Ford Mustang GT: Cavalli Selvaggi
FORD MUSTANG GT
CAVALLI SELVAGGI
Testo: Alessandro Marrone
Fotografie: Jay Tomei
La Ford Mustang è sempre stata un simbolo, un’icona, una colonna sonora – potremmo quasi considerarla come un’auto a sé, eroico ammasso di lamiera che ha attraversato generazioni, ricoprendo importanti ruoli persino nelle più fortunate pellicole Hollywoodiane e, soprattutto, nei sogni di tutti gli appassionati. Sì, anche di quelli che quando sentono parlare di muscle cars (anche se nel caso della Mustang si tratta di pony cars) storcono il naso. Con l’arrivo della sesta generazione, il passo più importante è compiuto dal suo approdo in Europa, dove non va più considerata come auto d’importazione, ma finalmente come una concreta alternativa alle GT sportive che siamo abituati a prendere in considerazione nel momento in cui sentiamo il bisogno di cambiare auto.
Il Colle dell’Agnello è uno dei tanti valichi alpini che unisce Italia e Francia sul quale ogni anno lasciamo diversi centimetri di pneumatici. La strada che sale sino a quota 2.744 metri è tortuosa, stretta ed almeno sulla carta sembra assumere tutte le caratteristiche che spaventerebbero a morte una Mustang qualsiasi – ma non è questo il caso per l’ultima generazione, europeizzata come non era mai successo prima d’ora e con l’obiettivo di continuare a piacere a chi si aspetta una pony car cruda ed ingombrante, ma anche a coloro che fanno colazione con caffè e schede tecniche delle rivali dotate di qualsiasi ritrovato tecnologico. Nessuna ha il suo fascino, su questo non c’è dubbio. Le dimensioni sono sempre quelle taglia XL in tipico stile a stelle e strisce, ma con una linea decisamente armoniosa che partendo dal lungo cofano motore, prosegue lungo i montanti posteriori che scendono morbidi sino a delineare la coda, caratterizzata da una mascherina nera che ingloba i gruppi ottici ed il logo GT, due semplici lettere che aprono la porta di un mondo fatto di divertimento. Il serbatoio è riempito sino all’orlo ed il borbottio del V8 da 5 litri è sommesso, nonostante abbia deciso di settare già l’auto in Sport mode, il compromesso ideale che mi consente di avere una risposta più decisa da sterzo, acceleratore e cambio, senza però andare a disattivare i controlli trazione. Bianca con stripes blu, non avrei potuto desiderare di meglio – appena apro la portiera mi accomodo sui fantastici sedili in pelle Recaro e chiudo la porta, lasciando il mondo esterno fuori, ad osservare la mia prima volta su una Mustang. L’accensione è keyless, ma il pulsante per dar vita al 5.000cc è bordato di rosso – al centro del tunnel centrale – proprio a fianco di altri comandi, azionabili mediante una levetta simile a quella di un caccia. Il respiro del motore non è invadente, ma non appena metto in Drive, il minimo spostamento sembra incastrare meccanicamente una serie di input che comunicano tra loro con un ordine metodico – i giri motore salgono, i due terminali aumentano il volume e quell’enorme cofano sembra sollevarsi. A seconda della decisione con cui mi avvento sull’acceleratore, questa routine diventa più repentina e nervosa o più rilassata e quindi meno accentuata.
La Mustang è una calamita per gli sguardi delle persone, degli automobilisti e persino dei motociclisti, è una di quelle macchine che trovano il consenso di tutti, anche di coloro che non hanno la minima idea di che auto si tratti. Ma se la convivenza in città è risultata piacevole, anche grazie al nuovo ed aggiornato sistema di infotainment, dal quale puoi controllare impianto audio, navigatore satellitare ed alcuni parametri della vettura stessa, ciò che realmente vuoi – con sommo dispiacere per i tuoi risparmi – sarà scannare quegli 8 cilindri a tal punto da porre il giusto tributo a Steve McQueen, autore di uno degli inseguimenti più leggendari compiuti al volante di una Mustang (“Bullitt”). Le dimensioni del motore non tradiscono, i cavalli erogati dal V8 aspirato sono 421 e se il percorso dell’ago del contagiri è costante, una volta raggiunti i 4.000/4.500 giri la percezione di velocità cambia ed il sound cupo del motore tende a diventare più acuto e rauco. La coppia massima è di 524Nm e consente alla tonnellata e 651 chili di muoversi con discreta agilità, aspetto nettamente migliorato grazie all’utilizzo di uno schema di sospensioni multilink al posteriore. C’è anche un differenziale autobloccante che fa il suo sporco lavoro quando, giunto nel cuore del Colle dell’Agnello, decido di mettere la mia vita nelle mani della sorte e scoprire quanto sia europeizzata la nuova Mustang – Track mode attivato e controllo trazione disinserito, gas a tavoletta ed una improvvisa nuvola di fumo avvolge le ruote posteriori. La ‘Stang schizza via con decisione ed anche se son consapevole che sia solo un’impressione, il corpo vettura appare più leggero, muovendosi da un tornante all’altro con un colpo di coda appena