“Se vi dicono che il tempo non voli, ditegli di scrollare le meningi. Era il 2004, il 23 Febbraio del 2004, quando arrivò la mia Quattroporte. Ero felice come un bambino, nonostante avessi già oltrepassato la sessantina abbondante e da quel giorno sono passati ben 12, quasi 13 anni durante i quali ho percorso oltre 350.000km in lungo e in largo per l’Europa intera e senza mai essere lasciato a piedi da quel suo generoso e regale otto cilindri.
La prima Quattroporte di una generazione tutta nuova, che è stata in grado di raccogliere gli antichi splendori (vissuti da bambino, sui sedili posteriori del Tridente che possedeva il mio babbo) e fonderli con l’ingegneria moderna, con 400 cavalli scalpitanti e sempre pronti a offrirti quella gioia di un ruggito che usciva dagli scarichi al posteriore. Un salotto raffinato dal gusto retro che mi ha consentito di godere del più bell’aspetto che la vita possa regalarci: la libertà. Quella di viaggiare, quella di spingerci oltre il cortile di casa nostra e lontano da ciò che i nostri occhi scrutano quotidianamente. Ma come è logico che sia, gli anni passano e sono probabilmente invecchiato peggio della mia Signora su ruote, tanto da faticare a mettere a fuoco la strada e preferire di essere accompagnato dal mio amato nipote. Ma non intendo rinunciare, so che un giorno o l’altro un viaggio dalle mille sfaccettature mi sta aspettando, sta aspettando me e la mia Quattroporte, ed anche se non giocherò con la sua gloriosa cavalleria, vivrò ancora quel suo fantastico dono che mi ha fatto il giorno che l’ho portata a casa – quel senso di libertà senza eguali.”