Aston Martin V8 Vantage: Ancora Oggi Una delle Più Belle GT di Sempre
BLAST FROM THE PAST
ASTON MARTIN V8 VANTAGE
Testo Carlo Brema / Foto Aston Martin Lagonda
All’epoca incompresa, quanto oggi rivalutata. È uscita fuori dal periodo forse più buio del brand di Gaydon e nonostante presentasse tutto quello che occorreva per essere un’altra grande Aston Martin, pare che i più l’abbiano fatta finire nel dimenticatoio per qualche anno. Ingiustamente, un vero e proprio oltraggio, perché sarebbe bastato fare più attenzione, leggere tra le righe e ascoltare il borbottio di quel suo straordinario motore per rendersi conto che la V8 Vantage era destinata a divenire un classico immortale.
Si presentò al pubblico al Motor Show di Birmingham del 1992 e seppur basata sulla Virage, ne condivideva soltanto il tetto e le portiere. Le linee non furono però stravolte, ne rispettava le forme e a un occhio poco attento sarebbe potuta quasi passare inosservata. La Vantage era più larga, più bassa e con fanali più sottili all’anteriore, mentre al posteriore i vecchi fari rettangolari lasciavano spazi a quattro elementi circolari. Le spettava un ruolo fondamentale e al tempo stesso difficile da ricoprire, in quanto sarebbe stata la nuova gran turismo di punta del marchio, mentre grazie ai numerosi interventi meccanici avrebbe anche offerto prestazioni di riferimento per la categoria. Troviamo così una vettura profondamente rinnovata, che si rivolgeva a quei clienti che non avrebbero mai potuto scegliere soltanto un aspetto tra prestazioni e possibilità di utilizzare un’elegante 2+2 in qualsiasi circostanza.
La V8 Vantage non scherza e ne è una prova la radicale trasformazione che avviene sotto al cofano. Qui troviamo un glorioso V8 sovralimentato da due giganteschi compressori Eaton ad azionamento meccanico, preferiti ai turbocompressori per via di una migliore risposta in fase di accelerazione. La potenza massima sprigionata dal 5.3-litri è di 550 cavalli e 745 Nm di coppia disponibili a 4.000 giri, ovvero poco oltre la metà della curva di giri a disposizione. Sono numeri impressionanti anche oggi dopo trent’anni e all’epoca le garantivano il primato di coupé con motore anteriore più veloce al mondo. L’erogazione era corposa, piena in qualsiasi regime e, soprattutto nelle marce basse, brutale a tal punto da far dimenticare le generose dimensioni e un peso complessivo di 1.990 kg.
Queste due tonnellate portavano appresso una meccanica prevalentemente indirizzata verso un utilizzo da gran turismo e come è facile intuire la V8 Vantage era a tutti gli effetti uno dei metodi più veloci, confortevoli e raffinati per attraversare un intero continente nel più breve tempo possibile. Il fascino di un design tipicamente anni 90, un abitacolo che ingurgita guidatore e passeggeri in un ricercato salottino di pelle, radica e tecnologia all’ultimo grido vanno di pari passo con le sbalorditive prestazioni da record che era in grado di mettere a disposizione e di farlo sempre. 0-100 km/h in 4,6 secondi, velocità massima di 299 orari e un controllo nel misto sorprendente, avendo a disposizione anche un impianto frenante con dischi ventilati da 362 mm e pinze AP racing, un altro primato in ambito stradale.
È assurdo pensare che una vettura del genere sia finita per diventare una delle più grandi incomprese della storia automobilistica, soprattutto tenendo conto di una squisita purezza estetica e di prestazioni di assoluto riferimento. La produzione andò avanti dal 1993 al 1999, introducendo nel 1996 la depotenziata V8 da 350 cavalli, la quale differiva per un look meno aggressivo e prestazioni che nonostante il gap tra le due versioni restavano più che convincenti. La V8 Vantage è una di quelle ultime supersportive analogiche che grazie a un comportamento su strada diretto e privo di troppa elettronica, premiavano il guidatore man mano che tirava fuori il coraggio necessario per scatenare una simile cavalleria e una coppia sempre pronta a scannare gli pneumatici posteriori. Il cambio manuale a 6 rapporti spicca in mezzo ai sedili e ricorda cosa significhi davvero armeggiare con volante, tre pedali e una leva quando la strada incita a qualche manovra da hooligan. Nel 1998, il canto del cigno della Vantage è rappresentato dall’esagerata V8 Vantage Le Mans V600, una serie celebrativa speciale che omaggiava la vittoria della DBR1 alla 24 ore di Le Mans del 1959. Ne furono prodotti soltanto 280 esemplari, tutti artigianalmente e con carrozzeria in alluminio che differiva dalle altre Vantage per le prese d’aria laterali sui passaruota anteriori, cofano canalizzato e griglia anteriore carenata. Al posteriore c’era uno spoiler ridisegnato e incorporava i retronebbia e le luci di retromarcia. Per finire c’erano cerchi in magnesio e un cambio manuale con 5 sole marce e rapporti accorciati che scaricava a terra i 600 cavalli del 5.3 potenziato. Un ultimo grido per un’auto che non immaginava che avrebbe ben presto raccolto i consensi negatigli nel pieno della sua carriera.