Chevrolet Corvette C8 | Review
CORVETTE-O-SCHOCK
Testo di Tommaso Mogge / Foto di Chevrolet Media
Più la osservo e più stento a credere che questa sia la nuova Corvette. Eppure in Chevrolet hanno deciso di mantenere la promessa fatta negli ultimi anni, di trasformare la mitica sportiva a stelle e strisce e stravolgere quel layout che l’ha accompagnata dal lontano 1953, quando introdussero la prima e fantastica Corvette C1. Sono trascorsi oltre 60 anni e 7 diverse generazioni, ognuna delle quali ha portato con sé importanti novità non solo in termini stilistici, ma anche dinamici. Dove la C1 era lo status symbol che si doveva sfoggiare per essere cool, il sogno americano definitivo, la successiva C2 incarnava quel desiderio di allontanarsi dalla città e vivere appieno la libertà degli anni 60. La C3 è una instant classic, un’auto capace di trasalire qualsivoglia catalogazione temporale ed entrare nei sogni degli appassionati e anche di coloro che solitamente storcono il naso quando si parla di sportive americane. Tanto controversa quanto efficace, la C4 ha superato il difficile periodo che l’ha vista entrare in produzione nel 1984 e uscirne nel 1996.
Con l’arrivo della quinta generazione (chiamata appunto C5), la Corvette s’è fatta più grande, ha cercato di affinare i difetti, ma ha inevitabilmente patito il confronto con le sportive analoghe provenienti dal vecchio continente. Tra i confini domestici è pur sempre rimasta in grado di soddisfare chi non avrebbe mai rinunciato a un poderoso V8 aspirato e così la sua naturale evoluzione – la C6 – altro non era che una sorta di aggiornamento, perlomeno ad uno sguardo più superficiale. Bisogna attendere il 2014 per accogliere la C7, la quale porta con sé un look decisamente più muscoloso e un abitacolo più curato, senza contare che offre prestazioni di tutto rispetto e che segna anche il ritorno di una versione chiamata Stingray. Passano appena 5 anni ed è il momento della C8, un modello che non sarà ricordato semplicemente come una nuova generazione, ma come una vera e propria rivoluzione. Del resto si tratta di incarnare lo spirito della terra delle opportunità e di farlo correre veloce, molto più veloce rispetto a prima.
La C8, disponibile sia in versione coupé che roadster, e sia nell’allestimento entry level Stingray, che nel più potente Z51, è la prima Corvette nella storia ad avere il motore in posizione posteriore centrale. Dimenticate ogni richiamo all’iconica linea della coupé con quel lungo cofano motore e immaginatela piuttosto come un adolescente che adora vestirsi come il proprio idolo (qualcuno ha detto Ferrari?). In questi casi e come è giusto che sia, bisogna avere una mente aperta e non lasciarsi andare a pregiudizi o pensieri malinconici, perché in fondo è quello che abbiamo sempre voluto, soprattutto quando ci si trovava nel panico più totale, cercando di raddrizzare il volante di una delle precedenti generazioni, sfuggito al nostro controllo senza apparente motivo. Sarà sicuramente un’auto migliore da guidare, ma è davvero ciò che vogliamo da una Corvette?
Ciascuno di noi ha le sue preferenze ed è giusto così, resta però un valore oggettivo secondo il quale una sportiva con un migliore bilanciamento dei pesi e un V8 da 6.2 cc naturalmente aspirato pronto a scaricare a terra 495 cavalli sull’asse posteriore finalmente gestibile anche quando ci si avvicina ad una serie di curve sia cosa buona e giusta. Il bambino che è in noi punta i piedi e comincia a fare i capricci, bisogna spiegargli che forse non ci sarebbe più stato bisogno dell’ennesimo aggiornamento di un’auto fantastica, divertente da guidare, ma purtroppo non all’altezza di una concorrenza capace di operare chirurgicamente sia sul sentiero casa-lavoro, che nei weekend in pista. Il balzo Corvette è stato quindi una necessità, una scelta molto coraggiosa che non solo immette aria fresca nel brand, ma consacra le precedenti generazioni come automobili di un’epoca passata, uno stile di guida del quale potremo godere ancora, ma che per un cliente ormai abituato ad avere prestazioni e guidabilità da prima pagina anche con una più tradizionale compatta, non sarebbe più bastato.
