Col de Turini Tour V – L’Arrampicata Selvaggia
COL DE TURINI TOUR V
L’ARRAMPICATA SELVAGGIA
Testo di Andrea Balti / Foto di Giorgia Rossi
Più chilometri, più curve e lo stesso irrefrenabile spirito di conquista del colle più leggendario del rally di Montecarlo.
“Anche questa volta, si risparmiano le gomme domani” – sì, perché alla fine il Col de Turini riesce a mantenere quel richiamo magico che ti fa disconnettere la spina del cervello e vivere ogni tornante come se fosse l’ultimo. Quest’anno, nel vero senso della parola, visto il traffico di motociclisti che ci ha sorpreso durante la primissima parte del tour e che abbiamo dovuto schivare in stile slalom gigante quando è sopraggiunta una porzione di strada letteralmente ricoperta di ghiaia. Se qualcuno avesse dei dubbi riguardo l’indole rallistica del Turini, questa quinta edizione avrà senza dubbio scacciato ogni perplessità al riguardo.
Il sole del primo mattino è caldo e abbiamo tradito il Principato di Monaco in favore di una location più comoda, ampia e soprattutto priva dello stringente terrore che attanaglia i possessori di supercars e auto sportive, ormai presi di mira dalle forze dell’ordine monegasche non appena il contagiri supera quota 1.000. C’è spazio per sistemare tutte le auto nell’ampio piazzale, fare conoscenza con gli altri drivers e dare uno sguardo al road book, che quest’anno presenta un itinerario completamente rivisitato e che ci vedrà proseguire verso Nord, in direzione del Colle della Lombarda, per poi entrare in Italia nella zona di Vinadio. Dopo pochi minuti, gli arrivi si fanno sempre più numerosi e il piazzale si riempie di supersportive di ogni tipo, il vociare dei presenti è interrotto dal borbottio di qualche otto cilindri, spaziando dall’intramontabile eleganza delle Maserati presenti, fino all’estro di wrapping unici, come un’Audi TT a specchio, una S3 bicolore e la Focus RS del nostro apripista – Mr Sapone – un eccezionale design camouflage con metà vettura su toni scuri e metà su toni chiari. Volgendo lo sguardo tutto intorno ci sono poi AMG A45, AMG GTR, Ferrari F430, l’immancabile delegazione di Mazda MX-5, ma ancora Toyota GT86, Lotus Exige V6 350 Sport, Mustang e molto altro. Cos’hanno in comune? Faranno leccare i baffi a ogni tornante.
Lo stesso dicasi per l’Audi-Porsche RS2, simpaticamente ribattezzata come l’officina viaggiante, per via del continuo work in progress del proprietario, il quale però – tra un rifornimento e l’altro – non perde un colpo e tiene testa a vetture ben più giovani e certamente meno analogiche. E’ tutta gente che non vuole perdere tempo in lunghi discorsi, interminabili pranzi o visite a qualche museo. Non oggi perlomeno. Tempo di mettere in moto e far inferocire la dolce Greta, che almeno per oggi dovrà perdonarci. Vedere il convoglio di auto muovere i primi metri in direzione Sospel è sempre un’emozione e nonostante siamo giunti alla quinta edizione, l’ansia è quel sentimento che nei minuti iniziali la fa da padrona indiscussa. Abbandonata la vista mare ci si immerge tra le nude rocce che avvolgono i chilometri che ci portano verso il Col du Castillon, a metà strada tra Menton e Sospel. Dopodiché è proprio come premere un interruttore e tutto assume un altro significato. La strada di fronte ai propri occhi non nasconde la bellezza di un paesaggio che sembra non mutare mai e preservare un innato alone di mistero, gettando lo sguardo in quelle vallate profonde sovrastate da monti che si ergono e ospitano costruzioni altrettanto in grado di stuzzicare la curiosità, convincendoti che tornerai ancora, per visitare la zona senza fretta, ma anche per sparare altre marce come se non ci fosse un domani.
