Il Peggiore Incubo di Ogni Automobilista Guida Una Panda
Dal 1980, tutti noi ci troviamo alle prese con una vera e propria “chicane mobile”: la Fiat Panda. Non importa se sia la prima, seconda o terza serie, tantomeno le varie motorizzazioni o allestimenti; se siete di fretta e vi trovate imbottigliati in una coda apparentemente interminabile, state pur certi che nel 90% dei casi, là davanti, ad aprire il trenino di 30 km/h di velocità massima, ci sarà una Panda e molto probabilmente di color azzurrino o verdino. Al volante, il classico signore attempato, magari con il cappello e la moglie seduta affianco, appesa alla maniglia quasi come se dovesse combattere la forza gravitazionale generata da una guida alla Ken Block. Inutile ogni tentativo di sorpassare, il fato vorrà che nella direzione opposta ci siano vetture ad impedirvi ogni manovra utile per arrivare al lavoro puntuali, e così dovrete attendere che la piccola utilitaria, che ha letteralmente infestato più di mezza Europa, arrivi a destinazione, accostandosi senza mettere la freccia e rischiando di creare almeno una decina di tamponamenti. Solo a quel punto potrete dichiararvi in salvo, ma soltanto sino alla Panda successiva. Se pensate che una volta ferme, queste Panda non protette dal WWF, non siano un pericolo vi sbagliate di grosso: manovre di parcheggio con contagiri al limitatore, sgasate paurose e toccatine più o meno consistenti sono all’ordine del giorno per il classico guidatore che ha scelto, una vita fa, di condividere i suoi spostamenti con questa diabolica vettura. Che sia chiaro, fa bene i suoi compiti per quel che vale, ma come molti di voi ci avete scritto, rappresenta anche la “scelta-non scelta” di chi non ha nemmeno voglia di pensare 5 minuti (o 5 secondi) su che auto comprare e così finisce per mettere in cortile l’utilitaria italiana per eccellenza.
Attenzione: questo discorso non è valido per le Panda Van, utilizzate da operatori di settore, che riescono magicamente a scatenare la piccola Fiat ad andature che metterebbero in crisi anche il pilota provetto di turno, ma questa è un’altra storia.
Marco Mancino