Lo ammetto, la prima volta che vidi la C8 non fui particolarmente colpito. Poi, osservandola meglio, magari anche grazie ad un set di cerchi più adeguato, è cresciuta in me e ha cominciato a comunicarmi ciò che realmente rappresenta. Ragazzi, il motore è pur sempre un V8 aspirato da 6.2 litri, eroga quasi 500 cavalli e 637 Nm di coppia, ma ciò che più sorprende è che paragonandola alla C7 – per esempio – ci si trovi di fronte ad un’auto completamente opposta. L’erogazione resta notevole, bombastica, ma è ancora più lineare e soprattutto ti concede di mettere a tavoletta e sfruttare un bilanciamento dei pesi 60/40, con un retrotreno sempre ben piantato a terra. Il cambio automatico a 8 rapporti, un Tremec DCT, fa il suo lavoro e gestisce bene l’ampia scala di giri motore a disposizione. C’è però una cosa che su tutte rende la nuova Corvette C8 un’auto che dovrebbe gravitare nel vostro radar e non parlo tanto delle prestazioni dichiarate nell’ordine dei 312 km/h di velocità massima o di uno 0-100 in meno di 3 secondi, tantomeno di un prezzo che per la Stingray parte di poco sotto ai 60.000 Euro e che per una sportiva con look e prestazioni da supercar non è niente male. Il boccone più dolce della nuova Corvette è che si comporta come una sportiva di razza, accelera forte – anzi fortissimo – entra ed esce dalle curve con estrema scioltezza, ha un abitacolo ancora più curato e nonostante la completa metamorfosi rispetto al modello che sostituisce, ha mantenuto intatto quel desiderio di far strillare il motore sino alla linea rossa.
Fa tutto con più consapevolezza, è matura nonostante si tratti di un progetto ex-novo e ti permette un tipo di guida che sino ad oggi non ha fatto parte del vocabolario Corvette e non per sue particolari colpe, ma più semplicemente per motivi legati al tipo di schema utilizzato sin dalla sua nascita. Vuol dire che amare la C8, equivalga a rinnegare i fasti del passato? No, perché in un garage ideale le due filosofie possono convivere proprio perché rappresentano due mondi di guida differenti, argomentazione davvero ostica da sostenere nel caso mettesse invece a fianco una C5 e una C6. Alla fine è tutta una questione di sentimenti e quando si tratta di auto speciali è giusto che si riduca su un piano più emozionale. Dove le prime tre generazioni hanno rappresentato e rappresentano tutt’ora un mito indiscusso, l’evoluzione vissuta con la C4, C5, C6 e C7 ha permesso alla Corvette di maturare e prendere una decisione di quelle per le quali servono attributi d’acciaio. La C8 potrà essere un flop colossale, oppure l’incubo di tante supersportive europee, ma questo lo potrà stabilire soltanto la prova dei numeri. Quello che invece è innegabile è che superato lo smarrimento iniziale, questa Corvette ha davvero senso di esistere ed è pronta a gettarsi nella mischia.
CHEVROLET CORVETTE C8 Z51
Layout – Motore centrale, trazione posteriore
Motore – 8 cilindri a V 6.162cc
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 495 cv @ 6.450 rpm
637 Nm @ 5.150 rpm
Peso – 1.697 kg
Accelerazione – 2,9* sec.
Velocità massima – 312* km/h
Prezzo – da circa € 55.000
*dati dichiarati dalla casa