Ford Mustang GT Convertible: Finché Le Gomme Non Ci Divideranno
FORD MUSTANG GT CONVERTIBLE
FINCHE’ LE GOMME NON CI DIVIDERANNO
Testo di Marco Mancino / Foto di Richard Montagner
Entrando in curva come dei banditi è facile perdere dieci anni di vita a forza di raddrizzare l’anteriore, assicurandosi che le ruote dietro facciano abbastanza fumo da rischiare di non terminare la giornata di shooting senza aver prima chiamato d’urgenza un gommista.
Il siero della giovinezza sta rapidamente facendo effetto. Accosto a bordo strada e comincio il rito di apertura del tettuccio che consiste nel sganciare la manopola principale posizionata al centro dell’abitacolo, pigiare il pulsante che abbassa tutti e quattro i finestrini, ripiegando così il tettuccio in tela sopra al vano bagagli. A quel punto, per essere pignoli e non lasciare a vista i meccanismi di apertura, devo scendere e rovistare nel bagagliaio alla ricerca dei due coperchi di plastica che sistemerò ai lati, sempre augurandomi che la durata delle loro linguette possa sopportare la mia voglia di guida a cielo aperto. Balzo in abitacolo con l’agilità di un felino affamato di decibel, aggancio la cintura di sicurezza e con ancora tutti i finestrini giù, premo il bottone di accensione, che bordato di rosso mi ricorda che di questi tempi l’ufficio sia più divertente del solito.
Il V8 irrompe e sembra sovrastare per un attimo la tranquillità che madre natura ha impresso in questi luoghi lontani dalle città e da quelle strisce d’asfalto tutt’altro che idonee a dar libero sfogo al divertimento. Avendo già il motore caldo grazie ad un trasferimento autostradale di un paio d’ore, sposto la leva del cambio automatico in drive e mi immetto in strada, con una calma apparente che non riflette in nessun modo il subbuglio di emozioni che sta ribollendo dentro il mio petto. Il ruggito dell’8 cilindri aumenta di volume non appena la pressione sull’acceleratore si fa più decisa ed è come se potessi osservarmi attraverso un’immagine che delinea con precisione uno dei sogni di ogni appassionato che si rispetti. La Mustang risveglia sensazioni troppo a lungo intorpidite e nonostante l’Ecoboost da 2.3 litri faccia risparmiare più in termini di litri carburante che in quanto a divertimento, è impossibile non resistere al fascino del V8 da 5-litri e 460 cavalli. Con il restyling di mezza età, Ford ha aggiunto una trentina di cavalli in più e per chi preferisse rinunciare al cambio manuale c’è il nuovo automatico a 10 rapporti.
Le linee della carrozzeria sono rimaste inconfondibili, come è giusto che sia. Il frontale è la parte che maggiormente comunica gli aggiornamenti stilistici, con un muso più affusolato e gruppi ottici ringiovaniti con pochi e semplici ma efficaci tratti. L’abitacolo resta invece immutato, abbastanza plasticoso e con i selettori simil-aeronautici nella parte inferiore della console. Se l’infotainment appare obsoleto, resta comunque in grado di offrire un buon sistema di navigazione, connettività per ogni tipo di smartphone e interfaccia audio, ma l’unica musica che voglio sentire una volta seduto sui comodi sedili in pelle biscotto, è il ruvido respiro dei suoi 5 litri, anch’essi grati per aver eliminato quasi ogni filtro tra vano motore e abitacolo. La capote abbassata è il preludio per l’ingresso nel nirvana automobilistico di chiunque si trovi in plancia di comando. Puoi sentire l’ingombro semplicemente tenendo gli occhi fissi oltre il parabrezza, al di sopra del lungo cofano motore che non intende certo lasciare dubbi su ciò che vive sotto di esso, ma non per questo motivo diventa un problema, neppure in fase di manovra dove la retrocamera assiste i parcheggi più difficoltosi.
