ELISA ARTIOLI | I AM LOTUS ELISE
Intervista a cura di Alessandro Marrone / Foto concesse da Elisa Artioli
Elisa è una ragazza speciale e non solo perché è grande appassionata di motori e soprattutto di guida, ma perché è lei che ha dato il nome alla vettura che più di ogni altra incarna il più puro piacere di guida, la Lotus Elise appunto. Dovremmo precisare che in realtà è stato il nonno Romano Artioli, che al salone di Francoforte del 1995 presentò al mondo quella piccola e leggerissima 2 posti che avrebbe cambiato per sempre la concezione di guida di tutti coloro che avrebbero avuto la fortuna di mettersi al volante. Sono trascorsi 25 anni e la leggendaria ricetta “less is more” che ha reso celebre la filosofia di Colin Chapman perdura con una gamma che fa della più cruda reattività il proprio punto di forza. E proprio questa visione dell’automobile intesa come oggetto del divertimento non ha fatto altro che rendere la piccola Elisa una giovane donna con tanta passione, grande umiltà e il desiderio di portare avanti la visione di nonno Romano, guidando la sua Elise a spasso per il mondo. Abbiamo colto l’occasione per fare una chiacchierata con lei e scoprire qualcosa di più sulla bimba che ha dato il nome ad una delle sportive d’eccellenza.
Ciao Elisa, come stai? Dove ti trovi al momento?
Ciao, qui va tutto bene (situazione Covid-19 a parte). In questo momento mi trovo a casa a Bolzano, ed è domenica. Probabilmente la prima domenica che sono a casa da dopo il lockdown. Per chi mi conosce sa che durante la stagione “di guida” il venerdì dopo il lavoro preparo il mio zainetto per il weekend e fuggo. Anche questa stagione sono riuscita a fare circa 15.000 km di passi di montagna.
La tua storia è unica. Il tuo destino ha scritto un racconto emozionante. Quali sono i tuoi primi ricordi di quella fantastica automobile chiamata Elise?
Quando mio nonno acquistò la Lotus, ci trasferimmo a Norwich in Inghilterra. Il progetto della Lotus Elise è iniziato proprio l’anno in cui sono nata io, la prima nipotina. Non parlando molto inglese all’età di 3 anni non volevo mai andare all’asilo e così mio nonno ogni tanto mi portava con lui in fabbrica. Già alla giovane età di 2 anni e mezzo mio nonno mi diede un compito importantissimo: presentare quella che sarebbe stata la nuova sportiva per la casa inglese al salone di Francoforte. Infatti in 12 Settembre del 1995 l’Elise fu svelta al mondo, ma sotto il telo c’era una sorpresa inaspettata. Una bambina con una maglietta che diceva “I am Elise”. Mia mamma era preoccupata perché sono rimasta sotto il telo ad aspettare il momento che la macchina venisse svelata ai giornalisti. Io, orgogliosa del mio ruolo non volevo neanche più uscire da lì. Sono passati esattamente 25 anni da quel momento, ma ancora adesso quando mi metto al sedile di guida della mia Elise ci rimango il più possibile.
Come ci si sente a rappresentare nel mondo la vettura che più di ogni altra incarna il più puro piacere di guida?
Fortunati! D’altronde io sarò la fan numero uno di questa macchina. Le reazioni sono dirette, per via della sua leggerezza nel momento in cui dai gas, parte. Inoltre ti senti collegato alla strada per via dello sterzo un po’ rigido e anche per la seduta sportiva molto bassa. Nel momento in cui ti siedi nella Lotus Elise sai che è una macchina sportiva e lei ti chiederà di dare gas.
Non è questione di andare veloce, perché sicuramente non è una macchina con la quale ti divertiresti sull’Autobahn. Ma la sua crudità e reattività rendono la guida divertente, mica per niente la definiscono un gokart da strada. È una macchina che ti da emozioni di guida, soprattutto in curva. Agli appassionati di guida sportiva non può che piacere. Sarò di parte lo so ma per me l’Elise rappresenta molto di più che una semplice auto.
