Audi RS3: Strizzacervelli
AUDI RS3
STRIZZACERVELLI
Testo di Alessandro Marrone
Foto di Jay Tomei
Senza neanche accorgervene avrete fatto fuori un paio di serbatoi, collezionato una risma di multe per eccesso di velocità e perso cinque anni di vita, ma dannazione se ne sarà valsa la pena.
Prendete due forme abbondanti di burro, un chilo di farina, una mezza dozzina di uova (ancora da sgusciare) e sistemate tutto meticolosamente nel bagagliaio. Prima di lasciare il parcheggio del supermercato ricordate ovviamente di chiudere il portellone, questo è davvero importante. Inserite la modalità Dynamic e buttatevi nello stomaco di una di quelle strade che non diano un minimo di tregua al battito cardiaco. Gli occhi restano fissi sul serpente d’asfalto che in maniera quasi grottesca si attorciglia su se stesso, tra saliscendi e curve cieche, tratti più veloci e attimi in cui devo mettere a dura prova l’impianto frenante. Nel frattempo la RS3 non si dimostra essere solo il più veloce ed efficace frullatore sportivo, ma una compatta in grado di raggiungere andature a dir poco bizzarre, volgari oserei dire, soprattutto rivolgendo il pensiero alle canoniche supercar che costano almeno tre volte tanto rispetto a lei.
Tutto è cominciato dal parcheggio del supermercato, ambito in cui ognuno di noi ci si ritrova svariate volte al mese. Metti che hai finito la Nutella, o che hai bisogno di acquistare i soliti cavetti per ricaricare lo smartphone – sono sempre loro a sparire come in un buco nero – prima o poi dovrai pure andare al supermercato no?! Farlo con una Lambo non è mai comodo e non tanto per il ridotto vano bagagli, ma perché sareste oggetto di molti sguardi e sarà inevitabile dover lasciare il gettone nel carrello della spesa come mancia. La RS3 è pensata proprio per venire incontro a queste esigenze – si fa per dire – perché la puoi posteggiare tra le solite e noiose utilitarie grigie e nessuno si accorgerà di te. Logico supporre che non dovrai lasciare nessuna mancia ai carrelli. E qui riprendiamo il discorso incominciato ad inizio articolo, perché una volta usciti dalla più pura quotidianità e dalle tipiche esigenze della vita lavorativa e routinaria, il 5 cilindri TFSI sarà come un interruttore acceso/spento, il quale darà il via allo sfogo sensoriale della compatta più cattiva della casa dei quattro anelli.
Ad Ingolstadt sanno bene cosa serve per fare ottime automobili che mantengano intatte le qualità utili alla vita di tutti i giorni, ma per ficcare 400 cavalli sotto al cofano di quella che almeno in apparenza sarebbe una A3 ci vuole proprio qualche ingranaggio che gira più veloce rispetto agli altri. Facilmente confondibile con una normalissima S-Line, la RS3 Sportback è in grado di scaraventare nel dimenticatoio ogni briciola di buonsenso rimasta dentro di voi, il suo 2.5 cc è una piccola opera d’arte che non aspetta altro di essere violentato in modalità Dynamic, con cambio doppia frizione, sterzo e sospensioni che vengono affilate e rese definitivamente pronte per mettere a ferro e fuoco qualsiasi strada decidiate di attaccare. La trazione integrale QUATTRO è infinita e consente di scaricare a terra la potenza del 5 cilindri in qualsiasi momento, infischiandosene delle imperfezioni del manto stradale sotto di voi. Il leggero sottosterzo non è tanto dovuto a quello che invece risulta essere un preciso matrimonio tra telaio e assetto, quanto invece alla vergognosa potenza erogata in qualsiasi marcia, con un picco di coppia di 480 Nm già disponibile ad appena 1.700 giri. Bisogna avere una buona presa sul volante, perché in un battito di ciglia ci si trova già alla fine di un qualsiasi rettifilo e ben presto ti rendi conto che la comunicazione vettura/guidatore ti spinge ad aumentare la velocità di ingresso nelle curve.
