Disastri d’autore
L’ANGOLO CRITICO
Da più parti arrivano immagini sconcertanti di automobili più o meno importanti, personalizzate in maniera davvero pesante e non parliamo di tuning, qui si va oltre. Pur mantenendo la forma originale, sono i pennelli che lavorano, anzi i rulli e se non bastano, arrivano vere e proprie devastanti secchiate di vernice. La sottile differenza tra opera d’arte o pasticcio è molto sottile e può essere valutata in tanti modi. E’ pur vero che non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace, ma c’è sempre chi per fare l’intenditore, o per stupire, attribuisce all’opera dell’artista presunto, i significati più disparati. Resta il fatto che, chi ama le supercar, e non importa se ne ha una, anzi, proprio se non se le potrà mai permettere, troverà certe interpretazioni ancor più degne di essere paragonate ad un grave reato. Esistono tele, fogli di carta, muri, vecchi edifici abbandonati e pericolanti, dove rovesciare litri di vernice, senza andare a rovinare il lavoro di grandi artigiani, oppure se proprio se la vogliono prendere con le automobili, ci sono centinaia di autodemolizioni, dove poter sfoggiare la loro arte presunta. Inviterei i suddetti imbrattatori a presentarsi in una sede di un Club di appassionati di auto, in modo che i soci, possano con l’uso delle mani racchiuse, colorare loro il contorno degli occhi, senza nemmeno bisogno di vernice: anche questa potrebbe essere interpretata come una forma d’arte. E se non bastasse, si potrebbe aggiungere una bella secchiata di asfalto misto piume sulla loro testa ed organizzare poi una mostra fotografica. Per favore, lasciate in pace le belle auto.
Roberto Marrone