Hero Cars – Episodio 02 | BMW M3 E30
BMW M3 E30
Testo Marco Mancino / Foto BMW Group
Qual è la prima auto che viene in mente quando mettete insieme le parole “piacere di guida”? Credo possiamo quasi tutti concordare sul fatto che la prima BMW M3 della storia detenga la sagoma che prende forma non appena il discorso si riduce a coinvolgimento, performance, guidabilità e tutto quello che ruota attorno al più intimo e viscerale piacere di guida. Ecco, appunto. Era il 1986 e con l’intenzione di poter schierare nel campionato Turismo una vettura che rispondesse affermativamente a quelle fondamentali voci del regolamento che implicano che un modello sia prodotto in versione stradale in almeno 5.000 esemplari l’anno e condivida gran parte con la versione da competizione, la M3 da vita ad una nuova era, non soltanto per BMW.
Denominata E30 è per antonomasia la due porte a tre volumi ad alte prestazioni della casa bavarese ed a differenza di quanto si possa pensare si faceva bastare un motore di soli 4 cilindri. Nel giro di pochissimo tempo diventa uno dei modelli più vittoriosi nel motorsport, ottenendo addirittura più di 1.500 vittorie di classe e salendo sul primo gradino del podio in praticamente qualsiasi competizione, incluse le gare endurance. Il segreto di un successo universalmente riconosciuto va in gran parte al merito della controparte regolarmente omologata per uso stradale, la quale – a differenza di quanto succede al giorno d’oggi – rispecchia quasi totalmente il modello da corsa. A partire dal suo look subito riconoscibile, con quei tre volumi accentuati da passaruota più larghi, splitter, minigonne laterali e uno spoiler al posteriore appoggiato su un vano di carico di maggiori dimensioni rispetto alla serie 3 tradizionale, il tutto in favore di un migliore coefficiente aerodinamico, ma anche in grado di far saltare all’occhio che non si tratta soltanto di una versione più incline alla sportività, ma una vettura letteralmente pensata per rivoluzionare il concetto di guida sportiva. Un’autentica auto da corsa per le strade di tutti i giorni.
Sotto appena 1.540 kg di peso e una lunghezza di 4,3 metri, la M3 scatena il suo 2.3-litri longitudinale da 200 cavalli di potenza, un aspirato che tocca un picco di coppia di 240 Nm a quota 4.750 giri, mentre la progressione continua a salire fino a quasi 7.000 giri urlanti come un branco di lupi mannari assetati di sangue nella prima luna piena dell’anno. L’esperienza di guida è frenetica, per nulla viziata dai filtri e dall’assistenza alla guida alla quale siamo ormai abituati, scaricando sulle ruote posteriori tramite un cambio manuale a 5 rapporti una potenza lineare e che se portata in condizioni più estreme rende il confine tra divertimento e rischio davvero molto sottile.
Disponibile anche con un cambio a innesti frontali, la M3 è una di quelle auto sportive che non vanno misurate strumentalmente ma emotivamente, riuscendo – anche a distanza di decenni – a dispensare le medesime emozioni, addirittura amplificate dal fatto che arrivano ad un guidatore odierno come qualcosa di sempre più raro. I feedback alla guida trasmessi dal volante (sui primi modelli senza Airbag, successivamente con corona più spessa e Airbag) e quel perfetto dialogo che si gode nel frenetico movimento tra pedaliera e leva del cambio sono il tramite definitivo per controllare un posteriore che ha sempre voglia di allargare e pennellare curve alla perfezione, giocando su un peso ridotto e soprattutto su un bilanciamento sostanzialmente perfetto.
Nel 1988, la già perfetta M3 viene resa ancora più incredibile con la versione Evolution, che prevede un corpo vettura ancora più massiccio e 20 cavalli extra di potenza. Nel 1990 il 4 cilindri sale da 2.3 a 2.5 e porta la potenza massima a 238 cavalli, pur mantenendo invariata la coppia e quindi l’impeccabile erogazione di una delle auto sportive più iconiche e leggendarie di sempre. Non c’è da stupirsi se oggi la serie E30 dell’M3 sia una vettura ricercata da collezionisti e soprattutto appassionati, ma diventa fondamentale assicurarsi di trovare un modello in uno stato di salute il più sano possibile. È una di quelle auto che non può spiegarsi a parole e che andrebbe guidata, perché soltanto nell’esperienza a tu per tu, il rapporto uomo/macchina raggiunge picchi di adrenalina che ricordano quanto il punto più importante e irrinunciabile di questa incredibile storia d’amore sia concesso quando la vettura stessa sembra cucita addosso. Soltanto a quel punto ci rendiamo conto di trovarci di fronte ad un vero eroe che continuerà a far vivere le sue gesta nell’animo di chi avrà la fortuna di provare le forti e pure emozioni che l’unica M3 a 4 cilindri della storia è in grado di offrire.