Il Cuore Ha Sempre Ragione?
Nell’acquisto di una vettura ad alte prestazioni è più importante la ragione o il cuore? Valgono di più i numeri, o tutto quello che c’è dietro? C’è sempre la prevalenza di una componente, o tutto si equivale? Domande che mi sono venute in mente osservando il “ritorno” di Alfa Romeo sulle scene mondiali con un’auto cui ultimamente non eravamo più abituati e che ha creato un interesse difficilmente rintracciabile in altre Alfa Romeo del recente passato. Perché tanto interesse dunque sulla nuova Giulia presentata tra l’altro in versione Quadrifoglio Verde, decisamente la sua declinazione migliore? Qualcuno potrebbe affermare che è tutto merito dei sbalorditivi numeri prestazionali di cui si parla: 510 cv, 0-100 km/h in appena 3,9 secondi, velocità massima superiore ai 300 km/h e rapporto peso/potenza di 2,99 kg/cv. Qualcun altro potrebbe replicare che è merito di caratteristiche, per così dire, emozionali quali il ritorno alla trazione posteriore (più volte osannato) oppure il caratteristico utilizzo di elementi di design che hanno fatto parte da sempre del DNA del marchio del biscione, o ancora il ritorno a simboli e sigle di un passato fatto di corse vincenti. Va da sé che entrambe le caratteristiche basate sia sui numeri che sulle emozioni spingono la nuova Giulia in due direzioni diametralmente opposte, ma che finiscono per dare un’energia incredibile alla nuova nata difficilmente riscontrabile in altri modelli di pari segmento. Perché? Beh, potremmo intendere i numeri della nuova Giulia come una missione nel futuro cioè l’unico modo possibile per lanciare una sfida a quelle vetture che fino ad ora non era stato possibile avvicinarsi per Alfa Romeo: Audi RS4, BMW M3 e Mercedes C63 AMG S, quest’ultima, guarda caso, ha proprio gli stessi cavalli della neonata italiana. Non solo: la nuova Giulia potrebbe anche essere intesa come un ritorno al glorioso passato di Alfa Romeo fatto di modelli dal design accattivante e da soluzioni tecniche superbe come per l’appunto la trazione posteriore. Probabilmente l’interesse mostrato (da operatori del settore e non) al lancio della nuova Giulia è frutto di un sapiente mix di elementi vecchi e nuovi e di una fresca ventata tecnologica unita ad elementi tradizionali che hanno fatto storia: non è un caso forse che il nuovo slogan Alfa Romeo sia “la meccanica delle emozioni”? Proprio questo mix affascinante di numeri e tradizioni, di ragione e cuore hanno dato vita all’Alfa Romeo che mancava da troppo tempo nei listini di casa madre ma, soprattutto, nel cuore degli appassionati del marchio. Se si fa un salto indietro con la mente agli ultimi modelli Alfa Romeo non si fa fatica a leggere come questa supposizione non sia priva di fondamento: ad esempio la 8C del 2007 aveva una linea splendida ed era abbinata alla trazione posteriore, ma era una supercar prodotta in edizione limitata e riservata a solo 1.000 clienti appassionati e facoltosi. Ma la 8C fu un primo passo in questa direzione, quasi venti anni dopo un’altra edizione limitata, l’affascinante SZ 3.0 del 1989 sempre a trazione posteriore, che però rappresentò il canto del cigno per le trazioni posteriori in casa Alfa Romeo. Oggi nel listino Alfa c’è da poco anche la compatta 4C, ma è anch’essa una supercar destinata a pochi e non creata per infiammare le folle. Tecnica a parte, le ultime Alfa Romeo disegnate hanno non di rado incontrato il favore del grande pubblico: a cominciare dalle 156 e 147 per arrivare alle 159 e Giulietta che hanno conquistato numerosi consensi grazie ad un design che puntava dritto al cuore. “In soldoni”, c’era il design, ma non c’erano abbastanza caratteristiche tecniche (in primis, la trazione posteriore), che nel passato avevano dato parecchio lustro al marchio del biscione. Con la Giulia sembra che il vento sia cambiato: ora ci sono numeri (sia prestazionali che, si spera, di mercato) e ci sono le emozioni di un design che cattura, c’è uno sguardo al futuro insieme ad un pensiero al passato, c’è una sfida ad armi pari contro le tedesche che da troppo tempo mancava e c’è un ritorno a soluzioni tecniche ardite che in molti avevano già auspicato tempo addietro. Dunque la Giulia potrebbe mettere tutti d’accordo: razionali ed irrazionali, calcolatori ed impulsivi: ecco spiegato forse il motivo di tanta attesa e di tanto clamore intorno alla sua presentazione. E allora… bentornata Giulia!
Antonio Iafelice