ABARTH 595 COMPETIZIONE
LA PIU’ PICCOLA SUPERCAR
Testo: Alessandro Marrone
Fotografie: Jay Tomei
Le nostre avventure (quelle automobilistiche, perlomeno) cominciano sempre dal distributore di benzina – il serbatoio non è mai pieno e finisce per svuotarsi troppo in fretta. Da un lato è un po’ la sottile conferma che abbiamo macinato diversi chilometri, dall’altro l’evidente e ridondante monito che non cresceremo mai. Ma poco importa se la sindrome di Peter Pan non conosce cura, perché i sorrisi e le folli situazioni in cui ci cacciamo sono l’effetto collaterale più bello al mondo. E così, come ogni giornata di shooting che si rispetti, alle 6 del mattino sono già dal benzinaio, con la pistola della 98 ottani infilata nel serbatoio della nuova Abarth 595 Competizione e mentre finisco di fare il pieno attendo Jay (il fotografo, ndr), che da un momento all’altro, con il suo arrivo, avrebbe sancito il via alla nostra giornata lavorativa. Carichiamo l’attrezzatura fotografica nel piccolo vano bagagli e stiviamo i restanti zaini sui sedili posteriori, notando immediatamente che come auto per le ferie la 595 Competizione non vincerà di certo il premio come migliore scelta. Ma non si parla di vacanze, tantomeno di praticità fine a se stessa – comprare un’Abarth come questa vuol dire riempire le proprie giornate di grida e sguardi assassini verso strade di montagna, nient’altro. Vi sembra poco?
Il modello in prova è il restyling che si era atteso a lungo, facilmente riconoscibile per la nuova griglia frontale, il nuovo disegno dei fari (soprattutto al posteriore) e qualche aggiornamento anche nell’abitacolo, adesso un po’ meno plasticoso che in precedenza. Il motore resta il 4 cilindri turbo da 1.4cc, ma nella versione Competizione raggiunge quota 180 cavalli, portando con sé un’erogazione nettamente migliorata e con un turbo lag davvero minimo. Ma di questo ne parleremo più avanti, dato che ci stiamo dirigendo verso l’autostrada, in direzione dell’entroterra ligure. Abbiamo pensato che non ci fosse un luogo migliore per mettere alle strette la piccola italiana, se non una strada tortuosa e stretta, ricca di curve ma anche di tratti dove poter dare libero sfogo al trepidante 4 cilindri turbo. Il passo della Scoglina è un valico Appennino che sfiora i 1.000m d’altezza, ma è grandioso per il traffico quasi inesistente e per la tipologia di curve che offre: da larghi tornanti, sino a strette curve a gomito. La modalità “Sport” è da tenere sempre inserita, anche per aumentare la voce all’impianto di scarico più folle mai sentito su una compatta – il Record Monza è letteralmente fuori di testa e fa fuoriuscire dai quattro terminali al posteriore un boato che sembra anticipare il passaggio di una Maserati. Muovendo l’auto ai bassi è cupo come il sinistro urlo di qualche orso delle caverne, ma fate salire su di giri la 595 e diventerà sempre più acuto, quasi assordante, sino ad entrarvi nel cervello e far sì che non possiate più farne a meno. Oltre ad aggiungere parecchia drammaticità alla fase di accelerazione, la guida si fa immediatamente più intensa e cominci inevitabilmente ad analizzare i primi feedback meccanici della Competizione. L’assetto è rigido e la vettura appare ben piantata a terra, la trazione in partenza da fermo è ottima e come detto, il ritardo di erogazione dovuto al single-turbo è molto meno marcato che in precedenza – dopo una brevissima frazione di secondo, i 250Nm di coppia entrano in gioco (a 3.000 giri) e ti premono al sedile. La mano destra molla per un attimo il volante ed innesca la marcia successiva e grazie ad una perfetta sincronia con la pedaliera, sei di nuovo in posizione “10 e 10”, cercando di oltrepassare quel limite di aderenza che non ti delude e soprattutto non intende ucciderti non appena si avvicinano una serie di curve. Buttare la 595 giù per qualche tornante non è immediato, soprattutto se fatto a velocità degne di nota, ma una volta presa la giusta confidenza ti rendi finalmente conto che la presa sull’asfalto è di tutt’altro livello rispetto a prima. Se solo non fossi seduto sopra all’auto, a causa dei sedili Sabelt in fibra di carbonio … – davvero belli e contenitivi, ma montati troppo in alto, finendo per rendere non solo difficoltosa la posizione di guida, ma filtrando male i preziosi feedback che dovrebbero arrivare alla schiena. Un sfizio che si fa pagare e che necessita assolutamente di una regolazione mediante delle staffe che potete trovare online o presso un qualsiasi negozio specifico.