Prendendo parte a diversi raduni Lotus, avrai tantissimi aneddoti da raccontarci. Uno in particolare?
Ho viaggiato davvero ovunque per i raduni Lotus, in Europa tantissimo ma sono anche stata in USA e in Australia. Ho conosciuto persone fantastiche che ritengo oggi amici e ho vissuto momenti indimenticabili in ognuno di questi.
Sicuramente un evento particolarmente importante per me è stato quello per il 25esimo anniversario della Lotus Elise che si è svolto quest’anno allo Stelvio organizzato con Delightful Driving. Vedere circa 80 Lotus, delle quali la maggior parte erano Elise, salire sul passo dello Stelvio è stata una grande emozione. Spero di poter avere un 2021 pieno di raduni.
Parlaci della tua S1.
È nata il 26 Agosto del 1997. Fu un regalo di mio nonno, anche se al tempo avevo appena 4 anni, attesi il grande giorno per poterla guidare. Colore new aluminium, interni pelle blu e la cosa più importante i dischi MMC in materiale composito. Questi erano molto innovativi e frenano ad adesione al posto che abrasione. Se la dovessi definire con una parola direi essenziale. Quello che mi piace è proprio che sia spartana e purista. Ha sempre il sorriso ed è anche contagioso.A volte è un po’ lunatica e non le piace stare nel traffico. La radio non l’ha, ma in compenso offre rumori di ogni genere. Tuttavia l’Elise è difficile da spiegare a parole, bisogna guidarla per capirla.
Raccontaci com’è stata la prima volta che hai guidato la tua Elise S1.
Terrificante. Mi ricordo il momento in cui mi sono messa alla guida e tutto era così differente dalla macchina con cui avevo fatto scuola guida. Ero già stata passeggera nella Elise o ovviamente era già stata seduta dentro spesso. Però nel momento in cui per la prima volta dovevo metterla in moto e partire mi tremavano le gambe, ci misi una vita a fare manovra per paura di graffiarla data la poca visibilità alla quale non ero abituata. Tuttavia dopo il primo giro – cosa ve lo dico a fare – me ne sono innamorata. Adesso tutte le altre macchine mi sembrano strane, troppo grandi, troppo pesanti, troppo tecnologiche. Quando entro in una macchina moderna sembro una neopatentata, per non parlare di come freno…
Se la tua auto potesse parlare, che cosa ti direbbe?
“Dai, Elisa, io so fare molto di più!“ oppure “Grazie per tutti i posti dove mi hai portata, non vedo l’ora di ripartire ed esplorare la prossima meta insieme”.
Come immagini la tua vita, se non fosse mai esistita la (Lotus) Elise?
L’Elise ha avuto un grande impatto sulla mia vita, sin da piccola giocavo con le macchinine, pure le barbie le facevo andare in giro in macchina. Crescendo la guida è diventata la mia passione.
Mi chiedo spesso come sarebbe la mia vita senza, magari avrei altre passioni, ma sono contenta che la domanda non si ponga. Da qualche anno ho iniziato a postare i miei viaggi su Instagram @iamlotuselise e anche i ricordi del mio passato. È una cosa davvero bella poter condividere questi momenti con la community, in particolare conoscere sempre nuovi appassionati in giro per l’Europa.
Hai un sogno nel cassetto da realizzare al volante?
Tanti, tra questi mi piacerebbe fare corsi di guida sportiva, avere la possibilità di fare qualche test drive di auto sportive e anche fare una di quelle imprese spericolate che non si dimenticano… magari potrei fare il giro del mondo in Elise.
Grazie per il tuo tempo Elisa e … ci vediamo su qualche bella strada tutta curve!
Grazie a voi, non vedo l’ora!