Hyundai Bayon | Test Drive
HYUNDAI BAYON
Testo Carlo Brema / Foto Ian Waltteri
Alle auto piccole piace atteggiarsi da grandi. È questo il trend che imperversa da ormai diversi anni in quella fascia di vetture che ambiscono a ricoprire il ruolo di compatta pratica per la vita in città e anche di mezzo di trasporto ideale per quando si rende necessario portarsi appresso tutta la famiglia e bagagli. Nel caso specifico della coreana Hyundai, brand che più di ogni altro sta vivendo un periodo d’oro grazie ad un’ampia offerta che prevede modelli elettrici, ibridi e che non dimentica il divertimento alla guida offerto da sportive tutte benzina e peperoncino, questo segmento è principalmente rappresentato dalla crossover Kona, disponibile nelle varie motorizzazioni che sapranno rispondere alle più disparate esigenze dei propri clienti. Qual è quindi il motivo per cui è nata la Bayon?
La risposta non pare così scontata, soprattutto quando andiamo a considerare che questa seconda crossover di Hyundai è basata sulla compatta i20, con la quale condivide la plancia e le portiere anteriori. Non chiamatela doppione però, dato che la Bayon – chiamata come una cittadina francese situata sui Pirenei – non è una versione allungata di una e al contempo accorciata dell’altra, bensì un modello a sé che con un design molto personale intende ritagliarsi l’interesse di quei clienti che cercano qualcosa di meno esteriormente compatto, ma pur sempre facile da parcheggiare sotto casa.
Partiamo quindi con le dimensioni, in maniera tale da andare a spuntare quello che è l’ingombro della Bayon. 418 centimetri di lunghezza, 178 di larghezza e 150 di altezza, con un passo di 258 cm che permette di ospitare a bordo sino a cinque persone, senza particolare sacrificio in termini di spazio per quanto riguarda i due laterali. Anche il baule è piuttosto capiente (321 l), mentre chi siede davanti non ha la percezione di guida rialzata offerta dalla Kona, ma piuttosto la sensazione di trovarsi al volante di una berlina pura. La Bayon è progettualmente matura e questo lo si evince dalla scelta che Hyundai si è riservata sul fronte stilistico, con un anteriore dall’immagine futuristica e dai sottili gruppi ottici abbinati alla firma a boomerang inglobata nel paraurti che contrastano con un posteriore a dire il vero un po’ appesantito.
Ma è all’interno che la Bayon mette a disposizione di guidatore e passeggeri un ambiente curato e provvisto di un sistema infotelematico di alto livello, con un display opzionale da 10,3 pollici (di serie è di 8”) tramite il quale tenere sotto controllo l’ottimo navigatore satellitare, la radio e connettività con lo smartphone, senza trascurare la divertente interfaccia che simula il rumore di un caminetto acceso o di un temporale fuori dalla porta. I comandi del clima sono opportunamente fisici, mentre l’esemplare in prova è provvisto dell’ottimo cambio a doppia frizione e 7 rapporti, alternativa ad un tradizionale manuale. Nel nostro caso il 3 cilindri da 1-litro è anche dotato di tecnologia micro-hybrid, utile per veleggiare o per ottimizzare e ridurre i consumi, soprattutto in città. In questo frangente, la batteria da 48 volt si dimostra anche veloce nel recuperare energia, ma tenete conto che i 100 cavalli a disposizione sono briosi nel traffico, senza quindi avere alcun tipo di velleità sportiva.
Detto questo, è utile sottolineare che la Bayon non sia una semplice auto pensata per la città, ma abbia dimostrato di avere un ottimo comportamento anche su strade extraurbane, dove il cambio automatico e la trazione anteriore la rendono piacevole da guidare in completo relax, un po’ come in ambito autostradale, scegliendo la modalità di guida preferita tra le tre disponibili (Eco, Comfort e Sport), che variano peraltro il display interamente digitale situato di fronte agli occhi del guidatore. Parlando di sicurezza troviamo il sensore per gli angoli ciechi e il sistema di mantenimento di corsia, molto efficaci e semplici da disinserire. Il consumo medio che abbiamo rilevato senza far troppo caso a mantenere una guida spiccatamente votata al risparmio di benzina è stato di circa 15 km/l, il tutto includendo tratti urbani ed autostradali, un valore di tutto rispetto per un motore dalle dimensioni ridotte che se usato con maggiore parsimonia non rende impossibile ottenere addirittura i 17/18 chilometri al litro.
La Bayon, almeno per il momento, è soltanto disponibile in due motorizzazioni. La entry level è un 1.2 da 4-cilindri e 84 cavalli (solo benzina) con prezzi a partire da €19.400, mentre per la mild-hybrid occorre spendere almeno €21.800. L’allestimento X-Class con cambio automatico costa invece €25.500 e rappresenta il top di gamma per una crossover compatta fuori e spaziosa dentro, che ha dimostrato di rappresentare una valida alternativa per chi preferisce un’impostazione di guida più tradizionale, una linea diversa dal solito e un abitacolo e una dotazione che non hanno nulla da invidiare a vetture di fascia superiore. Azzardata? Si, ma anche efficace dove realmente occorre.
HYUNDAI BAYON 1.0 T-GDI DCT
Motore 3 cilindri Mild-Hybrid, 998 cc Potenza 100 hp @ 4.500 rpm Coppia 175 Nm @ 1.500 rpm
Trazione Anteriore Trasmissione Cambio Automatico a 7 rapporti Peso 1.220 kg
0-100 km/h 11,7 sec Velocità massima 180 km/h Prezzo da €25.850