Che decidiate di guidarla con gentilezza, magari dando uno sguardo ai consumi, oppure di richiamare una tra le modalità più sportive, la Mustang è tutta a base di coinvolgimento alla guida. Te ne rendi conto non appena le confortevoli strade collinari si fanno più strette e ti servono una risma di curve pronte a benedire o stroncare il nostro stallone americano. Lo sterzo risulta preciso e come per il modello pre-restyling preferisco mantenerlo in un settaggio intermedio (quello più sportivo è troppo rigido), le sospensioni MacPherson all’anteriore comunicano alla perfezione dove metto l’ingombrante muso della vettura e mi permettono il lusso di giocare con i pesi, soprattutto quando mi sento abbastanza sicuro da disattivare il controllo trazione. Spostare i quasi 1.800 chili della Mustang Convertibile non è un gioco da ragazzi, ma tutto dipende da come decidi di gestire il gas. Entrando in curva come dei banditi è facile perdere dieci anni di vita a forza di raddrizzare l’anteriore, assicurandosi che le ruote dietro facciano abbastanza fumo da rischiare di non terminare la giornata di shooting senza aver prima chiamato d’urgenza un gommista. Basta entrare in curva in maniera più gentile e affondare il gas in uscita per indurre un piacevole pendolo del posteriore, ben più semplice da gestire, anche per guidatori meno esperti o come nel mio caso che rappresentino la cosa più distante da Ken Block. La Mustang non è più la vedova nera tanto ansiosa di strapparvi alla vita terrena, ma una gran turismo matura e in grado di percorrere centinaia di chilometri senza rimpiangere di non aver fatto testamento. Perlomeno finché non saranno gli pneumatici stessi a dire basta.
I suoi 460 cavalli sono perfetti per dove mi trovo e in relazione al peso dell’auto stessa. Le consentono di essere agile quanto basta per non patire le generose dimensioni della 2+2, dove i piccoli posti al posteriore sono davvero sacrificati. Quello che invece riesce a renderla davvero reattiva sono i 569Nm di coppia, ma se credete che arrivino sottoforma di calcio nella schiena, dovrete ricredervi. Il cambio automatico, come anticipato a inizio articolo, è il nuovo 10 rapporti e seppure sia silenzioso e veloce in modalità automatica, richiede un po’ di pratica una volta che deciderete di intervenire sui rapporti tramite i paddle al volente. Può infatti capitare spesso, soprattutto le prime volte, di scalare una marcia e non avere ancora la risposta che vi aspettavate dal propulsore. E’ tutta questione di abitudine e una volta resovi conto che potete viaggiare a 90 km/h in decima marcia, capirete che in questo caso potrete fare a meno di armeggiare con i paddle e lasciare che la Mustang si faccia carico del cambio.
Una volta superato un tratto di strada abbastanza tortuoso da lasciarmi per un attimo sbalordito a metà tra lo stupore e la sorpresa dell’ottimo comportamento della ‘Stang tra simili cambi di direzione, riesco a tirare fuori il lato più selvaggio dell’8 cilindri e lasciare che la lancetta del contagiri corra più libera verso la linea rossa. Da notare che la strumentazione davanti agli occhi del guidatore è composta da un display interamente digitale, il quale varia a seconda della modalità di guida o delle necessità del guidatore. La Mustang non è però un’auto pensata sulla base di assurdi gadget. Bisogna impegnarsi per resistere al più infantile desiderio di finire le gomme posteriori con il Line-Lock mode, una sorta di burnout mode che ti consente di immolare gli pneumatici in una nuvola bianca. Bello, va bene, ma ottengo un effetto simile disattivando i controlli e facendo salire abbastanza di giri il motore, che nel momento in cui mollo il pedale del freno e insisto con ignoranza sul gas, le ruote posteriori cominciano a girare a vuoto e un baccano infernale entra nell’abitacolo, con il fotografo che si deve allontanare per evitare che qualche pietra gli buchi la reflex.
