Audi-Porsche RS2 Avant e Porsche 911 Turbo: Rebels.
Testo: Alessandro Marrone
Fotografie: Giorgia Rossi – Alessandro Marrone
REBELS.
Una manna per coloro che odiano le mezze misure. Adesso ditemi cosa ci può essere di meglio che la madre di tutte le super-Avant ed una Porsche che vuole far piangere di ansia i vostri genitori ogni volta che prendete le chiavi per andare a fare un giro. Grazie a due lettori – Matteo e Daniele – ci troviamo sulle eleganti e silenziose sponde del lago d’Orta con due vetture così apparentemente differenti tra loro, ma che in realtà sono strette parenti e non solo perché condividono un carattere duro e che non accetta compromessi, ma perché figlie di due progetti dallo scopo comune, quello di divertire. Spaventare anche un po’, senza dubbio, ma sempre pronte a disegnare un sorriso da un orecchio all’altro sul vostro viso.
Che vengano sistemate fianco a fianco, una di fronte all’altra o in qualsiasi altra maniera la vostra fantasia possa immaginare, un profano non potrà mai capire cosa lega queste due sportive: la RS2 Avant è una familiare che si concede numerosi vezzi stilistici (e non solo), ma che intende mantenere un look sommesso, nonostante la brillantezza di quell’inconfondibile blu RS. D’altro canto la Porsche 911 Turbo della serie 964 è come avere a cena con i vostri genitori la fidanzata bipolare con il viso ricoperto di piercing. Imprevedibile, bassa, larga, con una vernice (midnight blue metallic) scura e che seduce a suon di riflessi e giochi di luce che si confondono sotto un caldo sole d’inizio inverno, finisce sempre per farsi guardare il posteriore, quell’enorme spoiler che sovrasta una coda che rende il sedere di una normale 911, un lontano ricordo che non sarete nemmeno più in grado di mettere a fuoco. Ogni discorso finirà sempre per elogiare l’esasperazione aerodinamica al servizio di un grip che, all’epoca in cui la 964 fece il suo ingresso sul mercato, non era certo chirurgicamente preciso come quello delle 911 odierne. Guai a sottovalutare LA Turbo, soprattutto se avete famiglia e non avete in programma di abbandonarla per andare a fare compagnia alle radici degli alberi. Il noto lag del turbo rappresenta poi quella mazzata nella schiena che vi porta indietro di quasi trent’anni, dove per guidare forte questo tipo di auto servivano due attributi taglia XXL.
MEET THE HEROES.
Erano i primi anni ’90 e Audi stava portando avanti il progetto P1, quello che sarebbe poi divenuto RS2 e portato a termine con Porsche. Si tratta sostanzialmente di una 80 Avant che prende in prestito piccoli ma importanti tratti del catalogo Porsche, quali specchietti retrovisori, i gruppi ottici inferiori affondati nel paraurti anteriore, i cerchi Carrera Cup da 17 pollici e le pinze freno. Ma ciò che differenzia una RS2 Avant da una semplice 80 Avant si cela sotto al cofano, un 5 cilindri turbo da 2.226cc, in grado di erogare 316 cavalli e 410Nm di coppia, ovviamente su entrambi gli assi, gestiti dalla trazione integrale Quattro attraverso un cambio manuale a 6 rapporti. Il propulsore di origine Audi fu pesantemente rivisto da Porsche, con la sostituzione della turbina KKK con una più grande, l’utilizzo di una centralina elettronica Bosch ed altri interventi che sono stati in grado di trasformare radicalmente l’essenza del motore. Ecco che superati i primi attimi di contemplazione ed ammirazione, comincio a spuntare mentalmente i particolari estetici che accomunano queste due auto. La 911 serie 964 è la Porsche Turbo più pura che potrete mai trovare: analogica e completamente dedita a farvi del male fisico se solo pensaste di metterla all’angolo, va rispettata e avvicinata con cautela. Il 6 cilindri appeso là dietro l’asse posteriore è un 3.3 turbo da 320 cavalli, il peso sfiora la tonnellata e mezzo con il conducente a bordo e tutto il resto dipende soltanto da quanta pressione verrà esercitata sull’acceleratore. Superata la soglia di autoconservazione inizierà il divertimento, una folle corsa contro tutto ciò che è razionale e che ci circonda oggi, soprattutto nel segmento delle supersportive. Non c’è modo di ammaestrarla, la Turbona è il lato malvagio e più segreto di ogni vero eroe che si rispetti. La RS2 Avant ha dato il via ad una generazione di station wagon prestazionali, culminate oggi con le nuove RS4 ed RS6, autentici strumenti di distruzione perfettamente in grado di adattarsi alla convivenza quotidiana ed alle ferie in montagna. Anche 25 anni fa c’era spazio per cinque persone, per tanti bagagli e la voglia di arricchire l’ambiente interno con pelle e fibra di carbonio. Il feeling è quello di un’auto vecchia scuola, con un volante a tre razze ben rifinito ma senza pulsanti superflui, una leva del cambio sottile e dalla corsa lunga, la pedaliera anch’essa dalle dimensioni contenuti e le bocchette dell’aria verticali. C’è tutto ciò che serve per giustificare l’acquisto nei confronti di vostra moglie, quindi rilassatevi.
ROAD TO MOTTARONE.
