Si tratta di una supersportiva con una tonnellata di potenza, senza nemmeno il lontano odore di elettrico, ibrido o compromesso. La MC20 è nata per tornare a far innamorare gli appassionati, proprio nel momento in cui il mondo dell’auto sembrava aver definitivamente virato in direzione di un triste punto di non ritorno che non conosce passione al sapore di benzina.
MASERATI MC20 FUORISERIE
Testo Alessandro Marrone / Foto Alessio Becker
/fuo·ri·sè·rie/ ovvero autovettura arricchita di una carrozzeria diversa dal comune modello. Una definizione sterile che non rende per nulla l’idea di cosa sia realmente una fuoriserie. Se avvolgiamo il tempo indietro di qualche decennio, ad essere definite “fuoriserie” erano vetture prettamente fuori dall’ordinario, auto da sogno – sportive perlopiù – di quelle che facevano girare la testa a chi le vedeva passare e a chi stava al volante, anche se per ragioni ben differenti. Di fuoriserie oggi ce ne sono fin troppe, ma si tende a individuarle in una nicchia ultra esclusiva, modelli prodotti in serie limitata o addirittura in pezzo unico, venduti per milioni di euro e nella più probabile delle ipotesi destinati a qualche museo o qualche concorso d’eleganza più snob degli altri. Per Maserati la parola “fuoriserie” ha tutta un’altra accezione.
Sono passati 50 anni da quando il tridente di Modena non se ne esce con una sportiva a motore posteriore centrale. Erano i tempi della formidabile Bora, una parzialmente incompresa che a conti fatti non ha altro a che spartire con la nuova MC20, la supersportiva che ha dovuto attendere qualche mese in più del previsto per la sua introduzione al mondo, ma che una volta fatto il suo ingresso in scena ha ricoperto il ruolo di motrice ideale per trainare Maserati verso una nuova destinazione. Maserati Corse 2020 quindi, questo il biglietto da visita per un’auto con look e prestazioni da supercar e guidabilità e comfort da gran turismo. Un bel cocktail che ho pensato di agitare su una delle più tortuose e adrenaliniche strade d’Europa: il Col de la Bonette.
Il passo francese è ormai diventato il mio pellegrinaggio di fine stagione, un rito iniziato qualche anno fa e che attendo con trepidazione un mese dopo l’altro, per poter godere dei colori tendenti all’arancione e di una strada pressoché deserta per via di un’instabilità meteo che ha prontamente causato una frana sul versante meridionale, quello che non prendo in considerazione poiché più stretto e quindi meno veloce. Del resto, si tratta pur sempre di una supersportiva con una tonnellata di potenza, senza nemmeno il lontano odore di elettrico, ibrido o compromesso. La MC20 è nata per tornare a far innamorare gli appassionati, proprio nel momento in cui il mondo dell’auto sembrava aver definitivamente virato in direzione di un triste punto di non ritorno che non conosce passione al sapore di benzina.
Viene così introdotto il nuovo propulsore chiamato Nettuno, un V6 biturbo da 3-litri che si differenzia da qualsiasi unità possiate ritenere simile grazie alla precamera di scoppio, in soldoni una candela extra che anticipando la combustione crea un surplus di potenza, ovviamente a patto che ci siano le condizioni e che sia quindi richiesto dal guidatore. Questa particolare soluzione consente così ad un motore relativamente piccolo in termini di cubatura di erogare una esorbitante potenza e una coppia poderosa. Inoltre, data la sua particolare architettura e leggerezza, è stato possibile sistemarlo molto in basso e perfettamente all’interno dell’asse, così da godere di un bilanciamento dei pesi sorprendente e che si riflette su un handling da paura. La MC20 è zeppa di soluzioni e anche dove fa fronte alla necessità di adoperare un sistema frenante by wire, rende il feeling del pedale freno molto racing, ma al contempo anche di facile interpretazione per un pilota meno esperto.
In modalità GT viene fuori il lato più pratico di una supercar che non ha intenzione di chiedere permesso mentre fa il suo ingresso nel club delle supersportive. Ci sono portiere che si aprono verso l’alto andando quasi a spogliare il telaio che ospita i due occupanti in un eccezionale abitacolo con sedili Sabelt in pelle e Alcantara perfettamente contenitivi, ma anche altrettanto comodi sulle lunghe distanze. Poco importa se il vano bagagli dietro al motore è piccolo e surriscalda, ancora meno se quello anteriore è più simile ad un portadocumenti, perché la MC20 è un libro di emozioni e la copertina è una linea sinuosa come il profilo di una bellissima opera d’arte, maledettamente più veloce di un quadro d’autore. È un’immagine tanto semplice, quanto ammaliante e che rappresenta l’unico valido motivo per cui alle volte ti sarà concesso fermarti, scendere e osservare quanto è bella.
Le appendici aerodinamiche sono intelligentemente integrate e impreziosite dall’ampio utilizzo della fibra di carbonio dell’esemplare Fuoriserie in prova, il quale peraltro sfoggia una livrea verde militare opaco con striscia arancione che ne percorre l’intera carrozzeria. Sarebbe senza dubbio una scelta azzardata questa, ma anche il modo ideale per tributare il giusto omaggio a un oggetto più speciale del solito. I cerchi da 20 sembrano ancora più grandi di quel che sono in realtà, forse perché hanno una spalla estremamente ridotta, o forse perché arrivano a filo dei passaruota, avvolgendo un impianto carboceramico instancabile con dischi autoventilati da 380 mm al posteriore e da 350 mm all’anteriore. Non è un segreto ormai, la MC20 è un capolavoro, un fulmine a ciel sereno pronto a scatenare la tempesta del secolo sul Col de la Bonette.
