Alpine A110 GT | Test Drive
È come tornare a scuola, a quelle spensierate giornate in cui terminato il tuo dovere di studente non pensavi ad altro che scaricare lo stress con ciò che più era in grado di divertirti. L’Alpine A110 unisce il possibilismo assoluto di una compatta sportiva con prestazioni da supersportiva, rendendo il rapporto tra guidatore e strada intrecciato per via di un peso piuma e di feedback precisi e sempre più introvabili nel listino del nuovo. Dove sono andato? In montagna, ovvio.
Testo Andrea Albertazzi Foto Jay Tomei
Sembra che la A110 sia arrivata ieri, ma è un po’ come se esistesse da sempre. Poche automobili sanno trasmettere questa impressione, questa specie di identità senza tempo che oltre ogni ombra di dubbio deve molto alla progenitrice prodotta a cavallo tra gli anni 60 e 70. Rispolverare un ricordo sistemato sullo scaffale da decenni è un compito insidioso e che resta in bilico tra consenso e delusione sinché non arriva il momento della prova definitiva, quella su strada nel nostro caso. Alpine ha ampiamente dimostrato di aver fatto bene i compiti realizzando una piccola sportiva che pur offrendo un discreto comfort di bordo non ha il sapore di compromesso. La nuova A110 è un coltello affilato che vuole essere agitato su una strada di montagna, in pista e all’occorrenza anche in quel contesto urbano che premia la scelta di averla equipaggiata con servosterzo, la differenza principale rispetto a quelle che sino a pochi anni fa erano sue competitors: Lotus e Alfa 4C.
Proseguendo con grande impegno il proprio lavoro e rivestendo gli onerosi panni della defunta RenaultSport, Alpine amplia la propria proposta differenziando ulteriormente quelle che sono le opzioni disponibili una volta che vi recherete in showroom per acquistare un’auto che quale primo obiettivo ha l’ingrediente più importante per rendere la vita di un essere umano migliore: il divertimento. Alla entry level da 252 cavalli segue infatti la più prestazionale S (300 cavalli e telaio più votato alle performance). Oggi abbiamo la variante GT, che mantiene invariata la maggiore potenza rispetto ad una A110 standard, ma che la abbina al telaio Alpine, quello identificato come più adatto per un utilizzo meno esasperato del 1.8 turbocompresso. Come detto la potenza in uscita è quindi di 300 cavalli e 340 Nm di coppia, con un peso che rimane invariato a 1.194 kg e che sintetizza al meglio il concetto di prestazioni nel corpo vettura di una piccola canaglia che saprà mostrarsi accondiscendente anche quando non avrete intenzioni bellicose rispetto all’asfalto sotto le ruote.
A caratterizzarla esteriormente abbiamo una gommatura più ridotta, con pneumatici anteriori da 205 anziché 215 e da 235 al posteriore invece che 245 e qualche badge GT dentro e fuori a evidenziare come una sportiva di queste dimensioni e con questo pedigree strizzi l’occhio al mondo delle gran turismo più tradizionali, ovviamente con le dovute differenze dovute alla tipologia stessa di vettura e alla capacità di carico pur sempre limitata al piccolo vano posteriore e a quello anteriore. I cerchi da 18 completano poi un look che nonostante l’indole da viaggiatrice non lascia spazio a equivoci: un’Alpine è fatta per essere scatenata tra le curve. Nonostante gli pneumatici estivi non esito neppure un momento e sfido le condizioni meteorologiche incerte dirigendo l’inconfondibile muso con quegli occhioni arrotondati verso le montagne. Se ci sarà neve ne guadagnerà il divertimento.
Stringere quel volante è pura goduria. L’Alcantara si fonde con le mani e mentre i polpastrelli pizzicano i paddle fissi al piantone non credo di dover puntualizzare che la modalità Comfort la lascio soltanto per gli spostamenti cittadini. In Sport guadagni decibel e scoppietti in rilascio, ma accorci il raggio di sterzata apprezzando un telaio che seppur più civilizzato rispetto a quello della S sa come muoversi da un punto di corda all’altro. Affondare il gas sino a metà pedale ti concede la possibilità di inanellare velocemente curve e rettifili, ma quando hai superato il sottile confine confidenziale con la francesina e inizi a tenere giù sino a oltre 6.000 giri, è lì che la A110 tira fuori il meglio di sé. Il 1.8 da 300 cavalli è la perfetta rappresentazione di quanta potenza e corposità possa servire in un’auto sportiva, il fatto di averlo sistemato in zona posteriore centrale offre poi un bilanciamento dei pesi e un comportamento su strada analogo a quello di una supercar. Ma è l’incredibile sensazione di guida analogica che mi stupisce maggiormente, soprattutto perché si tratta pur sempre di una vettura dotata di servosterzo ed equipaggiata con l’unica trasmissione possibile, un automatico a 7 rapporti che pecca di qualche intervento di troppo, perlomeno in fase di scalata.
