Col de Turini Tour: Ritorno A Casa
COL DE TURINI TOUR
GOOD TO BE BACK!
Testo Andrea Albertazzi / Foto Giorgia Rossi
Dopo il break forzato del 2020, il Col de Turini Tour ha regolarmente ripreso il proprio posto nel calendario di quegli appuntamenti che ogni vero appassionato di guida non può mancare. La tradizionale abbuffata di tornanti che hanno tempestato pagine di riviste e libri dedicati al mondo dei rally è finalmente di nuovo al suo posto e aprendo la stagione 2021 dei nostri tour ha radunato sulle alture del Principato di Monaco oltre 35 equipaggi, provenienti da tutta Italia, ma anche Francia e San Marino. Appassionati, ma nel vero senso della parola, di quelli che con la propria auto ci parlano e non soltanto quando la sistemano nel garage a fine giornata, ma che sanno esattamente quali sono le paroline magiche per una staccata al limite o per massacrare qualche centimetro di battistrada. E così un’altra allegra scampagnata si è rivelata la soluzione più sana ed efficace alle apprensioni che tutto il mondo vive da oltre un anno.
Seguendo alla lettera tutte le norme dettate dalla situazione sanitaria, gli equipaggi sono arrivati un poco alla volta per il ritrovo e gli accrediti, concedendosi una colazione al sacco in attesa che lo schieramento di vetture fosse al completo. Quest’anno c’è davvero di tutto, dalle immancabili Porsche alla delegazione di compatte bollenti, inclusa la grande novità che ha dato nuova forma al senso di batticuore – la nuova Toyota GR Yaris (ben due quelle presenti), passando per Maserati GranTurismo MC Stradale, Ford Mustang, Lamborghini Murcielago, Ferrari 488 GTB e un tris di Lancia Delta, tra cui due creature del pilota di rally Riccardo Errani, che ha portato una versione WRC da 1 km/l (sì, avete letto bene!) e l’incredibile Erre 20 Safari, un gigante arancione creato per la mitica Dakar e pronto a conquistare la vetta del Turini.
Ogni approccio è differente, soprattutto a seconda della trazione. Ne sa qualcosa la BMW M2 di Alberto, perfettamente a suo agio di traverso ad ogni tornante. E poi ancora Alfa Romeo 4C, AMG C43, BMW 128 ti, due Alpine A110, Peugeot 308 GTI, Subaru (BRZ e Impreza WRX STI), Alfa Romeo MiTo Quadrifoglio, Mazda MX-5, RenaultSport Clio RS e così via, ovviamente senza dimenticare le vetture scelte dal nostro staff e di cui leggerete di più sulle nostre pagine: una Ford Puma ST e un’Audi S3.
Lasciato il piazzale della partenza e superato Mentone, la strada che porta verso Sospel comincia a delinearsi, diventando man mano sempre più libera e solleticando quel desiderio di premere a fondo il pedale dell’acceleratore. Certo, il Col de Turini non è un parco giochi per velocisti, ma piuttosto un’esperienza che trova il suo massimo sfogo in quell’incredibile bolgia sonora che rimbalza sulle pareti di roccia in mezzo alle quali ci si lancia, non appena superati i pochissimi paesini che dividono Castillon da Moulinet. C’è odore di freni, di gomma bruciata, quei tipici muretti in pietra fanno subito saltare alla mente le immagini di campioni di rally hanno scritto pagine incredibili di uno degli sport più belli e puri in assoluto. È qui che il rapporto guidatore-macchina diventa qualcosa di più, che riesci ad avvicinare il limite meccanico della tua auto, tallonando quello che ti precede e tenendo d’occhio il gruppetto che ad ogni tornante fa capolino nello specchietto retrovisore.
Dopo un numero indefinito di curve si raggiunge quindi la vetta del Col de Turini, che con i suoi 1.607 metri di altezza sul livello del mare è tutto fuorché un gigante delle Alpi, ma sa dire la sua in quanto a emozioni e coinvolgimento alla guida, di certo agevolato dal fascino e dalla magia che il luogo custodisce per un appassionato e un conoscitore di motori e motorsport. Breve pausa caffè e per chi lo desidera – semplicemente per il fatto che si è un pizzico in ritardo sulla tabella di marcia – c’è tempo per affrontare in ambo i sensi i tornanti che portano a La Bollène-Vésubie, per poi ricompattarsi lungo la strada che attraversa Peira-Cava e proseguire in direzione Lucerame, optando per il bivio che riteniamo più panoramico, nonché meno trafficato. Altro raggruppamento in quel di L’Escarène e poi di nuovo a tutto gas sul Col de Braus, il leggendario serpente di tornanti che insegue la propria coda. Tappa finale sull’ultimo colle della giornata, il Col de Brouis, per un meritato pranzo all’interno del’Auberge riservato interamente per i partecipanti a questa edizione del tour.
Questa volta abbiamo dovuto attendere 24 mesi, ma ne è valsa dannatamente la pena. Lo dice anche Jack, il cagnolino mascotte della giornata, sempre alla ricerca di un po’ d’ombra e di qualche coccola, navigatore del Team di amici e partner di WrappingItaly, presenti insieme al sopracitato Errani. Lo dicono i segni sull’asfalto, lo dice la magia che c’è nell’aria, nei commenti a caldo e nei sorrisi di chi condivide una passione per le automobili che ogni anno allarga la nostra grande e stupenda famiglia e che concretizza l’immagine di esperienza alla guida che noi tutti amiamo, quella identificata da un’auto sportiva alle prese con una strada di montagna e accompagnati dalle persone giuste. Siamo fatti così, non serve altro. E già siamo pronti per la prossima arrampicata.