Con un filo di finestrino aperto sento il fischio del turbo che si confonde con il sound del V6 e il digrignare delle gomme sulla striscia di terra e pietre. Il Raptor si muove con una disinvoltura disarmante e dimostra come l’off-road sia il suo habitat naturale, soprattutto se affrontato con poco cervello e parecchia spericolatezza. Muovere 5,3 metri di pick-up guidando come faresti in pista al volante di un’auto sportiva non è mai stato così eccitante e polveroso.
Testo Alessandro Marrone / Foto S. Lomax
Finalmente. Quando trascorri troppo tempo nella tua comfort zone perdi quasi la cognizione del tempo. È come se tutto scorresse indipendentemente dalle nostre azioni. Ti senti sballottato in uno stato di apatico torpore con una serie di immagini che ti scorrono davanti: giorni, settimane, mesi. Ma oggi non è quel giorno. Oggi è finalmente giunto il momento di caricare l’occorrente per un’escursione fuori porta, su una di quelle strade che puntano verso i fianchi più selvaggi di una montagna e cominciano a salire verso l’alto per poi finire non sai neanche tu dove. O perlomeno io non ho davvero idea di dove possa portare la strada: un po’ perché una volta terminato il sentiero non ci sono indicazioni a definire un’ipotetica meta, ma anche perché non sappiamo neppure quanto potremo procedere, dato che l’ennesimo colpo di coda dell’inverno ha nuovamente gettato neve dove a breve dovrebbe cominciare la stagione primaverile.
Se posso essere sincero, mi importa ben poco. Poche pianificazioni, a discapito di quanto possa aver sempre raccomandato. Piove un giorno sì e l’altro pure, il che significa che ad alta quota si parla di neve e di qualche smottamento che non potrà far altro che rendere più avventurosa la scampagnata odierna in un piccolo angolo di Alpi occidentali, sul confine tra Italia e Francia – tanto per cambiare – dove ci aspettiamo di trovare un sentiero che almeno nella sua porzione iniziale assecondi le generose dimensioni del pick-up che ci accompagnerà: il nuovo Ford Ranger Raptor.
Il nuovo Ranger cambia notevolmente rispetto a prima e pur mantenendo intatti quei tratti distintivi che lo fanno subito identificare in mezzo alle svariate proposte del settore, porta con sé quanto di buono ha mostrato un paio di anni fa in occasione della spedizione sulle selvagge curve di Rocca La Meja. Ma con il nuovo modello ci sono parecchie novità che faranno la gioia di chi adora questo tipo di vetture e non solo, prima fra tutte le possibilità di sceglierlo con un propulsore benzina, proprio come quello in prova. Si tratta di un V6 turbocompresso da 3-litri e rappresenta quella scelta maggiormente incline al divertimento. Detto questo, il Ranger Raptor – quello 3.0 – è pur sempre in grado di assecondare gran parte delle esigenze lavorative dei propri clienti. Oggi avrà un compito differente, non si mette niente nel suo cassone da 1,56 metri di lunghezza e 652 kg di carico (poco meno rispetto ad un Ranger standard), ma ci si spara come una palla di cannone su un sentiero sterrato da poco rimesso in sesto dopo un inverno fin troppo restio ad andarsene.
Il Raptor è esteticamente inconfondibile. La fascia frontale, per esempio, abbandona i profili orizzontali in favore di un gigantesco fascione in plastica che conosce un solo credo: FORD. È più largo, più muscoloso, monta cerchi da 17” e pneumatici All-Terrain specifici. Inoltre ci sono luci diurne a LED, prese d’aria, pedane laterali in alluminio fuso e sport-bar tra cabina (qui da noi è disponibile soltanto in versione double-cab) e il cassone. Là dietro abbiamo poi i due terminali di scarico e fidatevi che sanno davvero come farsi sentire. Una volta arrampicato in abitacolo ti senti già in cima al mondo, l’interno è profondamente rivisitato, ma pur sempre pratico ed ergonomico. Di fronte al guidatore c’è una strumentazione digitale, mentre al centro abbiamo un enorme display verticale da oltre 12 pollici: da qui si controlla il navigatore, il sistema di infotainment e numerosi parametri del Raptor, come per esempio il blocco dei differenziali. Sì, perché oltre alla trazione sul solo asse posteriore – che si predilige su asfalto – si può ingaggiare la trazione integrale e scatenare i quasi trecento cavalli di potenza su qualsiasi superficie, con la speranza che sia abbastanza ruvida da provare a mettere in crisi il nostro pick-up. All’occorrenza si può bloccare il differenziale posteriore, o quello anteriore e a quel punto si è certi di uscire da qualsiasi situazione, anche le più impensabili. Accendo il motore e dal volante multifunzione smanetto impostando la risposta più sportiva da ammortizzatori e sterzo, mentre scelgo la modalità di scarico più estrema chiamata Baja. I vicini sapranno che state uscendo di casa e non potranno farci proprio niente.
Tra le 7 modalità di guida scelgo quella che preferisco: a tavoletta. E così, comincio a salire di quota avvolto da una nuvola di polvere, con gli pneumatici che mordono e ingoiano pietre, lasciandole rimbalzare sul sottoscocca e facendomi avanzare senza percepire il minimo sforzo meccanico che avviene sotto i comodi sedili sportivi con profili arancione. La trasmissione è un automatico a 10 rapporti e nonostante il propulsore benzina non abbia la coppia di un turbodiesel, i 491 Nm sono pronti ad appena 2.300 giri, facendo muovere questo colosso arancione di due tonnellate e mezza con scioltezza, ma – con mio grande stupore – con una rigidità di assetto che filtra anche i tratti più impegnativi, lasciando che io possa concentrarmi nel tenere il volante verso il centro del sentiero. È tutto fin troppo facile e mentre il 3-litri sale di giri e lo scarico gorgoglia come un enorme pozzo che ingurgita benzina a secchiate, c’è anche modo di divertirsi agendo in prima persona sui cambi marcia, magari lasciando un rapporto più basso e sfruttando un leggero pattinamento del posteriore in uscita di curva. I paddle al volante sono in magnesio fuso e non basta pizzicarli, devi proprio colpirli con forza, il che è fantastico.
