Ci sono tantissimi modi per incominciare una giornata. Farlo al volante di una Morgan con cambio manuale e senza controllo trazione è il tramite definitivo per risvegliare emozioni a lungo intorpidite dal panorama automotive contemporaneo. La Plus Four è il punto di connessione di due mondi, un portale per un’esperienza di guida che non dimenticherete facilmente. E va anche forte. Ho la vostra attenzione?
Testo Alessandro Marrone / Foto Daniél Rikkard
È una mattina come tante. Non c’è nessun appunto particolare in agenda, nessuna lampadina che si accende nel preciso istante in cui la sveglia interrompe quegli strani sogni che fanno capolino nelle ultime ore di sonno. Dopo essermi alzato da letto, mi lavo e mi vesto, preparandomi per il rito quotidiano che sancisce il vero inizio di una nuova giornata: il caffè. Noto che il barattolo delle capsule è vuoto e nemmeno in dispensa sembra esserci la mia classica scorta di caffeina. Pazienza, stavolta dovrò accontentarmi della moka, ma con stupore misto a fastidio mi rendo conto di non avere neanche quella in casa. L’unica soluzione sembra essere il bar sotto casa, che però è ancora inspiegabilmente chiuso. Sarà forse il giorno di riposo settimanale, o chissà che altro. Il punto è che ho assolutamente bisogno del mio caffè di inizio giornata.
Apro la porta del garage e lei è lì ad aspettare, con quei suoi occhioni tondi che sembrano quelli di un cucciolo pronto a rincorrere il frisbee sino al tramonto. Il mio volto visibilmente assonnato e ancora stordito accenna un sorriso: sono le 5:45 e ho bisogno di un caffè. Salgo a bordo, inserisco la chiave e la Morgan prende vita. Questa è la Plus Four, ovvero la versione equipaggiata con un 4 cilindri turbo da 2-litri BMW che eroga 258 cavalli sotto appena 1 tonnellata di peso (1.150 per la precisione). Su questo modello non disponiamo ancora di controllo trazione e il fatto di avere un cambio manuale a 6 rapporti e il tanto agognato terzo pedale rendono l’esperienza di guida l’alternativa ideale ad un caffè doppio, che unitamente alle strade che percorrerò a breve saranno il modo migliore per rincorrere l’alba a caccia di caffeina.
La Morgan è sempre lei in fin dei conti. Sono passati i decenni ed è cambiata pochissimo, perlomeno a livello estetico, dove ogni centimetro viene fedelmente ripercorso sopra un telaio in alluminio sormontato da profili in legno – le uniche tracce rimaste con le nuove generazioni – assicurando un’esperienza di guida d’altri tempi proprio per il rapporto che è in grado di far instaurare tra guidatore e strada, rendendo l’auto stessa come lo strumento definitivo di connessione con l’asfalto. L’assenza del controllo trazione è poi quel valore aggiunto che mi riporta indietro, a quei tempi in cui avresti potuto guidare in due modi diametralmente opposti, uno dei quali implicava un minimo di padronanza di volante e pedali, soprattutto quando il lungo muso della Morgan decide di puntare verso l’interno della curva. Ma la Plus Four è anche un’ottima compagna di viaggio, sorprendentemente comoda sulle medie distanze, dove apprezzi come i piccoli sedili con zona lombare regolabile mediante apposita pompetta d’aria siano in grado di non costringere a soste durante il tragitto. Lo stesso vale per il tettuccio in tela, il quale chiude piuttosto bene, isolando da pioggia e aria, anche alle andature più sostenute. Certo è che l’isolamento acustico non potrà essere quello di una limousine, ma del resto siamo seduti rasenti al suolo e non ci si trova su una Morgan per altro che non sia il più puro piacere di guida.
Che poi reputo che concentrare i discorsi inerenti a una Morgan su temi come comfort e abitabilità sia fondamentalmente inutile. Non prendete quest’auto per quei motivi, ma per provare ancora una volta cosa significhi sentirsi vivi al volante. E in quanto a sveglia la Plus Four non ha assolutamente nulla di che lamentarsi, dato che i 258 cavalli si sentono tutti. La coppia gode di 350 Nm che entrano in gioco ad appena 1.000 giri, lasciando che le ruote posteriori fatichino a trovare aderenza – se siete voi a volerlo – e concedendo l’ennesimo sorriso sul volto di chi stringe il volante, uno dei pochi richiami alla modernità presente in abitacolo. C’è soltanto lo stretto indispensabile, come un piccolo display digitale con le informazioni principali e la possibilità di connettere lo smartphone. Tutto il resto è quello che conta realmente in un’auto per guidatori, proprio come la leva del cambio manuale, esposta lì in mezzo ai sedili come a voler enfatizzare la propria presenza, oggi più che mai, ricordando che essere il padrone dei cambi marcia è ancora qualcosa capace di farci provare un brivido lungo la schiena.