Ignorando la modalità Wet, aumento il livello di coinvolgimento alla guida impostando prima su Sport e quindi su Corsa, ricordandomi subito che gli pneumatici sono praticamente a fine vita. Per alcuni potrebbe essere un problema, ma io la vedo come l’opportunità di far allargare più facilmente il posteriore, senza sentirmi in colpa per il fatto che l’indomani si dovrà far tappa dal gommista. La Bonette è sempre la stessa, ma è pur sempre in grado di emozionarmi come se mi trovassi qui per la prima volta. Il sole nel cielo si abbatte su un asfalto in perfette condizioni, che non nasconde qualche punto con presenza di terriccio, situazione in cui la Maserati tende a scivolare più del dovuto, nonostante la sensibilità dei pedali e del volante sia precisa come un bisturi chirurgico.
La potenza a disposizione è devastante: 630 cavalli a 7.500 giri, con una curva di coppia continua e che tocca i 730 Nm ad appena 3.000 giri. Il biturbo reagisce non appena lo chiami in causa e ti schiaccia al sedile quasi a volerti fondere con i Sabelt. Resto arpionato al volante, buttando dentro la marcia successiva in maniera da limitare eccessivo pattinamento e permettere alle gigantesche ruote posteriori di mordere l’asfalto a tal punto da lanciarmi verso le curve successive. Nel momento in cui imposti un tornante, senza mai staccare le mani dalla posizione ideale, ti rendi conto che questa Super-GT sa fare dannatamente bene entrambe le cose per cui è stata pensata. Il fatto di farlo in maniera incredibilmente veloce è poi un premio che coloro che oseranno di più apprezzeranno in maniera esponenziale, soprattutto quando il V6 ulula alle montagne con le gomme che sventolano bandiera bianca e fanno scivolare il posteriore da un pendolo all’altro.
Al tempo stesso, evitare di guidarla come se stessi fuggendo da una rapina a mano armata e impostando le curve come vorrebbe un vero pilota, permette di realizzare quanto il peso ridotto ad appena una tonnellata e mezzo e un telaio rigido – ma mai eccessivamente – consentano di macinare chilometri a grandi velocità tenendo piatto e dritto il telaio. Con il passare dei chilometri e l’aumentare dell’altitudine, la strada si fa più polverosa e lo strapiombo a lato invita a mantenere le debite distanze con il bordo della strada. Ecco perché non avrei mai creduto possibile continuare incessantemente a pestare sull’acceleratore, impostando traiettorie e punti di corda del nostro parco giochi preferito, interdetto al traffico grazie alla provvidenziale frana dei giorni precedenti.
I paddle al volante sono godimento allo stato puro. Toccarli con un rapido e deciso cenno delle dita è come una droga, un pizzico che sale e scende attraverso gli 8 rapporti del doppia frizione che anziché svegliarti e riportarti alla realtà continua a farti vivere un sogno ad occhi aperti chiamato Maserati. Che poi ho stampato bene in mente quella volta che ho guidato proprio su questa strada, proprio in questo periodo dell’anno, con una GranTurismo Sport. Anche quella volta è stato fantastico ed è forse proprio grazie a quel magico allineamento di emozioni che ho deciso che ogni fine stagione avrei fatto carte false pur di chiudere le escursioni ad alta quota sul Col de la Bonette. A distanza di anni e con una concezione di auto sportive nettamente differente, mi ritrovo con lo stesso stemma in mezzo al volante che stringo tra le mani, con le medesime forti sensazioni di appagamento. La MC20, nonostante abbia dimostrato di essere anche ottima quando si tratta di attraversare paesi e regioni nel totale relax, non vede in realtà l’ora di strappare l’asfalto, offrendo al guidatore prestazioni assolute. Parliamo di appena 2,9 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h, 7,5 secondi per raggiungere i 180 orari e una velocità massima di 326 km/h. Numeri che fanno impressione, ma mai quanto il vuoto allo stomaco improvviso scatenato da una coppia massima che sembra prenderti a calci e lanciarti giù dal burrone che accompagna la scalata verso il famoso monolite situato a oltre 2.800 metri di altezza.
Avevamo bisogno di un’auto come la MC20, soprattutto perché è una Maserati, la prima interamente realizzata a Modena dopo anni, tanti anni. Avevamo bisogno di una fuoriserie come una squadra ha bisogno del proprio fuoriclasse. Serviva qualcosa di fuori dall’ordinario per riattizzare quel fuoco che sembrava affievolirsi nell’uniformità e nell’anonimato del panorama automobilistico attuale. La MC20 è una di quelle vetture che ti tira giù dal letto prima dell’alba, la scusa migliore per macinare centinaia di chilometri e poggiare le gomme sull’asfalto sacro di qualche montagna. Bentornata nel club Maserati.
MASERATI MC20 FUORISERIE
Motore V6 cilindri Twin-Turbo, 3.000 cc Potenza 630 hp @ 7.500 rpm Coppia 730 Nm @ 3.000 rpm
Trazione Posteriore Trasmissione Cambio Automatico a 8 rapporti Peso 1.550 kg
0-100 km/h 2,9 sec Velocità massima 326 km/h Prezzo da€249.000 (esemplare in prova €410.772)