
Hyundai Santa Fe | Test Drive
Le curve della Liguria si fanno sempre più insistenti e offrono un’esperienza intima, vuoi per la totale assenza di traffico, vuoi per come gli alberi sembrano avvolgerti, in alcuni punti quasi a formare una sorta di galleria che unisce i rami più alti e ricurvi sopra le nostre teste. La temperatura scende con l’avanzare dei chilometri ed entriamo in quel range che è pronto a trasformare in neve quel sottile velo di piccolissime goccioline.
Testo Matteo Lavazza / Foto Bruno Serra

La Liguria non è soltanto mare, trofie al pesto e mugugno. Uno degli aspetti più intriganti della regione è la possibilità di collegare l’acqua salata alla neve dei monti in poco più di trenta minuti di macchina. Abbiamo anche dedicato un libro raccogliendo i migliori itinerari e con tutta probabilità gran parte di chi abita questa meravigliosa terra non li avrà neppure percorsi tutti. Un buon modo per rimediare vero Matteo? È quello che mi ripeto mentre sfoglio pagine che ritraggono fotografie di alcune strade che in tutta sincerità non avevo neanche mai sentito nominare. Nel preciso istante in cui le ho viste ho deciso che non avrei dovuto limitarmi a raggiungere quel luogo, ma lo avrei fatto ad una sola condizione: aspettando l’ingrediente definitivo per un’esperienza ancora più speciale.




Autunno significa una cosa soltanto: foliage. E se avremo già arricciato la fronte da settimane leggendone sulla bacheca di ogni nostro social network, provate a dirmi cosa c’è di meglio che percorrere una strada immersa nel bosco nel cuore dell’autunno? Potrei per esempio esordire con il fatto che un mercoledì in cui le previsioni danno neve possa essere un buon modo per assicurarci un pizzico di solitudine, una manna insperata quando questo significa avere la porzione più scenografica della Val d’Aveto tutta per te.


Mentre mi lascio alle spalle la lanterna di Genova e tutto ciò che di più tipico identifica la piccola regione ligure stretta tra mare e colline, sorrido immaginando la scena al quartier generale di Hyundai. Vedo un grande tavolo con tutt’attorno seduti i più alti dirigenti del brand. L’unica figura in piedi, accanto ad una lavagna, è il responsabile del reparto design, pronto a mostrare la quinta generazione del SUV Santa Fe. Partendo dalla serie precedente, le modifiche sono tanto semplici quanto efficaci. Cancellino, squadra e righello. Eccola la nuova Santa Fe, con il suo stile boxy che strizza l’occhio ad una leggenda britannica, restando però fedele alla sua identità da sport utility vehicle, disponibile con 5 o 7 posti, trazione anteriore o integrale, Full Hybrid o Plug In Hybrid.



Wow, non c’è che dire. La nuova Santa Fe è l’antitesi del passare inosservati. E giusto per essere sicuri di incrociare lo sguardo di chiunque vi incroci per strada, Hyundai ha messo firme ad “H” ovunque: nei gruppi ottici a LED anteriori, alla base del paraurti con particolari dettagli che grazie al Calligraphy pack sono in nero lucido, ma anche al posteriore e in abitacolo. I più attenti – ovvero i più nerd – avranno notato che la “H” è scritta anche al centro del volante, ma in codice Morse. Questo continuo richiamo tra esterno e interno è qualcosa da cui molti dovrebbero prendere spunto e che contribuisce a creare un filone logico che dialoga con l’osservatore, il quale viene immediatamente colpito dalle proporzioni generose della vettura, enfatizzate quindi da tutti quegli spigoli.

4,83 metri di lunghezza, 2,82 di passo (+5 cm rispetto alla quarta generazione) e tanto, anzi tantissimo spazio a bordo, sia per persone sia per bagagli, con una soglia di carico bassa e un portellone che si spalanca verso un cielo livido di nuvole. Comodamente appollaiato al posto guida, con sedile e volante riscaldato, macino chilometri in totale souplesse. A discapito di look e dimensioni, la Santa Fe in prova si affida ad un propulsore decisamente modesto, un 4 cilindri Full Hybrid da 1.6-litri turbo abbinato ad un cambio automatico a 6 rapporti che eroga 215 cavalli di potenza sul solo asse davanti. Noto però con piacere che è più che abbastanza per spostarmi tra autostrada e strade secondarie, non percependo in alcun modo le quasi 2 tonnellate di peso (1.920 kg) e l’ingombro complessivo di una vettura che ha come obiettivo primario quello di muovere famiglie nel massimo del comfort.




