Healey by Caton: Rivisitando un Classico
Testo di Matteo Lavazza / Foto di Caton
Sentiamo spesso parlare di piccole nuove realtà che nascono dal nulla con quelle che ormai risuonano con le solite promesse destinate a disattendersi nel giro di qualche mese. È facile pescare dal catalogo delle icone del motorismo classico e da lì dar vita a qualcosa pensato per il cliente moderno, un po’ meno la realizzazione. Ancor più difficile si rivela però il vero destino di questi modelli, spesso relegati a restare un progetto in 3D, in alcuni casi una manciata di esemplari dal prezzo proibitivo al di fuori di una ristrettissima cerchia di appassionati e quasi mai destinate a lasciare il segno, pronte invece a svanire come polvere spazzata via dal vento.
Per Caton la musica potrebbe invece essere differente, dato che il nuovo costruttore britannico non intende vivere sulle spalle delle vecchie glorie, quanto piuttosto riportare in vita alcuni modelli e renderli più user-friendly per il cliente finale. A tal proposito Caton si indirizza poi ad un cliente specifico, promettendo di poter realizzare ogni più particolare richiesta posta dal committente e lavorando quindi quasi esclusivamente su richiesta. A questo punto aggiungete il fatto che il primo modello presentato da Caton a media e appassionati non ha niente a che vedere con quelle (per fortuna poche) auto storiche trasformate in 100% elettriche ed ecco che il team inglese ha tutta la nostra attenzione. Ulteriore dettaglio, quanto mai importante, è che dietro a questo nuovo nome ci sono figure chiave di aziende come Envisage: per farla breve, stiamo parlando di specialisti in ambito di design, riproduzione CAD e ovviamente anche meccanica.
La cavia, se così vogliamo definirla, è una Austin Healey 100/4 verso cui nulla è stato lasciato al caso. Partiamo infatti dalla scelta di intervenire sul 4 cilindri, anziché sul 6 in linea dei modelli successivi, proprio per il fatto che il più piccolo propulsore consente maggiori possibilità di essere potenziato, risultando in un incremento finale di potenza che passa da 90 a 185 cavalli, per un rapporto peso/potenza di 200cv per tonnellata; già, il peso resta di appena 920 kg. Un’icona del motorismo britannico che ha saputo conquistare guidatori qualsiasi come piloti ed è proprio questa l’incarnazione della visione Caton, dove un’auto bellissima può sostanzialmente vivere una seconda giovinezza, affinandone la meccanica e rendendola utilizzabile 365 giorni l’anno anche nel mondo di oggi.
Il cambio a tre rapporti viene sostituito con un più efficace e pratico 5 marce, mentre tornando al vano motore merita sottolineare che gran parte del blocco è stato rivisto, pur rimanendo fedele a quello che è il propulsore di origine. Questo si traduce in una migliore erogazione della potenza, con un picco raggiunto a quota 5.000 giri, il vento tra i capelli e la certezza di tornare a casa senza sporcarsi le mani di olio e grasso. Fantastico, vero? È questo tripudio sensoriale che conferisce alla prima realizzazione di Caton una medaglia d’onore, non tanto per l’oggetto e il suo valore intrinseco quale automobile sportiva dalle fattezze di un classico intramontabile, quanto per aver in fin dei conti soltanto rinvigorito qualcosa che rasentava la perfezione all’epoca e che adesso può godere di una seconda botta di vita. Pensate alla vostra auto preferita e immaginate di poterla avere come fosse nuova, per alcuni aspetti anche meglio. Bene, sapete a chi rivolgervi. Giusto o sbagliato che sia.