accentuato, solo per il fatto che comincio cautamente. Devo prendere la giusta confidenza o potrei non essere perdonato. Il tipo di guida che bisogna adottare è completamente diverso rispetto al solito, non stai tanto a giocare con i pesi, poiché sei consapevole che stai muovendo quasi 5 metri di macchina, metti anche che dalla posizione di guida sembra di essere più arretrati di quanto in realtà mi trovi effettivamente e mi focalizzo nel prendere le giuste misure, tagliando quelle curve che mi regalano la giusta visibilità e facendo rimbalzare i miei occhi tra lo splendido paesaggio ed il contagiri, andando a richiamare la marcia successiva mediante i paddle dietro al volante. Lo Steve McQueen che è in me sta crescendo a dismisura e decido di affondare con più decisione, con il posteriore che si scaraventa verso l’esterno di un tornante ed il muso a puntare precisamente quello che in realtà sarebbe stato un punto di corda ideale. Tengo giù ed il pony imbizzarrito strappa nella esatta direzione opposta – qui viene il difficile, raddrizzare un pendolo. Alleggerisco un attimo e torno ad allungare la gamba destra, il motore è a 5.000giri (come potrei scordare un momento drammatico come questo) e agitando il volante prima a destra, poi a sinistra e poi di nuovo a destra, riesco a diminuire sempre più la serie di controsterzi, trovando nuovamente il cofano che punta verso la vetta. Ringrazio l’angelo custode e continuo a salire, dove finalmente la strada si apre e riesco ad aumentare il passo – per gran gioia degli pneumatici posteriori – facendo tornare il battito cardiaco su livelli leggermente più distanti da un sicuro infarto.
Alla fine dei conti la modalità migliore è quella individuale, dato che ho constatato che tutto risponde al meglio in Sport +, fuorché lo sterzo che diventa inutilmente duro e quindi poco reattivo su strade tortuose come queste. Avrei voluto più sound ad incorniciare un’auto che sa essere amichevole e tutto sommato semplice da condurre se tenuta col guinzaglio stretto, selvaggia ed assassina quando invece disattivi i controlli e ti trovi faccia a faccia con un’auto americana vecchia scuola. Il cambio automatico a 6 marce è preciso, ma non veloce come i doppia frizione ai quali siamo abituati; devo però dire che lo preferisco così, perché se fosse diventata troppo europea, non sarebbe stata più una vera Mustang. Il fotografo è nel pieno del suo lavoro ed io ne approfitto per cominciare a tirare le somme e per capire dove potrei spingermi oltre e dove invece posso già ritenermi ampiamente soddisfatto. Tempo di tornare alla postazione di comando e con il serbatoio già a metà, c’è giusto il tempo di scambiare due chiacchiere con il driver di una stretta parente, una Focus RS che ha scelto la stessa striscia di asfalto per consumare un po’ di gomme e benzina. Sarà meno efficiente, meno veloce – soprattutto su una strada del genere – ma il fascino della Mustang è qualcosa di trascendentale ed a poco a poco mi conquista, sino a farmi diventare dell’opinione che nonostante offra qualità diverse, è un’ipotesi che va seriamente analizzata in alternativa alla concorrenza europea, anche perché i prezzi di listino partono da appena 45.000€ e dico appena perché sono davvero cifre interessanti se pensate a quello che vi portate a casa.
I troppi numeri ed i vari ragionamenti mi stanno portando a volerne a tutti i costi comprare una, ma nel frattempo non intendo sprecare altro tempo fermo a bordo strada e così firmo l’asfalto con il Lane Lock, dispositivo elettronico che mantiene bloccate le ruote anteriori e permette anche ai principianti di fare burnout a buon mercato – bello, divertente, facile, ma preferisco fare alla vecchia maniera e decidere quanto gas dare prima di far sì che le gomme dietro mordano quel tanto che basta per lasciarsi quella nuvola di fumo alle spalle e sparire all’orizzonte. Lo 0-100 km/h è di 4,8 secondi circa e la velocità massima ferma l’ago a 250 orari, ma l’aspetto che più mi convince è il coinvolgimento alla guida, il divertimento che provo anche nei più semplici spostamenti, creando sempre un senso di occasione che crea dipendenza. Infine la possibilità di svegliare quel grosso motore là davanti, che risponde alla minima pressione dell’acceleratore come se non aspettasse altro. Prende vita e ve la trasmette dai piedi e sino al cervello, dove magari nella vostra testa immaginerete di percorrere le assurde strade di San Francisco, ma in realtà state attraversando Corso Sempione a Milano. La nuova Mustang è arrivata ed intende restare a lungo, ma parliamoci chiaro, lei c’è sempre stata e non se ne andrà mai.
FORD MUSTANG GT (2017-)
Layout – Motore anteriore, trazione posteriore
Motore – 8 cilindri a V 4.951cc
Trasmissione – cambio automatico a 6 rapporti
Potenza – 421 cv @ 6.500 rpm
524 Nm @ 4.250 rpm
Peso – 1.651 kg
Accelerazione – 4,8 sec.
Velocità massima – 250 km/h
Prezzo – da 45.000 €