Se alle andature più sostenute ho potuto constatare che la resistenza aerodinamica sia ben più ridotta di quanto le forme farebbero pensare – il cx è di appena 0,29) il rotolamento degli pneumatici invernali è invero l’unico rumore esterno che si insinua in abitacolo. Quando poi decido di accendere l’impianto audio Bose i miei cinque sensi vengono viziati da un’ottima resa sonora e dalle note dei Boston. Lo so, sono un romantico. Ogni tanto qualche goccia di pioggia bagna le superfici squadrate della Hyundai e mentre mi assicuro di non variare rapporto anziché attivare i tergicristalli a causa della vicinanza delle leve alla destra del volante, accuso una leggera pigrizia da parte della trasmissione, che spesso tende a mantenere una marcia bassa quando la successiva ci sarebbe stata a meraviglia. Hai due paddle, che servono per aumentare o diminuire la frenata rigenerativa e mantenere così sempre carico il piccolo ma utilissimo pacco batterie in modalità Eco e per salire e scendere di rapporto in Sport, il che risolve ogni dubbio residuo.

La strada continua tortuosa, a volte più larga, altre volte stretta a tal punto da imporre massima attenzione, del resto stiamo pur sempre parlando di un mezzo di poco meno di cinque metri. Lo sterzo è preciso e la visibilità pure, complice anche gli angoli perfettamente a vista dal posto guida. Insomma, senza neanche accorgermene e dopo quasi tre ore e mezza dalla mia partenza oltrepasso finalmente il cartello Rezzoaglio. Sono in Val d’Aveto e sono pronto per cercare sulla mappa la strada che mi farà raggiungere il Monte Penna. Dal sedile del guidatore hai un colpo d’occhio mica da ridere. La plancia è sontuosa e non soltanto per i due grandi schermi da 12,3”, uno oltre il volante (personalizzabile) e uno – touch – al centro, proprio sopra i comandi a sfioramento per il clima, ma anche per il generoso blocco centrale che coinvolge un ampio bracciolo e ben due piastre di ricarica a induzione, peraltro utilizzabili solo per la carica o anche per la connessione con l’ottimo sistema infotelematico. E quel pulsante UV-C? Ve lo dico subito. Serve per attivare la sanificazione del vano portaoggetti superiore. Mai più chiavi zozze insomma.




Le curve della Liguria si fanno sempre più insistenti e sebbene siano meno morbide rispetto a quelle del Passo della Scoglina appena percorso, offrono un’esperienza molto più intima, vuoi per la totale assenza di traffico, vuoi per come gli alberi sembrano avvolgerti, in alcuni punti quasi a formare una sorta di galleria che unisce i rami più alti e ricurvi sopra le nostre teste. La temperatura scende con l’avanzare dei chilometri ed entriamo in quel range che è pronto a trasformare in neve quel sottile velo di piccolissime goccioline che bagnano un asfalto sorprendentemente in ottime condizioni.


L’oggetto bianco difficilmente identificabile da quelle poche persone che abbiamo incontrato poco fuori Rezzoaglio è a suo agio e si addentra sotto una vegetazione spoglia. Centinaia, anzi migliaia o addirittura milioni di foglie dalle mille tinte di giallo e arancione sono il crepitante tappeto sul quale poggiano le Michelin Pilot Alpin con cerchi neri da 20 pollici e sono l’unico rumore che si può sentire, dato che fatta eccezione per le salite, la Santa Fe sfrutta al massimo le batterie, avanzando spesso in modalità 100% elettrica. Eco, che è anche il driving mode con cui l’auto si accende, è la modalità migliore per la guida di tutti i giorni. Sport tiene sempre attivo il termico e Personal permette, ovviamente, di impostare i parametri secondo le proprie preferenze.

Non conosco questo luogo e ne sono già innamorato. La Santa Fe procede con discrezione e lo fa anche nei miei confronti, lasciandosi condurre come se fossimo in coppia da tempo, eppure sorprendendomi per l’incredibile quantità di dettagli che confermano il brand sudcoreano tra i leader assoluti in quanto a innovazione e qualità di prodotto. Ad un tratto, dopo una svolta come tante, sono obbligato a fermarmi in mezzo alla strada. C’è un piccolo angolo di mondo che non pensavo esistesse così vicino casa, un pezzo di bosco che sembra uscito da quelle serie TV americane ambientate nel Montana o nel Colorado, in questo caso con un forte accento genovese. Le luci irradiano l’obbiettivo della macchina fotografica e il nascondino di quel continuo chiaroscuro che filtra da alberi molto più alti del solito è la cornice di un quadro che dovevo assolutamente vedere in prima persona e rigorosamente dall’esterno dell’abitacolo.


