Aiways U5 | Test Drive
Testo Tommaso Mogge / Foto Gian Romero
Inutile girarci intorno. Quando si parla di prodotti cinesi si pensa subito a qualcosa di economico e che in virtù di un prezzo di acquisto competitivo debba necessariamente rinunciare alla qualità. Sarà così anche per la prima vettura importata in Italia dal giovane marchio Aiways? Scopriamolo. È la U5 ed è un SUV (in alcuni casi anche definito crossover di taglia medio/grande) dallo stile molto personale e con più di qualche numero meritevole della nostra attenzione. Ci troviamo principalmente di fronte ad un’auto che non intende fermarsi di fronte alle barriere chilometriche spesso imposte da una fruibilità ottimale della mobilità elettrica, perlomeno stando alla situazione attuale di colonnine di ricarica rapida sparse sul territorio. La U5 risulta infatti un’alternativa concreta a modelli analoghi di brand europei e giapponesi, facendolo a modo suo, con uno stile ed un’ergonomia che non passa inosservata e che suscita curiosità anche in coloro che non ne avevano sentito parlare sino all’attimo prima.
Dimensioni importanti come i 468 cm di lunghezza consentono ampio spazio a bordo, non soltanto per chi siede davanti, ma anche per i tre accomodati sui sedili posteriori, i quali godono peraltro dell’assenza di tunnel, dato che il motore 100% elettrico situato all’anteriore fornisce energia al solo asse davanti. La piattaforma dedicata MAS ospita un pacco batterie da 63 kWh posizionate sotto il pianale, le quali godono di una garanzia di 5 anni (8 sulle batterie) o 150.000 km. Questa architettura segna un numero molto importante in termini di peso, non superando i 1.800 chili e risultando quindi uno tra i SUV elettrici più leggeri sul mercato. Aspetto cruciale che consente agilità in fase di marcia e una riduzione dei consumi in ambito urbano, contesto nel quale la Aiways dimostra di trovarsi a suo agio anche grazie alle ampie superfici vetrate. A proposito, il tetto panoramico è immenso.
Ci sono ovviamente le videocamere di manovra, mentre in quanto a schermi abbiamo due display, uno da 12,3” e l’altro da 13,9. La strumentazione dietro al volante è suddivisa poi in tre quadranti e se all’inizio può risultare poco pratica, tramite i tasti presenti sulle razze del volante si accede velocemente ai vari sottomenu. Discorso differente per i comandi del clima che sono stati ricavati (fatta eccezione per le scorciatoie) sull’esterno dello sportellino che cela la piattaforma di ricarica a induzione per lo smartphone. Bisogna abituarsi a premere con leggerezza, altrimenti si rischia di aprire il vano anziché regolare la temperatura di bordo. Restando in tema di soluzioni insolite, lo sportello per la presa di ricarica è posizionato dietro uno dei due finti convogliatori d’aria, alla base del paraurti anteriore: la posizione è comoda per avvicinarsi alle colonnine – spesso con cavi di lunghezza ridotta – ma essendo ruotata di 90° tende a forzare l’ingresso del connettore.
La potenza massima di ricezione è di 90 kw, per cui ci si attesta su valori abbastanza in linea con le concorrenti: 10 km di ricarica da presa domestica, che diventano 20 a 4,5 kWh. Con 22 kWh si ricaricano 30 km in un’ora e con corrente continua a 50 kw si ricaricano 135 km, sempre in un’ora. C’è da dire che l’autonomia massima dichiarata in 410 chilometri è molto vicina alla realtà, soprattutto se utilizzerete la modalità di guida intermedia e impostate la rigenerazione della batteria quasi al massimo. Una bella sorpresa, considerato che brand più rinomati sono molto più ottimisti e meno realisti in quanto a percorrenze.
I materiali e gli assemblaggi sono buoni, i sedili sono molto morbidi e comodi e la percezione a bordo è quella di trovarsi su un prodotto estremamente maturo, niente male per un brand nato nel 2017. Peccato che manchi il navigatore satellitare e che sia possibile connettere il proprio smartphone soltanto tramite Apple CarPlay. Dopo aver apprezzato uno stile e un design fatto di linee e tagli netti che giocano principalmente su uno sviluppo verticale, accentuando quindi l’imponente immagine della U5, soprattutto all’anteriore, è il momento di mettersi alla guida e scoprire come la Aiways sia una bella scoperta, a patto che si abbia la pazienza di entrare in sintonia con le sue caratteristiche principali.
L’assetto è votato al comfort ed a meno che non richiamiate la modalità Sport – la quale rende più preciso lo sterzo – i 204 cavalli di picco vengono chiamati in causa soltanto in fase di sorpasso. Torna in gioco un peso contenuto, che oltre a mantenere un ridotto consumo di energia, rendono agile la U5 su strade secondarie, dove non si sente la mancanza della trazione integrale, anche se l’altezza da terra avrebbe gradito almeno la possibilità di sceglierla come optional, nel caso fosse indispensabile affrontare qualche strada sterrata. Si deve soltanto impostare la rigenerazione delle batterie in frenata in modalità intermedia, così da mantenere il più fluido possibile il veleggio e il rilascio dell’acceleratore. Fatto questo, guidare la Aiways U5 risulta piacevole come non ci saremmo mai aspettati, dimostrando come un prodotto cinese sappia perfettamente cosa occorra per soddisfare anche una clientela esigente come quella europea. Certo, il prezzo non è quello che molti si aspetterebbero da un’etichetta Made in China: €43.500 non sono affatto pochi, ma il pacchetto che la U5 porta con sé è completo sotto ogni punto di vista e nel corso delle nostre settimane di prova non è mai stato messo in crisi da quei piccoli difetti sui quali si può soprassedere quando si hanno a disposizione almeno 400 km di autonomia reale ad ogni ricarica. E siamo solo all’inizio.
AIWAYS U5
Motore Elettrico con batteria da 63 kWh Potenza 204 hp (picco max) Coppia 310 Nm
Trazione Anteriore Trasmissione Cambio Automatico a Rapporto Singolo Peso 1.795 kg
0-100 km/h 7,5 sec Velocità massima 170 km/h Prezzo €43.500 Autonomia 410 km