I chilometri scivolano via che è un piacere, ma da qui alla cima del Turini ci imbattiamo in un numero di bikers impressionante. Alcuni rischiano la vita a ogni curva, altri preferiscono un’andatura che non supera quasi mai i 5 km/h (ho scritto bene, fidatevi). A parte questo, sono i classici tornanti del Colle che ci regalano le prime emozioni forti. Loro son sempre lì, con quel tipico muretto in pietra a lato e quella voglia di far allargare il posteriore in uscita, buttare a fondo il gas e poi lanciarsi sul freno mentre si prepara la tornata successiva. Si prosegue con questa danza di sincronia perfetta tra braccia e piedi e si raggiungono i 1.607 metri del Col de Turini, dove si effettua la prima sosta e ci si disseta all’interno dell’Hotel, questa volta senza sostare per il pranzo. E’ impossibile non lasciarsi catturare dall’atmosfera creata da quelle pareti ricoperte di targhe commemorative, fotografie, autografi e qualsiasi memorabilia motoristica, ma è altrettanto impossibile resistere a lungo lontano dalle proprie vetture. Tempo di rimettersi in marcia, in direzione La-Bollène-Vésubie, per un’altra dose di serpentine d’asfalto shakerate tra la roccia e il dirupo dal lato opposto. Il gruppo è compatto, la tranquillità della Valle è ormai un lontano ricordo e il gruppo si fa strada sino al Col du Saint-Martin, per un break ad una temperatura ben più piacevole di quella a cui ci ha abituato il caldo stringente degli ultimi giorni.
Tocca a Isola e quindi la salita a quota 2000 metri sino ai piedi del Colle della Lombarda, dove si ha l’opportunità di scatenare i cavalli grazie alla perfetta condizione della strada e alla larghezza delle curve che portano sino alla località turistica invernale chiamata appunto Isola 2000. Sempre tutti molto compatti ci apprestiamo a entrare nel meraviglioso panorama del Colle, dove siamo però sorpresi da una leggera pioggia e una fitta nebbia. Bisogna per forza alleggerire il ritmo e procedere con cautela. La carreggiata si fa anche inevitabilmente più stretta e alcune vetture provenienti dal senso opposto ci costringono a far raffreddare i bollenti spiriti. La discesa sul versante italiano, in direzione Vinadio, prosegue senza forti emozioni, ma funge da defaticamento psicofisico, accompagnandoci senza frenesia sino all’azienda agricola Birra Anima, una giovanissima realtà che produce ben sei tipi di birra artigianale. E’ qui che vengono sistemate le vetture e riusciamo infine a dissetarci e mangiare, già sazi di curve e frenate al limite.
Il Col de Turini Tour cambia ogni anno, ma per questa quinta edizione abbiamo aumentato il chilometraggio totale e variato un buon 70% dell’itinerario, prestando sempre grande attenzione al fine di offrire ai partecipanti un’esperienza appagante sotto il punto di vista della guida, delle località attraversate e in grado di regalare momenti di divertimento e aggregazione, grazie anche ad un’attenta selezione degli equipaggi stessi. Sono stati 199 i chilometri percorsi per questa quinta edizione e mentre siamo già al lavoro per confezionare una sesta edizione ancora più entusiasmante, non resta altro che ringraziare tutti coloro che hanno preso parte al tour, rendendolo di fatto un altro appuntamento concluso in maniera positiva. Vedere le facce soddisfatte dei presenti, ascoltare i commenti a caldo e rivivere queste emozioni osservando ogni singola fotografia, ripaga di ogni sforzo messo in gioco al fine di evidenziare una domenica diversa dalle altre, una di quelle date sul calendario che vengono evidenziate per un motivo ben preciso – oggi ci si diverte. E ci siamo divertiti, voi con noi, noi grazie a voi che siete il vero motore di una passione che rende la vita un fantastico viaggio da percorrere insieme, meglio ancora se su una tortuosa strada di montagna.
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