Prodrive P25: Il Negozio di Caramelle Per Ogni Appassionato
REBOOT
Testo Carlo Brema / Foto Prodrive
L’abuso di termini come restomod e retromod è sempre più frequente e spesso ci si trova con quella che in principio era una buona idea, ma che purtroppo porta ad un’esecuzione che lascia più che qualche dubbio. Non è questo il caso dato che Prodrive non è un costruttore improvvisato, bensì lo storico preparatore che ha contribuito a cementare il successo di una delle auto sportive più iconiche di tutti i tempi: la Subaru Impreza. Era il periodo d’oro dei rally, quando la pressione dell’ormai defunto Gruppo B era ancora palpabile e attirava appassionati e risorse in un panorama sportivo che stava per dare alla luce altri modelli che avrebbero segnato la storia anche lontano dai cronometri.
Per celebrare i 25 anni delle mitica Impreza 22B, Prodrive realizza un sogno che nemmeno il nostalgico più ottimista avrebbe mai immaginato, ovvero riportare in vita il mito Subaru secondo le leggi delle prove speciali: rumore, potenza e una violenza inaudita. La P25 ha come punto di partenza una Impreza 2 porte, ma la rivolta come un calzino adottando ogni singolo pannello in fibra di carbonio e il widebody che non lascia spazio a dubbi: quest’auto non profuma soltanto di corse, ne è l’incarnazione stessa. Sotto al cofano motore troviamo un propulsore più moderno rispetto a quanto equipaggiava la versione “coupé”, ma potete star tranquilli perché non c’è traccia di elettrificazione. Si tratta di un EJ25 da 2.5-cc, ovviamente 4 cilindri boxer in perfetto stile Subaru e portato a diversi picchi di potenza a seconda della modalità di guida impostata, tra cui Road, Sport e Sport+, la quale scatena oltre 450 cavalli e 600 Nm di coppia e getta nella mischia anche il benedetto anti-lag. Abbinato a questo patrimonio dell’umanità votato alle quattro ruote troviamo un cambio sequenziale a 6 rapporti, estremamente veloce e che dialoga alla perfezione con il differenziale autobloccante, offrendo non soltanto feedback istantanei e cambiate fulminee, ma la quintessenza di un’esperienza analoga a quella di un’auto da rally: violenta e brutale.
La Prodrive P25 non sarà infatti la scelta ideale per andare al negozio di caramelle. È il negozio di caramelle. Il modo definitivo per rivivere gli anni d’oro del motorsport targato Pleiadi. Sei seduto in basso, con una gabbia al posto dei sedili posteriori e un abitacolo che non si concede orpelli contemporanei che non siano strettamente necessari o più che altro il minimo indispensabile per migliorare la convivenza in quei rarissimi momenti che non attaccherete qualche tortuosa stradina con il posteriore che allarga. C’è un display con connettività per il vostro smartphone e due tipi di freno a mano: uno elettronico e uno idraulico a leva. Pensiamo la stessa cosa vero? Tornando al cambio, le marce vengono gettate come colpi di cannone una dopo l’altra tramite l’unico paddle fisso al piantone sul lato destro del volante, tramite il quale si aumenta e scende di marcia a seconda del movimento sullo stesso. Un altro tocco di classe che richiede un pizzico di abitudine prima che smettiate di cercare la paletta dal lato opposto.
Tutto, ma proprio tutto, è stato rivoluzionato a regola d’arte con l’obiettivo ultimo di rendere la P25 un mostro da rally perfettamente adatto alla strada. Impianto frenante AP Racing dedicato, sospensioni Bilstein sviluppate appositamente e soprattutto niente ABS o controllo trazione: soltanto voi e meno di 1.200 kg di gloria rallystica da oltre €500.000. Rispolverare un mito di questo calibro oggi, elevandone le qualità grazie alla perfetta unione di motorsport e regolare immatricolazione la consacra come auto dell’anno, anzi del decennio. Posso essere sincero? Se non avessi budget, sarebbe lei quella che sceglierei sopra ogni altra. La Prodrive P25 unisce così prestazioni da supersportiva alla trasgressiva dinamicità di una vettura che se ne infischia di spaccarvi la schiena, adottando soluzioni che fanno gridare “wow” come non facevamo da tempo. Se il futuro dell’auto fosse questo vorrei l’immortalità, ma purtroppo sarà più che altro destinata ad essere la fantastica eccezione che conferma la regola. Onore e gloria a chi ne saprà fare buon uso.