Dicono che il mondo sia bello perché vario, e così sembra esserci spazio per tutti, anche per quelli che identificano le automobili come semplici elettrodomestici costosi ed ingombranti. Una porzione di umanità è però salva e respira benzina sin dalla tenera età. Gli anni passano, si cresce, e dai pomeriggi trascorsi in garage a smontare e rimontare il motorino, ci si ritrova con le mani sporche di grasso ed olio, gli occhi gonfi per la polvere ed il fumo di scarico ed un’auto sportiva che ci fa girare la testa come la ragazza dei nostri sogni. Non tutte le storie d’amore per un’auto sono rose e fiori, ma sono proprio queste le più belle, quelle vissute asciugandosi il sudore dalla fronte dopo aver risolto un problema meccanico, quelle che dopo settimane e mesi di sacrifici, ci fanno montare sotto al cofano il tanto agognato upgrade, che rende la nostra auto, una creatura unica, speciale e dannatamente veloce.
La storia di Milo è come quella di alcuni di noi, nata quasi per caso, passando davanti ad un concessionario Subaru. Quel giorno, è entrato per un preventivo ed è uscito con una Impreza del 2000, che a 8 anni di distanza dal suo acquisto, di originale non ha praticamente più niente. È immediatamente diventata la sua passione, la sua ossessione, il suo punto fermo e la compagna di un percorso di vita fatto di divertimento su strada ed in pista. Stiamo parlando di una Limited Edition 41/100 che in origine montava un 2.0 turbo e adesso, aprendo il cofano motore, mette in mostra uno stroker 2.2 turbo con una vagonata di interventi meccanici ovunque ci fosse possibilità di intervenire. Milo si è affidato alle sapienti mani di Preparazioni Soretti, specialista Subaru riconosciuto a livello europeo, ed ha così quasi inconsapevolmente intrapreso un cammino che non avrà mai fine, quello delle modifiche. Sarebbe riduttivo citare solo alcune delle principali migliorie apportate alla sua Impreza, dato che è stata stravolta non soltanto a livello motoristico, grazie a nuove bielle, teste e valvole progettate dal preparatore stesso, turbina GT30, impianto di scarico artigianale, frizione bidisco con volano in acciaio ricavato dal pieno, pompa e coppa dell’olio maggiorate, autobloccanti all’anteriore ed al posteriore, pop off, nuove pompa della benzina e idroguida, assetto BC Racing regolabile e… ve lo avevo detto che l’elenco era lungo! Anche esteticamente si fa notare e mette in chiaro che le cure riservatele sono davvero interessanti: c’è una enorme fanaliera anteriore WRC, spoiler posteriore della 22b ed impianto frenante Brembo della STI. Tutto questo si traduce, per quei profani di cui sopra, in 400 cavalli, messi sotto ad un “elettrodomestico” blu di circa 1200kg. Siamo sicuri che i profani non capirebbero comunque, ma gli basterebbe vederla sfrecciare, per rendersi conto che non è il nuovo modello di iPhone, ma piuttosto un fucile a pompa pronto a sfondargli il cervello.
Le Subaru hanno qualcosa di magico, io stesso ne ho avute ben due e, tra gioie e dolori, riescono a regalarti emozioni e soddisfazioni che auto ben più costose e blasonate faticano a darti. Non è una moda che passa appena arriva il modello nuovo, non sono voci che vorrebbero convincere sulla presunta bontà di un modello ben più adatto nel parcheggio di un supermercato: Subaru Impreza e corse è uno dei binomi più assoluti al mondo. Anche vostra nonna lo sa e ne riconoscerebbe una dal rumore inconfondibile del suo boxer, o dall’abbinata blu con cerchi oro. Ecco perché a Milo non frega assolutamente nulla se ogni tanto dovrà sporcarsi le mani, aprire il cofano e ficcare il naso nel motore, è della sua bambina che stiamo parlando, di un’auto che ha voluto e plasmato secondo le sue necessità, ovvero andare forte, anzi fortissimo. La trazione integrale permanente ed il perfetto bilanciamento dei pesi, abbinati al cambio manuale a 6 rapporti non fanno altro che enfatizzare quel desiderio costante di adrenalina, quella continua ricerca del limite che trova il suo culmine durante una derapata, poco prima di raddrizzare il posteriore e affondare completamente l’acceleratore, facendo sollevare il muso e premendo il sedere. E poi, BRA-PA-PA-PA, scoppi, scintille, fiamme, botti come se fosse l’ultimo dell’anno. Ecco perché siamo in pochi a vivere la passione per le auto così visceralmente. Non siamo sbagliati, siamo semplicemente desiderosi di farci venire la pelle d’oca e raggiungere quel limite intriso di velocità ed un pizzico di rischio. Il vero difetto è che non si finirà mai, non ci sarà mai la parola fine, dato che vorremo sempre di più, quel qualcosa che in realtà è come una chimera che non raggiungeremo mai, ma proprio per questo motivo fa ardere in noi una passione che gli altri non possono nemmeno sognare.