Dobbiamo Davvero Lasciare in Pace i Miti d’Infanzia?
Tutti abbiamo il nostro supereroe travestito da automobile.
Ma è davvero meglio evitare di ritrovarsi faccia a faccia con quel modello che ha caratterizzato i nostri sogni da piccoli? Tra i tanti poster (perché qualche anno fa esistevano ancora) che sfoggiavamo nelle nostre camere, qual’era la vettura con maggiori attenzioni? Quella sopra al letto, per intenderci, quella che al nostro risveglio, si stagliava come prima immagine, una volta aperti gli occhi. Tutti ne abbiamo una in particolare e molte di più sono quelle cosiddette “leggende” che spopolavano prima nei forum e adesso nei gruppi Facebook. Spesso condite di altrettante leggende, ma stavolta metropolitane, racconti sull’orlo della fantascienza che si basano soltanto sul “sentito dire”. Poi, arriva quel fatidico giorno in cui hai l’occasione di guidarla veramente e così torni immediatamente bambino: il cuore ti batte forte e non vedi l’ora di toccare con mano il suo metallo, aprire la portiera ed impugnare il volante, sicuro che i minuti che vivrai da lì a poco saranno i più belli della tua vita.
E così, il fattaccio. Se sei una persona obiettiva e con un minimo di esperienza e criterio sulle spalle, ti rendi conto che, molto spesso, troppo spesso purtroppo, sarebbe stato meglio fare vivere il tuo mito nel ricordo, nell’immaginario che ti eri creato, continuando ad ammirarlo come il tuo primo grande sogno. Oggi i nostri standard qualitativi sono intaccati dalla migliore precisione in fase di assemblaggio che hanno le auto moderne, alle volte, cosa molto più importante, le prestazioni tanto decantate sono appena sufficienti per non sfigurare quando si sorpassa un ciclista in salita. Non voglio scendere nei particolari, ma le auto che rappresentavano il mio più grande sogno, si sono rivelate davvero deludenti, le avrei preferite ancora con quella maschera di mistero, a lasciarmi domandare se davvero fossero così grandiose (convincendomi che lo erano sul serio).
Alex Marrone