Tolto il difetto della seduta, giochi a maneggiare il 5 marce manuale come un bimbo in spiaggia con il set di formine nuove, i pedali sono morbidi ed il differenziale autobloccante meccanico evita che il muso allarghi troppo verso l’esterno, e devo confessare che avvicinandomi ad alcuni tornanti che incitavano l’uso del freno a mano, ho preferito allargare a dovere e buttare giù il gas in entrata, piuttosto che giocare di leva o sbilanciare i pesi. Sottosterzo minimo ed un comportamento opposto rispetto a quello di un’altra piccola bomba, la Ford Fiesta ST (provata qualche mese prima, ndr), ma una colonna sonora che accompagna alla perfezione, soprattutto nei momenti di guida più intensi, mantenendo alta la concentrazione e rendendo giustizia ad uno slalom montano che come ufficio odierno non è affatto male. Passano le prime ore di guida e con la lancetta della benzina che scende a vista d’occhio superiamo Santo Stefano d’Aveto ed entriamo in una zona apparentemente incontaminata, una strada torcibudella che ci avrebbe dovuto portare verso il Passo del Tomarlo, ma che in tipico stile ACM ci ha fatti finire in una non specificata riserva naturale dell’Emilia occidentale. Poco male, dato che il traffico era praticamente assente e le condizioni della strada ottimali per dare fondo al carburante residuo. Dopo la veloce sosta pranzo e qualche foto in mezzo ai boschi, settiamo il navigatore di bordo (a parte lo schermo piccolo, risulta essere veloce e preciso) per quella che rappresenta l’ultima tappa odierna, dove faremo anche alzare in volo il drone per qualche ripresa davvero scenografica (clicca sul qrCode per vedere il video), in direzione Lago del Brugneto. Adesso si guida senza le frequenti soste necessarie al nostro fotografo e posso concentrarmi sulle migliorie che Abarth ha messo a punto sulla nuova 595 Competizione. Impossibile non apprezzare la doppia natura di una piccola, piccolissima sportiva che è in grado di regalare tanto divertimento e soprattutto coinvolgimento come supercar ben più costose: mansueta e vivibile nei centri urbani, diventa una piccola peste che non aspetta altro che pigiate il pulsante “Sport” e che facciate vivere la lancetta del contagiri dai 3.000/3.500 giri in su, in modo da sfruttare ogni singolo cavallo disponibile dei suoi 180. Pesando soltanto 1.110 kg riesce a destreggiarsi alla grande nei cambi di direzione, lasciando presupporre anche un migliore bilanciamento dei pesi ed una distribuzione della coppia ideale per non rovinare quella fluidità di erogazione apprezzabile non appena cominciate a pestare con decisione. Notevole lo 0-100 km/h in 6,7 secondi ed ancora più assurda, date le dimensioni, la top speed di 225 orari!
Arriviamo alla tappa finale ed una imponente diga si para dinnanzi a noi con la maestosa indifferenza di una tra le più insolite creazioni dell’uomo – infiliamo la piccola Abarth tra le barriere e lentamente guidiamo sino all’altra sponda. Dentro me sento quella inconfondibile sensazione di un viaggio che sta giungendo al termine e cerco di assaporare anche i più piccoli dettagli, le più piccole sfumature: una casa in riva al lago, i cartelli rovinati dal tempo e dalle intemperie e quella distesa di acqua piatta, ferma, quasi come se attendesse che qualcosa dovesse svegliarsi da un lungo letargo. Dall’altra sponda un precipizio di cemento perfettamente verticale, simbolo di come l’uomo provi a governare la natura, esattamente come prova a governare le proprie emozioni, cosa che con la piccola guerriera dello scorpione gli riesce alla grande. Viene chiamata “la più piccola supercar” e se prima nutrivo dei dubbi, a fine giornata mi son reso conto che la definizione più altisonante possibile rappresenta alla perfezione la natura della 595 Competizione. È in grado di farti divertire dalla mattina alla sera e di tenere viva quella voglia di tornare a bordo, fare un altro pieno di benzina, e ripartire – per un’altra strada, un’altra avventura, perché anche se non hai a che fare con 500cv, il divertimento comincia quando i nostri occhi fissano con la massima attenzione la curva successiva e smettono di chiudersi con rilassatezza. Quello stesso divertimento che possiamo vivere con soli 180 cavalli ed un piccolo 1.4 turbo, grazie ad un sound violento come piace a noi, soprattutto all’alba e la sera tardi, dove il silenzio di una città ancora assopita amplifica i capitoli principali della nostra avventura: l’inizio e la fine – che poi fine non è, perché dopo meno di 12 ore stavamo cercando di farci male altrove. Non cresceremo mai grazie a questi giocattoli.
ABARTH 595 COMPETIZIONE (2017-)
Layout – Motore anteriore, trazione anteriore
Motore – 4 cilindri 1.368cc – turbo
Trasmissione – cambio manuale a 5 rapporti
Potenza – 180 cv @ 5.500 rpm
250 Nm @ 3.000 rpm
Peso – 1.110 kg
Accelerazione – 6,7 sec.
Velocità massima – 225 km/h
Prezzo – da 26.350 €