Tolto questo e impostando quindi nella modalità di guida più estrema – Track – si esclude il controllo trazione e ci si trova infine a tu per tu con la vera essenza della guida Alpine. Non c’è neve in strada, ma le recenti precipitazioni hanno lasciato umido e parecchio terriccio a rendere insidiose curve che conosco a menadito. In alcuni casi potrebbe essere la scorciatoia per un disastro, ma con la A110 equivale all’equazione più divertente del mondo: più allarghi il posteriore, più aumenta il sorriso in volto. Ed è lì che lo scarico centrale sputa le sue piccole – seppur artificiali – esplosioni e mentre le ottime Michelin fanno il possibile e anche l’impossibile, navigo con quello sterzo dotato di una connettività infinita con le corde del mio cuore. È preciso come un bisturi e nonostante richieda qualche millimetro di azione in più rispetto per esempio ad una manovra analoga con una Cayman (o Boxster), mi permette di posizionare l’asse anteriore esattamente dove avevo in mente, lanciandomi verso la curva successiva ad una velocità disumana per una strada di questo tipo e in nelle condizioni odierne.
Una volta raggiunta quest’andatura diventa subito una frenetica corsa contro il buonsenso per cercare di non alleggerire troppo e tornare in quella curva prestazionale che per la maggior parte delle altre sportive equivarrebbe quasi al limite massimo possibile qui e oggi. Se l’erogazione della potenza arriva piuttosto in alto nella scala dei giri – a 6.300 – la coppia di 340 Nm rimpolpa l’asse di trazione posteriore già a 2.400 giri, rendendo il 4 cilindri elastico e sempre pronto a sbuffare aria dal single turbo a disposizione dietro la propria testa. Percepisci quanto sei vicino al suolo con la seduta almeno quanto sei posizionato nel punto migliore di un’auto che in più di un’occasione mi ha ricordato le piccole bombe di qualche decennio fa, una categoria purtroppo sempre meno affollata. Con le dovute differenze rappresentate dal fatto che la Alpine abbia cambio automatico e un telaio nettamente più sopraffino rispetto a quelle piccole bare sulle ruote che guidavano i nostri vecchi, la A110 riesce però a trasmettere lo stesso senso di libertà e coinvolgimento, valore indissolubilmente legato a tutto ciò che ha gravitato e graviterà attorno al marchio RenaultSport e ovviamente Alpine. Questo è anche merito di un peso ridotto ad appena 1.194 chilogrammi, un valore distante dall’essere anoressico, ma abbastanza contenuto da enfatizzare quel senso di empatia che puoi instaurare soltanto quando ti senti davvero un tutt’uno con il telaio.
Con la scusa dei vari passaggi in favore di fotografo, sfreccio di fronte alla reflex di Jay Tomei andando a fare inversione in punti sempre più distanti, così da prendere il più possibile da questa giornata. In quel momento in cui mi trovo solitario con lei – la A110 – mi rendo conto di come oggi non sia più corretto definirla un’auto senza tempo. Alpine è un brand fuori dal tempo, perché mette al primo posto il divertimento in un panorama automotive dove i veri concetti di guida si stanno sempre più perdendo. Al secondo posto ancora divertimento e al terzo – provate a indovinare – esatto, divertimento. Di quello puro, assoluto, sincero e che a onor del vero non implica nemmeno di vendere qualche organo al mercato nero, dato che la pur sempre prestazionale A110 da 252 cavalli costa 63.800€. Ma io dico, cosa comprate oggi con una cifra del genere? Una noiosa berlina con cerchi che sembrano uno scarto dello sfasciacarrozze, un crossover come tanti? Se comprate un’Alpine avrete da giocare a Tetris per sistemare quei pochi bagagli che potete portarvi appresso, odierete lo smartphone quando vi spezzerete i polsi per prenderlo dal piano di appoggio ricavato sotto al tunnel centrale e probabilmente spenderete mezzo stipendio per pagare la raccolta di multe alla quale andrete incontro. Ma nel momento in cui vi troverete in questo abitacolo non vorrete più scendere, vorrete guidare per il puro piacere di farlo e lo farete rapidamente, telaio S o telaio Alpine.
La versione GT della A110 parte da €77.350, mentre la S da €79.050, poi abbiamo qualche altra edizione speciale in esaurimento scorte e la più estrema R Turini a quota €108.000. Quest’ultima, che speriamo di poter provare presto, sarà la diabolica incarnazione di tutto quanto detto sopra, ma portato oltre il limite. Sarà il modo migliore per stracciare la patente e scoprire come tutto quanto di grandioso fatto da Alpine avesse ancora quel po’ di margine chiamato follia. So già che ne andrò pazzo. La GT è la scelta più ragionata, ma non per questo meno appagante. Dopo 7 anni dal suo ritorno, la A110 ha ampiamente dimostrato di meritare un posto nel cuore degli appassionati ed è senza dubbio una delle prime auto che mi viene in mente quando si parla di avventure alpine e non certo per l’analogia tra le parole. È una perla rara in un mare di noia, è quella che torna a farti sorridere mentre stringi il volante. Non ho ancora trovato una persona che sostenga il contrario e se mai dovessi trovarla, probabilmente è pazza o stupida. Sono queste le automobili che vogliamo e di cui abbiamo bisogno. Fatevene tutti una ragione.
ALPINE A110 GT
Motore 4 cilindri Turbo, 1.798 cc Potenza 300 hp @ 6.300 rpm Coppia 340 Nm @ 2.400 rpm
Trazione Posteriore Trasmissione Cambio Automatico a 7 rapporti Peso 1.194 kg
0-100 km/h 4,2 sec Velocità massima 250 km/h Prezzo da€77.350