Mentre sono lì in mezzo alla strada e immerso nel silenzio più totale del bosco, scorgo un capriolo che furtivamente si aggira non distante da noi. Ancora con un ciuffo di erba in bocca inizia a saltare per poi scomparire dove la vegetazione si fa più fitta. La magia della natura è qualcosa alla quale non puoi abituarti, un po’ come Hyundai che mescola le carte e non ha paura di azzardare una mossa rischiosa, giocando su linee che non si vedevano da troppo tempo e che personalmente reputo di gran lunga migliori rispetto alle curvy che hanno contraddistinto gli ultimi anni dei listini del 90% del parco automotive.

La Santa Fe è un’auto funzionale, pratica e intelligente. Capisci che la versione 7 posti – un optional da €1.200 – sarebbe lo strumento ideale per condividere tutto questo con più persone possibile, ma al contempo sei gelosamente felice di tenere quest’esperienza per te, perché è anche grazie alla compagnia della silenziosa solitudine se ogni attimo è un momento buono per contemplare il paesaggio circostante e la vettura che mi ha portato fino qui. Se poi avessi una tenda sul tetto, il modo migliore per menzionare le pratiche maniglie a scomparsa posizionate sul montante C, non avrei dubbi su dove campeggiare la notte, infischiandomene di sfidare temperature negative e una colonna sonora concessa da lupi e gufi.


Il Passo del Chiodo è breve ma intenso. È come uno shot di un qualche superalcolico mai sentito prima e che continuerai a cercare ogni volta che vedrai una strada di asfalto perfetto, staccionata e alberi spogli. Poco dopo raggiungo una porzione più larga, un rettilineo non troppo lungo ma molto più largo e letteralmente sovrastato da due file di altissimi alberi. Dalla strada fatichi a vederne le cime, dall’abitacolo è proprio impossibile. Alla fine svolto a destra e comincia un sentiero sterrato. Anche stavolta non si tratta di qualcosa di riservato a 4X4 duri e puri, ma di una strada bianca che dimostra come la Santa Fe, anche con la sola trazione anteriore, si avvalga della buona altezza da terra per affrontare un terreno non certo liscio come quello che caratterizza il casa-scuola dei bimbi.



Ancora una volta il silenzio riempie il bosco e lascia udire i canti di uccellini che corrono a caccia di cibo e riparo. La piccola unità elettrica sembra intervenire puntualmente nei momenti più opportuni. Lo sterrato ritorna asfalto e poi ancora terra, finché non raggiungiamo il punto di accesso al Rifugio delle Casermette del Penna, prossima alla stagione invernale ormai alle porte. Avrei potuto proseguire oltre, magari proprio sfruttando il plus emissioni 0 garantito dal Full Hybrid, ma un luogo così maestoso necessita di un assoluto rispetto, esattamente come i suoi abitanti a quattro zampe. Questa è la Liguria che non conoscevo, che non avrei mai immaginato, esattamente come la nuova Santa Fe è la Hyundai che non mi sarei mai aspettato.

Quegli spigoli sono come gli alberi spogli della foresta, un aspetto insolito che impreziosisce il quadro generale delle cose. Chiudo la portiera e mi metto al riparo dal freddo e proprio in quell’attimo vedo una sagoma grigia muoversi a non più di venti metri. Era un lupo, un solitario osservatore che in una frazione di secondo sparisce dalla nostra vista e mi lascia interrogare su quanto a lungo ci abbia seguito. Forse era anche lui interessato alla Santa Fe, la ricordava diversa e non posso dargli torto. Questa è meglio, vero mio caro amico solitario?

HYUNDAI SANTA FE HEV XCLASS
Motore 4 cilindri Full Hybrid, 1.598 cc Potenza 215 hp Coppia 265 Nm @ 1.500 rpm
Trazione Anteriore Trasmissione Cambio Auntomatico a 6 rapporti Peso 1.920 kg
0-100 km/h 9,6 sec Velocità massima 180 km/h Prezzo €54.850