Le differenze con la Plus Six non sono soltanto a livello estetico, ma si percepiscono a livello dinamico sin dai primi metri. Qui ti senti letteralmente parte della vettura, ogni movimento è come se fosse interconnesso tra il telaio e il fondoschiena. L’assenza di aiuti alla guida rende l’aumento dell’andatura direttamente proporzionale all’attenzione che si deve prestare entrando in curva. In quel momento senti come il corpo vettura vada in appoggio e come gli organi meccanici trasmettano con la massima sincerità ogni cambiamento sull’asfalto. Resto aggrappato al volante e mi rendo conto che il classico rapporto vincente tra peso (ridotto) e potenza (consistente) è la chiave per spalancare definitivamente le porte al divertimento. L’attimo dopo la Morgan si quieta, senza dover mai giocare con gestioni elettroniche o settaggi di chissà che tipo. Devo soltanto alleggerire la pressione sull’acceleratore e a quel punto posso anche allentare la stretta delle mani sulla corona del volante. In quell’istante la Plus Four si trasforma nella iconica roadster inglese che ha segnato un’epoca, nel modo più emozionante di percorrere una strada qualsiasi.
Non è soltanto la precisione che rende l’esperienza di guida così gratificante, ma il modo in cui la vettura ti permette di entrare in sintonia con i suoi comportamenti che diventano ben presto familiari e prevedibili. È a quel punto che osi di più, lasciando che il posteriore scivoli con più libertà e innestando la marcia successiva prima di quanto avessi fatto fino a quel momento, perché non è la velocità che conta, ma il modo in cui percorri chilometri dimenticando tutto e tutti, anche perché non c’è niente a distrarti qui e nulla di quello che hai a portata di sguardo è rivolto ad altro all’infuori della guida. Volete dei numeri, lo so. Non possiamo fare a meno che leggere quei numeri che servono per renderci conto se queste possono essere emozioni per tutti, o soltanto per maledetti romantici sognatori. Eccovi i numeri: da 0 a 100 km/h la Plus Four manuale impiega appena 5,2 secondi. Cinque virgola due secondi in cui armeggiate con cambio e frizione, facendo in modo che le ruote posteriori non perdano troppo tempo a pattinare. Cinque secondi sporchi di pura adrenalina, con il sibilo del turbo che accompagna verso una corsa che può raggiungere i 240 orari.
La Plus Four è semplicità allo stato puro. Semplicità che non vuol dire ovvietà. Tutto quello che trovate qui ha uno scopo ben preciso: rendere la guida un momento di relax e soddisfazione, il tutto condito da una spolverata abbondante di peperoncino. Insomma la Morgan è un’auto da passeggiata domenicale, da giretto con la vostra dolce metà accanto. Non potrete portare molti bagagli dato che il vano di carico è molto piccolo e ricavato sotto a dove ripiegherete il tettuccio. Ma state pur certi che porterete a casa tante bellissime emozioni, perlopiù scatenate da quel cofano motore lungo e snello che vi apre la strada verso nuove strade e nuove avventure. Con un prezzo inferiore alla Plus Six e prestazioni altrettanto eccitanti, la Plus Four è più unica che rara, anche perché grazie alla sua impostazione di guida ed alla sua iconica estetica non ha rivali oltre la soglia di casa propria.
Scordatevi una convivenza a 360°, a meno che non abbiate uno stile di vita e impegni che possano convivere con quei pregi che nel mondo reale – perlomeno nella maggior parte dei casi – non possono asseconda la quotidianità fatta di ingorghi cittadini e le più disparate e talvolta imprevedibili necessità di ciascuno di noi. Ma come giocattolo la Morgan non è più soltanto la raffinata e rilassata alternativa alla più classica sportiva. Unisce infatti performance degne di nota e che con la trasmissione manuale non portano impronte digitali BMW a snaturarne il carattere, la quintessenza di un’esperienza di guida che viene da lontano e che proprio perché così estranea a come intendiamo la guida nel 99,9% dei casi oggi, assume un sapore ancora più speciale. Sono passate Dio solo sa quante ore da quando sono uscito di casa alla ricerca di un bar e mi sono letteralmente scordato della missione caffè. Ripiego il tettuccio e smonto le portiere per una foto, notando che nel piccolo bagagliaio c’è lo zaino con la borraccia termica e il caffè di ieri. Il fatto è che non ne ho più bisogno, perché questa mattina non c’è stata sveglia migliore che un’auto che sa ancora cosa occorre per emozionare e risvegliare tutti e cinque i sensi.
Un ringraziamento a Romeo Ferraris, concessionario Morgan Motor Company ufficiale per l’Italia, il quale ci ha fornito la Plus Four, con la quale abbiamo anche avuto occasione di prendere parte all’edizione 2023 della Classic Run, il perfetto ponte tra passato e presente automobilistico.
MORGAN PLUS FOUR
Motore 4 Cilindri Turbo, 1.998cc Potenza 258 hp @ 5.500-6.000 rpm Coppia 350 Nm @ 1.000-.5000 rpm
Trazione Posteriore Trasmissione Cambio Manuale a 6 rapporti Peso 1.150 kg
0-100 km/h 5,2 sec Velocità massima 240 km/h Prezzo €94.000 (esemplare in prova)