auto più moderna rispetto al solito.
La varietà del parco auto è sorprendente ed è impossibile non perdersi nella fantastica esposizione di modelli, mentre gli equipaggi svolgono la fase di accredito e colazione. L’Open Garden Baladin ci spalanca anche le porte guidandoci in una (necessariamente compressa) visita guidata utile per scoprire la storia di un’azienda avanguardistica conosciuta ben oltre i confini nazionali. È tempo di partire e di entrare nel vivo della Classic Run, perché come chiunque abbia preso parte ad uno dei nostri eventi ormai sa bene, la quintessenza di questi driving tour sono i momenti trascorsi al volante. Tutto è studiato al fine di offrire un’esperienza di guida senza precedenti: dalla scelta dell’itinerario più panoramico, a quella di strade in condizioni ottimali e ovviamente ricche di curve. Viene messo il primo timbro sul roadbook e gli equipaggi lasciano Baladin in fila indiana, con la consapevolezza che l’andatura sarà più turistica rispetto al solito per il semplice fatto che ci sono vetture con qualche decennio sulle spalle e che la mission dell’evento stesso è quella di immergersi nella incredibile bellezza delle Langhe, pronte ad accoglierci poche svolte dopo la partenza.
Anticipiamo il gruppo e mentre la fotografa si apposta di fronte al Castello della Volta (Barolo) si comincia ad assaporare quella sensazione unica che gli ordinati vigneti sanno regalare. Non c’è un rumore nell’aria, il sole asseconda una guida top-down e qualche minuto dopo ecco il serpentone di Lancia, Alfa Romeo, Morgan, Jaguar, Ferrari, Caterham, BMW, Mercedes e altre vetture che tra classiche e moderne donano nuovi colori e suoni ad una valle capace di stupire ad ogni svolta. Superiamo una delle tante panchine giganti (La Morra) e si ridiscende in direzione Barolo – questa volta attraversando il centro del paese – replicando con il bellissimo borgo di Monforte d’Alba, raggiungendo così una terrazza panoramica letteralmente affacciata nel bacino più verde della regione.
Primo checkpoint e chi sino a poche ore fa non si era neppure mai incontrato scambia parole e risate dimostrando come l’automobile sia un connettore capace di regalare momenti dal valore umano impossibili da vivere nel mondo virtuale ormai troppo presente nella frenetica vita di ciascuno di noi. Oggi abbiamo staccato la spina, timbrato un altro punto di controllo e siamo ripartiti in direzione Benevello. La fuga procede e ognuno tiene il passo che più reputa consono alla propria vettura, al proprio stile di guida ed al proprio desiderio di fare suo con gli occhi uno splendido paesaggio nel periodo più bello dell’anno. La ciliegina sulla torta non è soltanto una temperatura idonea, ma anche una sostanziale assenza di traffico di qualsiasi tipo. Insomma, le Langhe sono tutte per noi oggi.
Treiso, Barbaresco, Castagnito e poi Guarene, appena prima di attraversare Piobesi d’Alba e Corneliano d’Alba, raggiungendo quindi Pollenzo e varcando l’ingresso della sontuosa location di fine evento: l’Albergo dell’Agenzia. Le vetture vengono così sistemate nell’area riservata antistante la struttura e dopo aver spento un’ultima volta il motore è il momento di accomodarsi a tavola e gustarsi un delizioso pranzo a base di eccellenze locali e con una selezione di vini capace di elevare il fattore gusto, altro aspetto sempre molto curato per questo particolare evento. C’è tempo di chiacchierare, di rilassarsi e godersi la vista delle vetture a due passi dalla nostra sala, premiando gli equipaggi intervenuti con le auto più anziane (VW Karmann Ghia del ’72, Lancia Fulvia del ’74 e quello partito da più distante, con ben 2.333 km dalla porta di casa allo spot di partenza – dalla Svezia – al volante di un’Alfa Romeo 164. Un premio che invece daremo qualche giorno dopo va allo sfortunato equipaggio su Alfa Romeo Alfetta, fermato da un guasto ai freni dopo pochissimi chilometri dalla partenza: a loro va il riconoscimento per essere stata la prima vettura a confermare l’iscrizione e soprattutto per aver preso parte ad ogni edizione della Classic Run fino ad oggi. Si aggiudica un disegno realizzato a mano dall’affermato Wallace Design, autore peraltro della locandina ufficiale dell’evento e del logo applicato sulle t-shirt.
Passeggiare tra le auto parcheggiate è come godersi una mostra a cielo aperto. Mario Ferraris e Michela Cerruti della Romeo Ferraris hanno partecipato con una Caterham e una Morgan Plus Six, mentre dalla Svizzera ci ha raggiunto una rarissima Morgan Aero SuperSports. E poi ancora Jaguar F-Type e XKR, Alfa Romeo 4C, Ferrari 488 GTB e 360 Modena Spider, senza dimenticare BMW M3 Cabrio e Z4 M, Porsche 911 964, FIAT Barchetta, una Mercedes 380 SEC del 1983, un esemplare unico personalizzato dal customizzatore di Café Racer Mr Martini, due Lancia Fulvia, tra cui una speciale Zagato a noi molto cara, Lancia Beta Montecarlo, Delta Integrale e un’Alfa Romeo Duetto che ha dato grande spettacolo tra le curve dopo Barbaresco. E poi tante altre, tutte indiscusse regine di una giornata a misura di appassionato.
In quell’attimo in cui i motori stanno riposando e puoi sentire il ticchettio degli organi meccanici ancora roventi ripensi a quanto questi oggetti ricoprano un ruolo speciale nella vita delle persone. Sono logicamente un veicolo per muoversi da un punto all’altro della mappa, ma sono soprattutto un tramite per dar vita a nuove esperienze e avventure che se condivise con chi fa di questa passione uno stile di vita ricoprono tutto un altro sapore. Giornate come queste vorresti che non finissero mai. La storia che abbiamo raccontato tutti insieme quest’oggi ha come protagonista un’emozione, un modo di intendere l’amore viscerale per questi oggetti di metallo e benzina che elevano il concetto di libertà a stato di strumento emozionale. È una storia d’amore che unisce auto che hanno fatto la storia con altre che rappresentano il meglio della produzione attuale, tutte pronte a ricoprire il ruolo di protagoniste di una storia – la nostra – chiamata vita. E dato che non c’è niente di più prezioso di questo, credo che godersela stringendo un volante che ha il merito di scacciare i cattivi pensieri e lo stress, trasformando benzina in buonumore, sia il capitolo che tutti noi dovremmo scrivere sul nostro personale diario dei ricordi. Alla prossima.