IL SIGNORE DEGLI ANELLI
Impianto audio rigorosamente spento, vettura settata in modalità RS1 e sguardo concentrato sulle curve che ci guidano verso il Col de la Croix-de-Fer, un piccolo e remoto passo montano che grazie alla varietà delle sue curve ed all’alternarsi con tratti più veloci rappresenta il modo ideale per avvicinarci ai limiti prestazionali di un mostro ingegneristico che ha tutta intenzione di fare a pezzi le leggi della fisica.
Testo di Alessandro Marrone / Foto di S. Lomax
Dodici, tredici, quattordici … sembrano non finire mai. Sto contando le pecore, ma la mia ultima intenzione è quella di addormentarmi. Il motore borbotta impaziente, la mano per metà stretta al volante e in parte aperta in direzione del paddle con il segno +, è già pronta per ciò che inevitabilmente tornerà a succedere non appena i cani da pastore avranno radunato il gregge e lo avranno convinto a liberare la strada. Con il finestrino abbassato lascio che la fresca brezza di alta montagna entri in quel mondo di Alcantara, pelle e fibra di carbonio che è l’abitacolo della RS Q8, un’auto che troverete sia alla definizione di supersportiva che di arma di distruzione di massa. Ecco le ultime due e poi l’inevitabile ritardataria, che dandomi uno sguardo tutt’altro che amichevole accelera il passo e posa finalmente le zampe sul prato. Mi sposto di qualche metro, giusto per non spaventare l’intero gregge e non attirarmi le ire del pastore, il tempo di svoltare l’angolo, e quindi lascio che il boato del V8 venga scaricato nel cuore della montagna. L’attimo dopo sono già un piccolo puntino grigio che si fa sempre più indistinto nell’orizzonte.
È finalmente arrivato il momento di scoprire e capire se l’RS Q8 sia il modo migliore per una zuffa famigliare con l’ormai collaudata RS6 Avant, o se rappresenti un’alternativa per coloro che magari decidono di entrare nel mondo dei quattro anelli ma intendono farlo con un prodotto diverso dal solito, ma che per questo motivo non perda la capacità di essere altrettanto pratico e utile dal 1 Gennaio al 31 Dicembre. Osservatela da distante e potreste quasi confonderla con una “normale” Q8, ma avvicinatevi e comincerete a scorgere uno ad uno i tratti distintivi che la premono a terra, ovvero un assetto sportivo, grossi cerchi da 22” standard, oppure quelli enormi da 23” di cui dispone il nostro modello in prova. La versione RS dispone inoltre di griglia frontale e logo neri, fibra di carbonio per lo splitter anteriore, calotte degli specchietti e per il diffusore al posteriore, che peraltro ospita i due mastodontici terminali di scarico. E poi i migliori amici che avrete una volta gettati nel tortuoso abbraccio di una strada di montagna, ovvero i dischi carboceramici da 17,3” con pinze a 10 pompanti, indispensabili per quel che sta per accadere.
La montagna è territorio per i SUV, mi pare ovvio. Vetture in grado di ospitare comodamente cinque persone a bordo, un bagagliaio da oltre 600 litri, trazione integrale e un’altezza da terra tale da consentire qualche sosta lungo il percorso, anche dove non ci sono piazzole asfaltate. Nel caso della RS Q8 tutto è amplificato all’ennesima potenza e dove spuntiamo le caselline grazie alla trazione integrale QUATTRO che in condizioni normali viene distribuita in 40:60 tra anteriore e posteriore, sarà meglio che i cinque occupanti abbiano mangiato poco, dato che muoversi tra i tornanti del Col du Glandon sarà tutto fuorché una tranquilla scampagnata infrasettimanale. La colpa, anzi il merito, è del V8 twin-turbo da 4-litri che l’RS Q8 condivide con la sorella RS6, un mostro da 600 cavalli di potenza e ben 800 Nm di coppia, in questo caso abbinato ad una trasmissione automatica Tiptronic a 8 rapporti.