Le curve, proprio loro, quel metro di paragone che divide le auto veloci dalle auto efficaci. La RS3 ferma l’ago della bilancia attorno alla tonnellata e mezzo, ha cinque porte, cinque posti, trazione su entrambi gli assi e un cambio automatico a 7 rapporti. A pieno carico e con i vostri zii sovrappeso a bordo potete anche sfiorare le due tonnellate, ma andrete comunque fortissimo. Per fortuna ho con me soltanto il fotografo, mentre non oso pensare alle condizioni di salute della spesa sistemata nel baule posteriore. Non mi importa, o meglio, non ho tempo per pensarci perché sono troppo impegnato a cercare di rimanere vivo. La RS3 schizza da una curva all’altra come un canguro morso da una tarantola, puoi sentire affondare il muso l’attimo che la getti dentro le curve più lente e allo stesso modo riesci a percepire fisicamente l’immane sforzo che fanno le gomme quando distendi il piede destro sull’acceleratore e la lancetta del contagiri comincia la sua folle corsa verso la linea rossa. Il virtual cockpit è fenomenale e permette di mettere la mappa di navigazione a tutto schermo, ma guidando come un bandito è meglio avere il contagiri digitale bello grande in mezzo al display da 12,3 pollici e lasciare che il passeggero si faccia carico di sbirciare le tornate successive tramite il display a scomparsa da 7 pollici, in mezzo alla plancia. Non c’è spazio per vezzi stilistici, tolti i bellissimi e comodissimi sedili in pelle traforata e con cuciture romboidali, tutto è estremamente ergonomico e ridotto al minimo, con un cruscotto pulito e lineare, proprio come quello di una tranquilla A3. Fatta eccezione che per i badge RS e per la leva del cambio sportiva, tramite la quale puoi richiamare i rapporti in modalità sequenziale, o agire direttamente sui paddle al volante, tutto sarà familiare a chi guida la piccola compatta tedesca, ma questo non è un difetto, bensì l’ennesima prova che non servono appendici aerodinamiche esasperate o soluzioni eccentriche per creare ben più di qualche grattacapo alla Lambo di cui parlavamo prima nel parcheggio del supermercato.
Sarebbe troppo facile glorificare la RS3 per il suo motore e per quei 400 cavalli pronti a farvi impallidire ogni volta abbiate bisogno di rinfrescarvi la memoria riguardo alle sue prestazioni. L’ambito in cui l’auto eccelle davvero è proprio il suo lato dinamico, con un assetto a dir poco strabiliante, dove in modalità Dynamic, la coppia motrice viene distribuita prevalentemente sull’asse posteriore, a tutto vantaggio di una sterzata più immediata e precisa. Ecco, questo è forse il punto in cui la RS3 riesce a sorprendere di più, lo si nota negli spostamenti più bruschi, come alle velocità più ridotte, anche se in questo secondo caso per motivi differenti. Lo sterzo è così preciso che se montassi un pennello sull’estremità del paraurti anteriore, potresti dipingere la Gioconda sull’asfalto, senza neanche fare troppa fatica. Alla fine si ritorna pur sempre a quel grezzo sentimentalismo che proviamo verso la più pura velocità, con uno 0-100 km/h di appena 4,1 secondi e una velocità massima limitata a 250 orari. Per consentire di sfruttare in tutta sicurezza simili numeri abbiamo a disposizione un potentissimo impianto frenante, dotato all’anteriore di dischi carboceramici da 370 millimetri, che a dispetto di quanto si potrebbe immaginare sono gestibili anche in ambito cittadino.
