Alpine Grand Prix: Il Giro delle Dolomiti
Quest’anno il GP si sposta verso est, su quelle strade che abbiamo atteso a lungo e che con stringenti normative e chiusure al traffico motorizzato all’orizzonte sono pronte a dar vita ad una delle ultime occasioni di percorrerle in auto, una dopo l’altra, a caccia della curva perfetta e dello scorcio definitivo. Siamo sulle Dolomiti.
Testo e Foto di Giorgia Rossi
Il sole sorge presto, lasciando entrare i suoi raggi nella camera dell’hotel già dalle 5 del mattino. L’aria frizzantina lascia rapidamente spazio ad una temperatura estiva, risultato della totale assenza di nuvole nel cielo azzurro sopra di noi. Qualche minuto per consumare la colazione e organizzare gli ultimi dettagli con lo staff e gli equipaggi iscritti ad una nuova edizione dell’Alpine Grand Prix cominciano ad arrivare, sistemando un’incredibile varietà di sportive nel piazzale riservato di fronte all’Hotel Pineta Pastry di Rocca Pietore. Quest’anno il GP si sposta verso est, su quelle strade che abbiamo atteso a lungo e che con stringenti normative e chiusure al traffico motorizzato all’orizzonte sono pronte a dar vita ad una delle ultime occasioni di percorrerle in auto, una dopo l’altra, a caccia della curva perfetta e dello scorcio definitivo. Siamo sulle Dolomiti.
Giustamente nominate patrimonio UNESCO, la catena montuosa è celebre nel mondo intero per via di una vegetazione che diventa improvvisamente spoglia man mano che si sale. Tuttavia, il fatto di svilupparsi attraverso svariati valichi nel giro di un centinaio scarso di chilometri – perlomeno la tratta che interessa a noi oggi – consente di percorrere un numero superiore di curve in alta quota rispetto al solito. Non si scende quasi mai sotto i 1.500 metri e tutti i passi che ci apprestiamo ad affrontare si attestano tra i 2.000 e i 2.200 metri di altitudine. Una festa per gli occhi, nonostante l’intenso traffico che attira in quest’area turisti di ogni tipo.
Il fatto è che sappiamo come farci riconoscere e questo accade subito alla partenza degli oltre 20 equipaggi. Il silenzio della vallata viene così spezzato dal rombo dei motori, dai cavalli di Ferrari, Porsche, Maserati, Jaguar, Aston Martin e una variegata rappresentanza di quegli oggetti che incarnano al meglio il piacere di guida, accentuato da una delle location più instagrammate di sempre. Si comincia subito a fare sul serio, salendo per il Passo Giau, una delle strade più panoramiche dell’intero tour. “Il Giro delle Dolomiti” conquista così il primo valico catturando gli sguardi di chi è partito prima di noi, raggiungendo i piedi dello scenografico Monte Ragusela. Timbro e ripartenza in direzione Cortina, sfiorata per dare la precedenza al vero motivo per cui siamo qui: le strade, quelle meravigliose serpentine d’asfalto che salgono verso il Passo Falzarego e Valparola, dove si effettua il secondo checkpoint e relativo timbro.
Ma i motori scalpitano e la voglia di perdersi ammirando le nude vette rocciose dei monti che ci circondano è superata soltanto dal desiderio di stringere il volante e proseguire il nostro saliscendi dolomitico. Passo Gardena, Passo Sella e quindi Passo Pordoi, dove per via del traffico che ha rallentato la tabella di marcia decidiamo di tagliare il Passo Fedaia (raggiunto comunque dalla coppia perfezionista al volante della 718 Cayman S Miami Blue) e puntare per la location di arrivo, l’Hotel Lupo Bianco di Canazei, situato ai piedi del Passo Sella, dove sistemiamo le vetture nel parcheggio principale e veniamo fatti accomodare per l’aperitivo di benvenuto e il pranzo con prodotti e piatti locali tipici.
Come api sul miele, un gruppo di bambini si getta verso le vetture dalle gomme ancora roventi, apprezzando le forme immortali di automobili che speriamo possano continuare a far vivere la passione per i motori nel futuro di questi giovanissimi. Una nuova edizione dell’Alpine Grand Prix volge così al termine, spuntando la tacca della conquista dei più bei passi delle Dolomiti. Un giro caratterizzato da un forte sole, abbastanza curve e uno sfondo tale da far dimenticare qualche ciclista di troppo. Vengono così premiati alcuni equipaggi, tra cui i due giunti da più lontano – oltre 850 km da Napoli – e il primo ad aver confermato la propria iscrizione, che si aggiudica uno splendido disegno della propria auto realizzato a mano dal maestro Wallace Design. C’è caldo, ma c’è anche tanta gioia, facce divertite e soddisfatte, pronte per rientrare a casa, aspettando il prossimo appuntamento di una stagione di eventi ricca come non mai.