Ma come ben saprete, l’RS Q8 è mild-hybrid e infatti dispone di una batteria agli ioni di litio montata nel vano bagagli e di un motore-alternatore a cinghia collegato al motore termico, i quali recuperano energia in fase di decelerazione e consentono di limitare sensibilmente il consumo carburante quando si veleggia, ovvero si procede in rilascio. Utile soprattutto in termini fiscali, questo è uno dei tanti aspetti che rendono il super-SUV in questione estremamente avanzato dal punto di vista tecnologico, aspetto che si rispecchia anche nell’abitacolo dove quasi tutti i comandi sono gestiti dai due schermi touch a pressione. Il sistema è ben più che completo, ma alle volte questo tipo di soluzioni possono distrarre dalla guida. Non in questo momento, poiché se decidi di sfruttare l’RS Q8 per quello che è stata concepita, il tuo ultimo pensiero sarà quello di regolare la connettività con il tuo smartphone o dare uno sguardo alla libreria musicale.
Impianto audio rigorosamente spento, vettura settata in modalità RS1, ovvero una delle due personalizzabili e richiamabili mediante l’apposito pulsante/scorciatoia situato sulla razza destra del volante e sguardo concentrato sulle curve che ci guidano verso il Col de la Croix-de-Fer, un piccolo e remoto passo montano che grazie alla varietà delle sue curve ed all’alternarsi con tratti più veloci rappresenta il modo ideale per avvicinarci ai limiti prestazionali di un mostro ingegneristico che ha tutta intenzione di fare a pezzi le leggi della fisica. Questi sono momenti fatti per guidare e nella modalità più sportiva, l’RS Q8 dimostra come la trazione venga maggiormente riversata sull’asse posteriore, in parte per limitare il sottosterzo e in parte per elevare il piacere di entrare in curva con il dubbio su come mai se ne potrebbe uscire a certe velocità. Il grosso SUV è talmente premuto a terra che non sembra scomporsi, neppure nei cambi di direzione più repentini, i suoi 800 Nm di coppia sono poi in grado di farlo schizzare verso la curva successiva, appena in tempo per lanciarmi con impeto sugli infaticabili freni carboceramici, impostare la tornata e raddrizzare mentre il V8 biturbo sbraita come una belva affamata di aria.
Puoi percepire come il posteriore si schiacci a terra, ma l’avantreno resta pur sempre piantato dove avevi deciso l’attimo prima di pestare pesante sull’acceleratore, con uno scatto sul fatidico 0-100 km/h in appena 3,8 secondi e uno 0-200 di soli 13,7 secondi, il che fa ancora più impressione, soprattutto tenendo conto che si muovono 2 tonnellate e 390 chilogrammi, senza contare gli occupanti a bordo e il pieno di 100 ottani che – guidando come dei maniaci – non tarderà a costringervi a fare amicizia con tutti i gestori delle pompe di benzina nell’arco di chilometri. Se l’accelerazione è disarmante, ciò che mi stupisce in maniera più netta è l’agilità con cui l’RS Q8 riesce a divincolarsi tra le curve, lasciando che le dimensioni non influiscano mai sulla dinamica di guida. Il cambio, seppure non sia un doppia frizione, è veloce e preciso e giocando con i paddle in plastica dietro al volante sportivo con corona in Alcantara ti rendi subito conto che nonostante impieghi poco tempo per salire di giri e arrivare al limitatore, la progressione è continua e incessante almeno sino a quota 6.000 giri.
L’RS Q8 dispone anche di asse posteriore sterzante, ma come è logico che sia porta sulla bilancia almeno 200 kg extra rispetto alla RS6, immancabile paragone per una vettura completamente nuova e che sembra non aver alcun tipo di problema perlomeno a farci dimenticare la più costosa e stilisticamente goffa Lamborghini Urus, con la quale condivide ben più di quello che vi aspettereste. Confortevole e sicura in città e su asfalto bagnato, sembra davvero che Audi abbia creato qualcosa che non conosca limiti, nemmeno dove solitamente avresti preferito qualcosa di più rigido, più basso e senza il bisogno di avere una riserva di potenza tale da alimentare un paese per giorni.
