Daimler Dart SP250: Un Principe Travestito da Rospo
Testo Roberto Marrone Foto Historics Auctioneers
Sul finire degli anni ‘50 la Daimler Motor Company, fondata da Harry J. Lawson nel 1896, da sempre anche fornitore ufficiale della Casa Reale inglese, aveva necessità di presentare qualcosa di nuovo, che si staccasse rispetto alle austere berline molto classiche che la clientela era abituata a vedere. Si optò così per una vettura cabriolet a due posti, con il proposito di conquistare il mercato americano che tanto richiedeva questa tipologia di auto. Il nome scelto fu Dart, ma Dodge aveva già registrato questo nome, quindi la sigla diventò SP250.
I primi prototipi iniziarono già a circolare nel 1957. La motorizzazione presentava un V8 di 2.547 cc progettato da Edward Turner con basamento in ghisa, testa in lega leggera, albero a camme singolo centrale, due classici carburatori SU e cambio Moss a quattro marce. Disponeva di 142 cv e raggiungeva i 200 Km/h. L’accelerazione sullo 0-100 Km/h avveniva in 8.9 secondi, davvero notevole per l’epoca. Ma la cosa più bizzarra fu proprio la linea, su disegno di Jack Wickers: il frontale spiccava infatti per i fari tondi e sporgenti su un cofano curvo ed aerodinamico, la calandra ovoidale molto schiacciata le dava l’aspetto di un rospo, mentre nella parte posteriore spiccavano due pinne molto grandi su cui erano sistemati i fari verticali tondi e forse queste “stranezze” non fecero breccia nel cuore di buona parte di potenziali clienti.
Certamente l’interno era molto lussuoso e ben rifinito, i materiali usati tipici inglesi, sedili, pannelli, tutto in pelle di prima qualità ed anche il pavimento era rivestito di lana pregiata – difficile battere gli inglesi in questo – La carrozzeria era in vetroresina ed aveva un doppio vantaggio, ovvero pesare e costare meno rispetto all’acciaio. Venne presentata al pubblico nel 1959 al Salone di Londra e successivamente a New York. Lo sforzo della Daimler però non bastò a salvare il brand, infatti già nel 1960 Jaguar assorbì il marchio, continuando a produrre con il nome Daimler le berline con piccole varianti che riguardavano principalmente la calandra e i loghi ed anche la SP250 continuò ad essere prodotta. Già nel 1961 nasceva la seconda serie, presentando un telaio rinforzato sull’anteriore e sul posteriore, dato che l’eccessiva facilità con cui fletteva, provocava persino l’apertura delle portiere. Arrivò anche una terza serie con ulteriori modifiche e migliorie, specialmente nell’abitacolo. La produzione cessò nel 1964. In totale vennero costruiti 2.648 esemplari (oltre alle 6 pre-serie) Quindi: A-Spec 1.924, B-Spec 474, C-Spec 256. Certamente i numeri rimasero molto lontani dalle prospettive che aveva previsto la Casa. Peccato, perché dopotutto prestazioni e maneggevolezza le permettevano di strare al passo con auto anche di cilindrata maggiore; chissà se la colpa fu solo di quelle scelte stilistiche un po’ sopra le righe. Resta il fatto che l’esiguo numero di automobili costruite, potrà fare la felicità di collezionisti odierni, dato che la sua quotazione è – per il momento – ancora a livelli convenienti.