
Citroen BX 4TC | Dal Gruppo B alla Strada
Testo Carlo Brema / Foto Citroen – RM Sotheby’s
Se disponessi di una macchina del tempo, il primo viaggio sarebbe quello di tornare indietro al 1985. 40 anni esatti per assistere a quella breve parentesi rallystica che ha reso immortale la categoria più pericolosa e sconsiderata di sempre: il Gruppo B. Le auto da corsa di quegli anni erano dei missili capaci di alzarsi da terra in maniera impressionante, per poi atterrare e tornare a mordere ghiaia, fango, asfalto o neve e lanciarsi nelle curve a velocità impensabili, soprattutto per gli standard di sicurezza dell’epoca. E infatti, i numerosi decessi portarono ad una prematura scomparsa di questa categoria riservata ai piloti più folli di sempre, senza però impedire di lasciare in eredità una serie di modelli speciali impreziositi da quell’aurea di rarità e pericolosità che li ha resi leggendari e tali da eludere il trascorrere dei decenni.

Ma non siamo qui a parlare di Lancia, Peugeot o Audi, giusto per menzionare alcuni tra i nomi che prendono subito forma nella mente di ogni appassionato quando si parla di Gruppo B. Già, perché la francese Citroen non è stata mica ferma a guardare e anzi vanta quello che a onor del vero pare essere il modello più raro fra tutti: la BX 4TC. Lo confermo, il più raro e non tanto per il numero di esemplari prodotti, che da regolamento FIA implicava la produzione di un minimo di 200 unità omologate per uso stradale, aspetto pertanto condiviso con tutte le competitors (leggende metropolitane escluse), ma per il fatto che le vendite della BX più fuori di testa di sempre non sembrarono rispecchiare in pieno le aspettative della casa francese. Ne furono vendute poco meno che un centinaio e di molte se ne perse traccia col tempo, facendosi così ipotizzare che ad oggi incrociarne una si tratti realmente di una visione estremamente insolita.



Citroen non va per il sottile e trasforma la berlina BX in un mostro da competizione. Sono evidenti i passaruota allargati, soprattutto nella vista laterale e posteriore, dove spicca lo spoiler alla base del lunotto, mentre sul cofano motore troviamo un vistoso rigonfiamento che non prova in alcun modo a nascondere l’indole corsaiola della 4TC. Ad accentuare e caratterizzare il progetto di Citroen troviamo poi l’adottamento assai insolito per il mondo dei rally di un sistema di sospensioni idrauliche, soluzione che in ambito stradale ha sempre garantito massimo comfort per i clienti della losanga. Ma in un mondo in cui nessuno bada alla comodità in fase di marcia, Citroen conferma che la propria scelta sarebbe stata un azzardo che avrebbe premiato una maggiore maneggevolezza, soprattutto su fondi sconnessi.



A muovere la BX 4TC troviamo infine un 4 cilindri turbo da 2.1-litri di derivazione Chrysler e Simca. Nella controparte stradale eroga 200 cavalli e una coppia massima di 300 Nm, abbastanza per muovere la berlina da 0 a 100 km/h in soli 7 secondi e mezzo. Con l’adozione di una turbina KKK, la versione da competizione detta Evo arriva a produrre ben 380 cavalli (e 460 Nm), il che si traduce in prestazioni di almeno 2 secondi più veloci sullo 0-100 (5,5, ndr) e una top speed di circa 280 orari. Il cambio è un manuale a 5 marce, non il massimo in quanto a modernità, dato che era lo stesso della Citroen SM, ormai in giro da qualche tempo.

Non giriamoci intorno e non vergognatevi di dire che forse la BX 4TC è più sexy della Lancia Delta S4, magari proprio per via delle sue forme ancora più generose, del look da berlina vitaminizzata e per il fatto che una volta parcheggiata, le sospensioni idrauliche fanno scendere il corpo vettura sino a coprire quasi del tutto le ruote. Violenta, anche a motore spento. Peccato che oltre agli scarsi numeri di vendita, la 4TC fallì proprio dove avrebbe dovuto eccellere, ovvero nelle corse. Numerosi i ritiri dovuti alla scarsa affidabilità, con un sesto posto al Rally di Svezia dell’86 quale miglior risultato. A sancire la fine dei giochi fu il ritiro di tutte e tre le vetture schierate al Rally Acropolis della medesima stagione, tutte con il medesimo problema causato dalle sospensioni. Un epilogo sfortunato che portò ad un’inevitabile prematura fine, ma ciononostante nulla toglie gaudio al sol guardarla. La BX 4TC non sarà ricordata come il capolavoro motoristico di Citroen, ma senza dubbio è tutt’oggi una delle più sexy creazioni di Bertone e della casa francese. Poco importa se non ha risposto presente tra uno special stage e l’altro e il fatto di avere notizie di appena 40 esemplari stradali rende il valore emozionale della BX 4TC ancora più speciale. Quanto darei per guidarne una. Quasi €200.000? Ok, non sono affatto pochi per una BX, ma l’impronta del Gruppo B sa convincere senza grossi problemi.