Alleggerisco quanto basta per consentire alle gomme di mordere l’asfalto e grazie a delle minime correzioni sul volante mi fiondo in avanti verso una valle che nel giro di pochi minuti sarà tutto fuorché un luogo tranquillo per passeggiare. Trascorso qualche chilometro e con la lancetta del carburante che sembra avvicinarsi al fondo del serbatoio più velocemente di quanto io mi allontani dall’ultimo distributore, mi rendo conto di trovarmi di fronte ad un’americana perfetta per noi europei. Lasciate stare alcuni materiali e nel caso ricordate che stiamo parlando di una fascia di prezzo nettamente inferiore alle dirette rivali. La guidabilità è fenomenale, sia in ambito urbano che fuori dalle città, dove potrete davvero sfruttare il V8 e quindi giustificare di averlo preferito al 2.3cc da 310 cavalli. Inoltre, la coppia viene ripartita tra le due ruote posteriori ed è proprio qui che la Mustang sale in cattedra dimostrandosi finalmente un’auto che non teme le curve. Potrà sembrare strano ai soliti bacchettoni, ma è così. La precisione di guida è direttamente proporzionale al coinvolgimento emotivo, risultato di un mix tra sound e velocità. L’adrenalina non è considerata optional, ma ti comincia a scorrere nelle vene dal momento in cui dai vita al motore, mentre smette di rinvigorire il tuo corpo quando ti allontani dall’abitacolo.
A tratti mi convinco quasi che sia l’auto perfetta, ma non lo è. O meglio potrebbe esserlo per me, ma non per tutti gli altri. Alcuni aspetti dinamici sono ancora da smussare e un bel motore non basta a renderla la migliore in mezzo a mille. Resta il fatto che sia sempre una delle più ammirate, uno dei modelli che suscita più curiosità e apprezzamenti, solleticando le corde più sensibili di ogni appassionato. Il 5.0 sulle fiancate, le due coppie di scarichi al posteriore e quello stallone che galoppa come un forsennato in mezzo alla bocca anteriore intimidiscono, ma mai come quando te la vedi avvicinarsi nello specchietto. A poco a poco la sua sagoma diviene sempre più ingombrante, sino a oscurare e far passare in secondo piano ogni cosa. Lo stesso accade quando sei al volante, ma succede in maniera ancora più amplificata, figuriamoci se le condizioni atmosferiche sono favorevoli e consentono di non armeggiare con quei pezzi di plastica che dovete sempre inserire a ridosso del tettuccio in tela, peraltro perfettamente insonorizzante una volta richiuso.
La Mustang è una di quelle auto che dopo averla consegnata ti lascia addosso un pizzico di malinconia, ma che al tempo stesso ringrazi per aver dissetato a dovere quella voglia di guidare alla scoperta di luoghi nuovi per il puro e semplice piacere di trascorrere del tempo con lei. E’ un’auto che sa creare una particolare intimità con chi la guida, o con chi la conduce – come si direbbe per un fedele destriero. Ha la capacità di farsi perdonare i difetti, spostando la tua attenzione sui suoi pregi, che del resto ruotano attorno a ciò che maggiormente interessa ad un appassionato di guida. Una ricetta a base di sound e guidabilità, senza trascurare prestazioni del calibro di 250 orari di velocità massima e uno 0-100 km/h da 4 secondi e mezzo, il tutto nella comodità di un abitacolo dalle dimensioni generose ed a suo modo ben confezionato (in questo caso i sedili in pelle biscotto creano un bel contrasto con il grigio metallizzato della carrozzeria). Ford ha gettato la Mustang in innumerevoli pellicole cinematografiche e il sogno americano targato Steve McQueen non è affatto proibitivo, perche con circa cinquantamila Euro ti mette nei panni dell’attore protagonista di un film che ti riguarda da molto vicino, la tua vita. E la Mustang ti fa sentire vivo come poche altre cose al mondo.
FORD MUSTANG GT CONVERTIBLE
Layout – Motore anteriore, trazione posteriore
Motore – 8 cilindri a V 4.949cc
Trasmissione – cambio automatico a 10 rapporti
Potenza – 460 cv @ 5.500 rpm
569 Nm @ 4.600 rpm
Peso – 1.771 kg
Accelerazione – 4,5 sec.
Velocità massima – 249 km/h
Prezzo – da 53.500 €