Inanello altre curve, notando come il peso non venga minimante percepito neppure in salita e come discendendo dagli oltre 2.000 metri e dirigendomi verso il Col du Lautaret, la possibilità di aumentare i numeri sul tachimetro dimostri quanto l’RS Q8 sia piantato a terra. Complici anche gli pneumatici da 295 al posteriore, l’assetto non si scompone nemmeno quando l’asfalto dimostra di aver patito la severità dell’inverno precedente e raggiungere velocità assurde appare più facile del solito. In tutto questo resto aggrappato al volante, con la consapevolezza che tutto quel che sta succedendo è interamente merito di una vettura all’avanguardia sotto ogni punto di vista, qualcosa capace di distorcere la propria visione delle cose e di offrirti un nuovo concetto di velocità fine a se stessa. Lo scarico emette un ruggito in parte addomesticato, sottolineando come in Audi abbiano voluto creare un prodotto esagerato, ma pur sempre sobrio e figlio di un understatement che vuole e deve agevolare l’accettazione di un segmento – quello degli SUV – che piace, ma che nel collettivo viene ancora additato come superfluo, se non addirittura inutile.
Personalmente credo che al di fuori di ogni etichetta si debba dare per posizionare un’automobile all’interno di un listino, sia molto più semplice suddividere qualcosa nelle due sole categorie che contano veramente: quelle cose che ci piacciono e quelle che non fanno per noi. E quest’Audi RS Q8 non si limita a piacermi, ma è anche in grado di emozionare, di spaventare per prestazioni da far invidia alla stessa R8, ma lo fa senza rinunciare alla praticità di un SUV coupé con cinque posti, tanto spazio per i bagagli ed il gioco di luci più bello che possiate trovare, grazie ai gruppi ottici a matrice di LED. Ovviamente questo comporta una spesa altrettanto importante, con prezzi che partono da €147.200 e che saliranno ulteriormente a seconda di quanto sarete esigenti in fase di configurazione.
E se torniamo a quel costante ronzio che dopo pochi chilometri è stato momentaneamente messo da parte, ovvero il paragone con la RS6 Avant, c’è da dire che in fin dei conti non è neppure detto che una escluda l’altra, perlomeno nel garage dei sogni di un amante del brand. Dove la RS6 ha ormai consolidato la propria leadership nel segmento delle wagon, l’RS Q8 è decisamente più votato ad ampliare lo sguardo e raccoglierne di nuovi, magari provenienti dal mondo dei SUV ad alte prestazioni, o magari proprio da chi vuole qualcosa di pratico e incredibilmente veloce, ma preferisce mantenere un profilo meno esasperato di quanto invece farebbe con l’Urus. L’RS Q8 è uno di quegli oggetti che riesce a entrarti dentro anche se lo avresti preferito di un altro colore, con uno scarico più rumoroso e con qualche bottone fisico in più sulla plancia centrale. È la vettura più assurdamente utile che potreste comprare, anche perché dopo aver assaggiato quel suo grip infinito e percorrenze di curva capaci di rimescolarvi gli organi interni, capirete che va più vista come una supersportiva adatta alla famiglia, anziché un’auto da famiglia capace anche di prestazioni allucinanti. Ci siamo capiti vero?
Il bello è che non è finita qui. Raggiunto il Col du Lautaret, prendiamo il bivio a sinistra e ci arrampichiamo su uno dei passi alpini più alti d’Europa, il Col du Galibier. E qui decido di spingermi a ridosso dei limiti del buonsenso, per la resa dei conti tra una strada mozzafiato e il SUV definitivo.
NON PERDERTI LA SECONDA PARTE DELLA NOSTRA PROVA.
IN ESCLUSIVA SUL NOSTRO LIBRO “ALPINIST” IN USCITA A DICEMBRE 2020!
AUDI RS Q8
Layout – Motore anteriore, trazione integrale
Motore – 8 cilindri a V 3.996cc – twin-turbo
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 600 cv @ 6.000 rpm
800 Nm @ 2.200 rpm
Peso – 2.390 kg
Accelerazione – 3,8 sec.
Velocità massima – 250 km/h
Prezzo – da € 147.200