Dodge Charger Hellcat | Review
Testo Christian Parodi / Foto Dodge Media
È una belva che si scatena. Letteralmente. Immaginate che fin qui fosse soltanto che un luogo buio e umido, dove tutto ciò che puoi vedere non va oltre un palmo dal naso. All’improvviso lei si mette in moto – prende vita voglio dire – e tutto quanto viene pervaso da un assordante ruggito, un canto infernale che sembra provenire dai ricordi ancestrali di un’era in cui i motori avevano il solo obiettivo di rendere glorioso ogni attimo trascorso alla guida. È la declinazione più estrema e politicamente scorretta della Dodge Charger, una tra le muscle cars più amate del mondo intero, adesso sempre più vicina allo status di creatura mitologica con il trattamento SRT Hellcat Redeye. Lo si capisce dal nome stesso che si fa sul serio e quanto agli americani piaccia giocare sui richiami con un mondo oscuro, ormai sempre più paragonabile a quello di una pura combustione interna, là dove in molti volgono lo sguardo al downsizing e all’efficienza, qui occorre un pieno di 100 ottani anche solo per il casa-lavoro.
Il look resta fedele alla Charger contemporanea che tutti conosciamo e che purtroppo non ha preso piede come la Ford Mustang, almeno per quanto riguarda la vecchia Europa. Ma negli USA, più è grande e più piace, ecco perché nessuno storce il naso di fronte al suo V8 Hemi da 6.2-litri, qui portato all’esasperata potenza massima di 807 cavalli. Si tratta di un traguardo che le conferisce il primato quale muscle cars più potente di sempre, ma anche un monito a tutti quelli che intendono mettersene una in garage: questa bestia può mordere e fare molto male, se solo si commette l’errore di sottovalutarla e pensare di avere il controllo anche solo che per un momento.
Infatti, nonostante i passi da gigante compiuti in termini di dinamica di guida e assistenza al conducente, la Charger SRT Hellcat non sembra conoscere la parola perdono. In realtà è pur sempre possibile guidarla in tranquillità, sfiorando delicatamente il pedale dell’acceleratore e sfruttando la praticità dopotutto offerta da una carrozzeria quattro porte e cinque posti, con un ampio baule al posteriore, utile qualora decidiate di metterla alla prova sulle lunghe distanze, come fareste con una qualsiasi e ben meno coinvolgente berlina. Nel momento in cui però ci si ricorda della incredibile riserva di potenza a disposizione, la creatura prende vita all’istante e ammesso che non portiate a fine vita gli pneumatici alla prima partenza più vigorosa del solito, ci si rende ben presto conto che una potenza simile va rispettata senza se e senza ma.
Questa Charger ha tutto ciò che serve per essere considerata un’icona contemporanea ed è completata da cerchi da 20” in lega leggera con freni Brembo e dischi ventilati da 400 mm all’anteriore e 350 mm al posteriore, differenziale autobloccante sull’unico asse di trazione – quello posteriore ovvio – e un cambio automatico a 8 rapporti che esalta quello stile di guida mai troppo nevrotico, da sempre sinonimo di muscle cars. Il V8 urla, emette un ruggito che sembra volerti spaccare i timpani, mescolato con il sibilo del supercharger e con qualche fruscio aerodinamico che si lancia verso i 6.500 giri della linea rossa. Ciò che sconvolge in maniera ancora più evidente è l’assurda coppia massima: 959 Nm a 4.500 giri, una frustata nella schiena che ti preme al sedile quasi come a volerti chiedere “Mi dicevi che l’auto elettrica di tuo cugino ha un’accelerazione pazzesca?”. Dai, lo sappiamo che lo pensavi, almeno sino a questo momento.
0-100 km/h in 3,2 secondi, i 400 metri si raggiungono in 10 secondi e mezzo e la velocità massima è di 326 orari. Numeri notevoli che tuttavia non rendono giustizia alla spaventosa reazione una volta che ci si trova al volante, cercando di tenere dritto l’anteriore mentre le ruote posteriori firmano l’asfalto con due linee non perfettamente dritte. L’abitacolo gode della tipica taglia XL, con sedili enormi ma che non pensano soltanto alla comodità, offrendo anche un ottimo aspetto contenitivo, grazie ai profili laterali che stringono bene il busto in curva. C’è un sistema di infotainment al passo coi tempi, una buona visibilità su tutti i lati (un punto a favore rispetto alla Challenger) e una posizione di guida adatta a qualsiasi tipo di guidatore. Resta il fatto che se guidate la Hellcat attingendo alla riserva di cattiveria sistemata sotto al cofano motore, non riuscirete a fare altro che aggrapparvi al volante e cercare di imparare a domare il posteriore, situazione che dopo molta pratica e tanto coraggio non è poi nemmeno impossibile. Attenzione però a credere di aver imparato tutto, la Hellcat è sempre pronta a punire severamente.
La parte in cui solitamente molti sogni vengono infranti giunge quando si parla di prezzi, ma come ben sappiamo questa regola non scritta non vale per gran parte delle auto americane. La Charger SRT Hellcat non è da meno e se negli USA potete portarvela a casa con appena $78.000 dollari (ovvero circa €65.000), in Europa occorre sborsare sugli €88.000, una cifra non certo alla portata di tutti, ma incredibilmente economica se pensate che si tratti della berlina più potente al mondo, nonché della muscle car (di larga produzione) più potente di sempre. Una vettura capace di coniugare la praticità di una berlina con potenza da supersportiva, il tutto in un contenitore prestazionale che nelle mani giuste non conosce limiti se non quelli imposti dal buon senso e dalle dimensioni della strada nella quale risvegliare il demone che attende nell’ombra, respirando pesantemente sotto un cofano che con le sue nervature e prese d’aria non nasconde la sua indole bellicosa.
DODGE CHARGER SRT HELLCAT REDEYE
Motore V8 cilindri Supercharged, 6.166 cc Potenza 807 hp @ 6.300 rpm Coppia 959 Nm @ 4.500 rpm
Trazione Posteriore Trasmissione Cambio Automatico a 8 rapporti Peso 2.150 kg
0-100 km/h 3,2 sec Velocità massima 326 km/h Prezzo da circa€88.000 (Europa)