Il cambio S-Tronic continua a sparare una marcia dopo l’altra e sento che le mani sono ormai un tutt’uno con la parte del volante rivestita in Alcantara. Le due grosse bocche ovoidali dello scarico al posteriore sputano fuori tutta la loro rabbia e ripenso a quando ci lamentiamo delle auto moderne dicendo che nessuno pensa al divertimento e poi, puntuale come le tasse e la morte, arriva la solita frase “Non ci sono più auto come una volta”. Probabilmente chi ne è convinto non è mai salito su una RS3, perché questa strizzacervelli crea dipendenza, ti mette a soqquadro l’intestino e ti ricorda cos’hai mangiato per cena sino a tre settimane prima. Provo a spiegarmi meglio, ogni singolo bullone è dove dovrebbe essere, la follia c’è ma è di quelle che non si vedono. Nel momento che entrate in sintonia con lei e avete macinato abbastanza chilometri per allontanarvi a dovere da ogni segno di civiltà, allora è lì che sarete in grado di mettere alla frusta una compatta che ha esagerato con il testosterone. Senza neanche accorgervene avrete fatto fuori un paio di serbatoi, collezionato una risma di multe per eccesso di velocità e perso cinque anni di vita, ma dannazione se ne sarà valsa la pena. E’ una di quelle auto che ti mettono in difficoltà, perché non riesci a starle lontano e finisci per fare vocine stupide e dichiarare il tuo amore dopo pochi appuntamenti, troppo pochi. Del resto è lei che ti da quella confidenza, che ti infonde la sicurezza che sarà adatta anche quando vorrai mettere su famiglia.
La scarsa vegetazione a bordo strada lungo il Passo del Turchino è un invito a nozze e decido di escludere l’ESC, in modo da rendere l’RS3 ancora più libera e poter capire fino in fondo di che pasta sia fatta. Tutto procede secondo i piani, con la piccola bomba blu che continua a insinuarsi tra una curva e l’altra con una disinvoltura che farebbe impallidire un proiettile che si fa largo dentro ad una gigantesta forma di burro. Il fondoschiena comunica ogni cambiamento di direzione, ogni più leggero assestamento dei pesi, sempre mantenendo costante una sorta di magnetismo con la strada sotto di me, il vero motivo per cui riesci a sentirti così tranquillo nonostante il cervello cominci a provare come si sente una pallina da flipper nel bel mezzo di un big match. Ma se stavate cominciando a pensare che la RS3 fosse perfetta, un grosso “ma” sta piombando su queste convinzioni. Il suo difetto sta proprio nelle sue straripanti qualità, non prendetemi per pazzo e lasciate che mi spieghi meglio. Il fatto di essere così dannatamente prestazionale e che consenta di spremerla come un limone con una semplicità disarmante è il rovescio stesso della medaglia. Se da un lato la sua efficacia sia in grado di garantire maggiore sicurezza – ammesso che 400 cavalli tirati per il collo siano una situazione affiancabile al termine sicurezza – d’altro canto contribuisce anche a diminuire quel divario tra diversi tipi di guidatori. Anche vostra nonna potrebbe spararsi una strada di montagna e farsi beffe dei più agguerriti motociclisti del fine settimana e questo non è politicamente corretto, e quindi bisogna chiedersi, vi importa davvero che lo sia?
Il prezzo di listino non è amico di qualsiasi comune mortale, gli optional si pagano cari e per un modello ricco e superdotato come quello della nostra prova, non pensate di cavarvela facilmente. Il cartellino parte da almeno 55 mila Euro, ma neanche il tempo di batter ciglio e sarete su cifre ancora più importanti. Giustificherete la spesa a moglie o fidanzata sostenendo che una RS3 è come un anello di fidanzamento, non lo togli mai e vi farà fare bella figura con gli amici, senza per questo sembrare sbruffoni. Nel caso non dovesse crederci, aprite il bagagliaio e fatele vedere che mentre tornavate a casa dal supermercato, avete anche preparato la cena. O qualcosa del genere.
AUDI RS3 SPORTBACK
Layout – Motore anteriore, trazione integrale
Motore – 5 cilindri – 2.480 cc – turbo
Trasmissione – cambio automatico a 7 rapporti
Potenza – 400 cv @ 5.850-7.000 rpm
480 Nm @ 1.700-5.850 rpm
Peso – 1.510 kg
Accelerazione – 4,1 sec.
Velocità massima – 250 km/h
Prezzo – € 55.400