Con un filo di finestrino aperto sento il fischio del turbo che si confonde con il sound del V6 e il digrignare delle gomme sulla striscia di terra e pietre. Il Raptor si muove con una disinvoltura disarmante e dimostra come l’off-road sia il suo habitat naturale, soprattutto se affrontato con poco cervello e parecchia spericolatezza. Il merito non è certo di chi siede al volante, ma in gran parte è delle sospensioni Fox da 2,5”, un sistema a totale controllo elettronico che prevede una regolazione manuale tramite un comando al volante, giusto per impostare la risposta nel modo ideale a seconda delle vostre esigenze e della strada, o ancor meglio dell’assenza di una vera e propria strada. Muovere 5,3 metri di pick-up (il Raptor è poi largo 2,2 e alto 1,93 metri) guidando come faresti in pista al volante di un’auto sportiva non è mai stato così eccitante – e polveroso. Queste situazioni creano dipendenza, ma vengono superate da qualcosa di ancora più grande e maestoso, ovvero il paesaggio che si apre di fronte ai nostri occhi una volta toccati i 2.000 metri di altitudine.
Spengo il motore e mentre il vento prova a coprire il ticchettio degli organi meccanici che prendono fiato, apro la portiera e mi godo lo spettacolo che la natura riserva a chi sa che per restare a bocca aperta non serve nient’altro che una fila di montagne che sovrastano prati interrotti soltanto da una striscia di terra che si arzigogola verso una fine improvvisa, dove non possiamo proseguire con veicoli a motore. È la natura incontaminata che abbraccia i monti, un piccolo angolino di quiete e pace dei sensi che da qui ad una manciata di giorni (rispetto a fine maggio, momento in cui scrivo l’articolo) aprirà ufficialmente il proprio paradiso a cielo aperto di questo tempio di bellezza naturale.
Tornando alle modalità di guida, tra le 7 disponibili abbiamo Normal e Sport, che non hanno certo bisogno di presentazioni. Slippery offre invece una guida più sicura su strada scivolosa. Tra quelle off-road c’è Rock Crawl che consente un controllo ottimale su terreni rocciosi, Sand che ottimizza i cambi marcia e l’erogazione della potenza su sabbia e neve, Mud/Ruts che offre massima aderenza in partenza e nel mantenimento dello slancio del veicolo e Baja, ovvero quella che mi fa subito immaginare come la punta di una stella cometa di polvere, massimizzando le prestazioni in fuoristrada alle alte velocità. Non me lo faccio ripetere, affondare il gas è pura goduria, soprattutto perché non capita spesso di farlo al volante di qualcosa così ideologicamente distante dai tipici canoni di performance. Alla Ford la pensano come me e se i 292 cavalli non saranno una potenza disarmante, sono quanto basta per muovere il Raptor in maniera decisamente rapida lungo una strada dissestata.
Il fatto è che non esiste ostacolo capace di intimidirti: buche, fossi, pietraie. Niente, il Raptor fa scempio di curve là dove ci è stata offerta la possibilità di metterlo realmente sotto stress (sentiero chiuso al traffico in area privata) e avanza chilometro dopo chilometro sinché non raggiungo di nuovo la fine della strada. Forse avrei bisogno di un altro pianeta, di un luogo ancora più estremo. O forse abbiamo davvero trovato uno dei pick-up più divertenti in circolazione. Togliete il forse, è proprio così. Il nuovo Ranger parte da circa €44.000, motore gasolio da 2-litri e 170 cavalli. Per avere un Raptor occorre invece passare ai €63.000 del 2-litri diesel da 210 cavalli, mentre l’unica variante benzina parte da €65.700, che nonostante sia una cifra impegnativa offre davvero tanto e sotto ogni aspetto possibilmente immaginabile.
Mi guardo intorno, cerco irresponsabilmente un accenno di sentiero dove in realtà non c’è mai stato. Ad un tratto i miei occhi vengono attirati dalla strada principale, quel serpente di ghiaia e pietrisco che mi ha portato sin quassù, dove posso osservare i paesi dall’alto, trovandomi allo stesso livello delle vette, sia quelle più distanti, sia quelle più vicine. Un rapido sguardo al fotografo mi basta per innestare in D e buttare il gas a tavoletta. Appena una frazione di secondo e le ruote pattinano dando forma ad una nube di polvere dalla quale veniamo schizzati con un rombo intenso e che ci accompagna lungo la frenetica discesa. Esagero e tengo giù nelle curve, lasciando che il posteriore allarghi. Spinto da un misto di inerzia e sconsideratezza, tra compiacimento e la consapevolezza che il Raptor sia il pick-up – anzi l’auto – che porterei a casa con me.
FORD RANGER RAPTOR ECOBOOST V6
Motore V6 cilindri Turbo, 2.956 cc Potenza 292 hp @ 4.000 rpm Coppia 491 Nm @ 2.300 rpm
Trazione Posteriore/Integrale Trasmissione Cambio Automatico a 10 rapporti Peso 2.454 kg
0-100 km/h 7,9 sec Velocità massima 180 km/h Prezzo da€65.700