Terminate le foto di rito a due passi dal lago, arriva finalmente il momento che tanto attendevo, quello di mettere in moto e dirigerci verso una strada che sia in grado di esaltare le doti dinamiche di questi cuori ribelli. Lasciamo Orta San Giulio in direzione Mottarone, un groviglio di curve abbastanza largo da promettere dosi vergognose di testosterone. Del resto entrambe sono state create con il primario obiettivo di appagare chi stringe il volante tra le mani. Non un attimo di incertezza a seguire lo sguardo di complicità tra Matteo e Daniele, che si comincia la scalata dei primi chilometri, quelli dove si preme a fondo l’acceleratore, ma senza ancora armeggiare con il cambio, quasi a voler mantenere la coscienza pulita ancora per qualche minuto. Giusto il tempo di avere la massima certezza che i liquidi sono in temperatura e la strada si allarga, ai lati lunghe pareti di alberi si alternano a bionde distese che offrono una visibilità perfetta nei confronti dell’uscita della curva stessa. La RS2 Avant è rabbiosa, non si fatica affatto a portarla su di giri, ma il vero divertimento arriva quando il turbo entra davvero in gioco e sembra di aver premuto un pulsante magico che ti fa schizzare contro il sedile. Il pedale del gas è fin troppo lungo e bisogna farci l’abitudine, come accade anche per un sorprendente comportamento nel momento in cui arrivi un pizzico più veloce di quanto avresti voluto e senza sottosterzare eccessivamente, riesci a controllare ed impostare la curva al meglio. I 316cv non sono paragonabili agli oltre 500 a cui siamo abituati oggi con le pronipoti dei quattro anelli, ma l’erogazione è sempre generosa ed il peso ridotto contribuisce a rendere l’esperienza di guida spasmodica come mai immaginereste. Anche i freni sono potenti e dopo aver preso un po’ di dimestichezza con la situazione, ti rendi davvero conto che questa station wagon blu è più Porsche che Audi. La 911 Turbo è un altro paio di maniche, non permette distrazioni e non ti lascia rilassare sino a che non spegni il motore e scendi dall’auto, ma il bello è proprio questo, perché non ci sarà giorno che non ti insegnerà qualcosa di nuovo. Anche il suo 6 cilindri soffre di un logico ritardo in erogazione, ed in questo caso ti troverai ad armeggiare col cambio più frequentemente di quanto si faccia con la RS2, forse perché sei praticamente seduto rasoterra, o forse perché non fidandoti del tuo udito, quando impari a cambiare dando uno sguardo al contagiri, ti rendi conto che il vero divertimento comincia a metà percorso verso la gloria.
Non sono propriamente due esibizioniste a caccia di sguardi, ma è più forte di loro ed una volta in cima, a quota 1.492 metri, chiunque si avvicina e domanda incuriosito quale sia il legame tra una Porsche ed un’Audi di quasi trent’anni fa. Sorrido e cerco di spiegare in poche parole che abbiamo a che fare con l’esperienza e l’eredità custodita ed evoluta secondo i canoni imposti dagli automobilisti moderni. Inutile provare a far capire che seduti al volante, o semplicemente a bordo strada ed acquattati nell’erba, ogni loro curva è come vedere il vostro supereroe che firma autografi. Ogni movimento è speciale e racchiude in sé un insieme di significati che uniscono l’appassionato di instant classics con lo sportivo moderno. E poiché i brividi scaturiscono sempre per una buona ragione, i fenomenali numeri che definiscono le loro prestazioni sono la giusta chiusura del cerchio rispetto ad un coinvolgimento totale. La RS2 Avant impiega appena mezzo secondo in più sullo 0-100 (5,4 secondi invece dei 5 della Turbo), mentre la velocità massima è per entrambe superiore ai 250 km/h (262 per la Avant e 272 per la 911).
GLORIA ETERNA.
Tempo di raffreddare i freni e sbollentare gli spiriti, con giocattoli del genere è facile farsi prendere la mano e fare danni. Se avete la fortuna di guidarne una e state entrando in confidenza con la sua natura meccanica, accostate e fate una pausa. Pensare di conoscere a fondo i limiti di queste due sarebbe l’errore più grande che potreste commettere. Ma a fine giornata, entrando in garage e coprendole con un telo sarete pervasi dallo stesso compiacimento che vi potrebbe regalare un lancio col paracadute – avete rischiato e siete tornati a casa, tutti d’un pezzo. Ed i misteri dell’essere umano che vi portano a vivere qualcosa di estremo, proprio per sentirvi vivi, saranno gli stessi che faranno in modo che il weekend successivo sarete di nuovo tra le curve, indaffarati a correre su quel confine che divide i comuni mortali dagli eroi. Entrambe rappresentano l’inizio e la fine di un’era, quella fatta di sportive analogiche, imperfette ma eccezionalmente vive e che hanno regalato al mondo auto velocissime ed adatte a portarsi dietro l’intera famiglia nel primo caso, evoluto quella sportiva dalla linea intramontabile e non snaturabile che ha fatto del miglioramento della perfezione il suo mantra nel secondo. Chissà se trent’anni fa la pensavano allo steso modo, quel di cui son certo è che adesso due mosche bianche come queste sono coccolate gelosamente e con questo intendo dire che dovete farle vivere sulle strade giuste, quelle ricche di curve e che profumano di avventura.
AUDI-PORSCHE RS2 AVANT (1994-1996)
Layout – Motore anteriore, trazione integrale
Motore – 5 cilindri 2.226cc – turbo
Trasmissione – cambio manuale a 6 rapporti
Potenza – 316 cv @ 6.500 rpm
410 Nm @ 3.000 rpm
Peso – 1.595 kg
Accelerazione – 5,4 sec.
Velocità massima – 262 km/h
PORSCHE 911 TURBO (1990-1995)
Layout – Motore posteriore, trazione posteriore
Motore – 6 cilindri 3.299cc – turbo
Trasmissione – cambio manuale a 5 rapporti
Potenza – 320 cv @ 5.750 rpm
450 Nm @ 4.500 rpm
Peso – 1.467 kg
Accelerazione – 5 sec.
Velocità massima – 272 km/h