American Muscles | Episodio 03 – Imperial LeBaron
IMPERIAL LEBARON
Testo Christian Parodi / Crediti foto ai legittimi proprietari
Certe occasioni capitano per caso e sono tanto inaspettate, quanto speciali e decisamente irripetibili. Questa mattina in particolare mi sveglio e sullo smartphone trovo un messaggio che dice “Chris, vediamoci alla stazione di rifornimento di fronte al tuo hotel, se tutto va bene ti faccio provare una LeBaron del ‘69”. Tempo pochissimi minuti e senza neppure pensare alla colazione mi trovo davanti ad una colossale Imperial LeBaron, pronta per essere consegnata al suo futuro proprietario, il quale senza dubbio avrà qualche lavoretto di carrozzeria da fare – ecco perché non ho scattato neppure una foto.
Il secondo motivo è il pochissimo tempo a mia disposizione e quindi senza il minimo indugio, comincio a rendermi davvero conto di quanto fossero enormi le auto americane negli anni sessanta. Lunga 5,8 metri e larga 2, a prescindere che si tratti della coupé o della versione con quattro porte, la LeBaron ha un look unico, un tetto estremamente basso che la rende subito riconoscibile, soprattutto se la si osserva dal frontale, il lato più distintivo grazie ai due sottili gruppi ottici verticali posti alle estremità delle due file da 20 elementi quadrati che ne caratterizzato l’anteriore. Lateralmente è altrettanto immensa e sia l’assetto ribassato che il parafango che sovrasta gran parte delle ruote posteriori accentuano l’idea di sportività di un modello che però è tuttavia pensato per coprire grandi distanze nel maggior comfort possibile.
La LeBaron non è eccezione rispetto alla concorrenza dell’epoca e infatti gode di un assetto molto morbido, che concede una guida rilassata, quasi come se ci si trovasse al volante di un gigantesco materasso gonfiabile. L’abitacolo è anni 60 allo stato puro, con larga panca a tre posti all’anteriore, leva del cambio al volante, il quale sfoggia parte dell’impugnatura in legno, a ribadire che la Imperial non lasciasse nulla al caso. Disponibile con un V8 da 7.2-litri, la LeBaron erogava 350 cavalli a 4.400 giri, permettendo così di muovere la sua generosa mole in discreta scioltezza, a condizione che una volta raggiunta una curva si tenesse presente che l’assetto era tutto fuorché sportivo.
Un vero peccato non aver avuto più tempo, dato che la considero come uno dei più brillanti esempi di design in quanto a purezza e linee nette che non vanno tanto per il sottile, cercando e riuscendo ad accentuare dimensioni 3XL che agli americani sono sempre piaciute, soprattutto in quegli anni meravigliosi. Se in Europa parlassimo di un 7.2 cc per una berlina da famiglia, ci chiuderebbero in manicomio, oggi come all’epoca. Ma qui è un’altra storia e poche automobili profumano di stelle e strisce come la Imperial del ’69.
… to be continued