American Muscles | Episodio 09 – Chrysler Newport
Testo Christian Parodi / Foto Classic Auto Mall
La Newport, che spettacolo di auto. Lo sostengo per svariati motivi, primo fra tutti il ricordo di quella meravigliosa e stravagante show car presentata nel lontano – anzi lontanissimo – 1940 e di cui ne furono prodotte appena 5 esemplari. Un autentico unicorno. Dieci anni dopo arrivò quella che viene considerata la seconda generazione, un modello destinato ad un’ampia commercializzazione, grazie a un prezzo competitivo che consentiva anche alle tasche meno profonde di portarsi a casa una grande vettura da famiglia. La quinta generazione, quella che potete osservare in foto, è uno di quei pachidermi che sembra impossibile potessero calpestare lo stesso asfalto di compatte e SUV contemporanei.
Stiamo parlando della generazione prodotta dal 1968 al 1973, una coupé dalle dimensioni che ridefiniscono il concetto di generosità e che una volta seduti alla guida continua a comunicare quanto spazio si occupi, anche grazie alla percezione di una distanza che dall’asse anteriore a quello posteriore potrebbe occupare due diversi stati centrali degli USA (3,14 metri). Con la Newport non si conoscono mezze misure, tant’è vero che con questa generazione non era prevista una versione wagon, declinata invece ad un modello tutto suo (la Town & Country).
L’abitacolo è un classico in stile americano, con una enorme panca in pelle e tessuto e un volante a due razze sul quale appoggiare le mani per migliaia e migliaia di chilometri. Sì, perché la Newport è una divoratrice di strade, complice anche il fatto di avere – tra le motorizzazione disponibili – un generoso V8 da 6.3-litri e 290 cavalli sotto al cofano. Ok, il trascorrere degli anni avrà fatto perdere qualche decina di cavalli vapore, ma le sospensioni e il modo in cui le masse si spostano nelle rare curve della Louisiana rendono la mia esperienza di guida perfettamente in linea con le aspettative che si nutrono osservandola accostata a bordo strada, possibilmente dove gli spazi non sono un problema.
Insieme alla generazione precedente la reputo una delle più belle berline a 2 o 4 porte ed essendo disponibile sia in versione coupé che convertibile, rappresenta l’ennesima dimostrazione dell’altissimo livello di testosterone e design che c’era negli States in quegli anni, dove tutto ciò che contava era avere una gigantesca auto utile a spostare la famiglia da un luogo ad un altro nel massimo del comfort.
… to be continued