Mille Miglia | La Corsa Più Bella del Mondo
Testo Alessandro Marrone / Foto Alessio Becker
Quante volte utilizziamo celebri frasi lasciateci in eredità da Enzo Ferrari per descrivere nella maniera più efficace un’auto, un luogo o un evento? Siamo a corto di idee, oppure è tutto dovuto al fatto che il Commendatore era in grado di percepire quelle cose in maniera differente da chiunque altro e trovare la giusta successione di parole che avrebbero reso l’idea chiara agli occhi di tutti, appassionati e non solo. La Mille Miglia per esempio, la definì “la corsa più bella del mondo”. E come vorresti mai definirla? Poche, semplici e coincise parole che descrivono l’evento degli eventi che da anni rivive come rievocazione e attira in Italia appassionati da ogni angolo del globo, lungo un itinerario di 1.600 km (mille miglia, appunto) che introduce novità a ogni edizione, proprio come quella di quest’anno che ha visto la Freccia Rossa tornare a Torino e varcare paesi e città mai attraversate prima.
La Mille Miglia, celebre competizione svoltasi tra il 1927 e il 1957 è – come noto – interrotta a causa di un incidente che tolse la vita a 11 persone. Tornata nel 1977 come revival, ha sin da subito assunto una connotazione unica, romantica oserei dire, portando gli equipaggi partecipanti alla scoperta di una porzione della nostra penisola capace di rapire dopo poche ore trascorse al volante. Lo spirito è quello di una competizione – anche se di regolarità – e quest’anno ci sono state ben 400 vetture iscritte. Come consuetudine, a fare da contorno al main event abbiamo avuto la categoria riservata a modelli elettrici, il Tributo Ferrari e tutto quel carrozzone di amici, support cars e imbucati che rende la Mille Miglia un momento in cui le città si fermano in ammirazione, vedendo sfrecciare veterane e sportive pre ‘57, ma anche moderne, prototipi e qualsiasi altra automobile capace di far tornare bambini quegli adulti che hanno vissuto gli anni d’oro della grande corsa. Quegli anni in cui le strade asfaltate erano soltanto una manciata e in cui i piloti correvano contro il tempo, gli avversari e la morte stessa. Era uno sport pericolosissimo, destinato ad avere le ore contate, ma proprio per questo in grado di far sentire vivi e tutti parte di un sogno comune, quello di correre forte da Brescia a Roma e ritorno.
E così ho deciso che quest’anno avrei lasciato l’onore – e l’onere – di vivere l’esperienza appieno ai colleghi, in maniera da godermi la Mille Miglia come uno di quei migliaia di appassionati che si svegliano presto la mattina, per dirigersi in spot strategici e veder sfrecciare le auto in corsa. Niente scadenze, niente foto – se non giusto un paio per ricordo – ma soltanto la voglia di sentire quei motori, respirare quegli odori e divorare con gli occhi le sagome di automobili che ci riportano ad un’era in cui il motorsport non era politica, ma soltanto adrenalina.
Raggiungo una zona che conosco molto bene – e che utilizziamo spesso come terreno di prova – e la giornata comincia con una carovana di splendide Ferrari contemporanee. Appena qualche minuto e arrivano le prime anni classiche. Questi sono pionieri e vivono in tutto e per tutto la quintessenza della grande corsa. Ad un certo punto perdi il conto e tra Siata, Osca, Alfa Romeo, Bugatti, Ferrari, Maserati, Jaguar, Aston Martin – insomma di tutto – continui a lasciare che le pupille seguano quelle bellezze di metallo e baccano. Alcuni ti salutano, qualcuno lo conosci pure e riscopri la bellezza di avere le mani libere e gli occhi lontani da uno schermo. Soltanto così puoi vivere la passione, come diceva – tanto per cambiare – Enzo Ferrari. Soltanto così.