Dimenticate qualsiasi stiracchiato accostamento con i supereroi della Marvel, la Avenger non è qui per salvare il pianeta, ma almeno in parte sa renderlo migliore con una soluzione tanto semplice quanto efficace. Il segreto sta nelle dimensioni ridotte che la rendono la più piccola Jeep mai prodotta.
Testo Matteo Lavazza / Foto Jay Tomei
Da qualche parte, non ricordo dove, ho letto che agosto sia il mese del break estivo. Ferie, vacanze, quelle cose lì che probabilmente ai nostri piani alti non sanno neppure cosa siano. Ecco perché mi hanno assegnato la chiave della nuova Jeep Avenger e detto di macinare più strada possibile, in maniere da capire se la più piccola delle Jeep abbia realmente senso oppure no. Dimenticate qualsiasi stiracchiato accostamento con i supereroi della Marvel, la Avenger non è qui per salvare il pianeta, ma almeno in parte sa renderlo migliore con una soluzione tanto semplice quanto efficace. Il segreto sta nelle dimensioni ridotte che la rendono la più piccola Jeep mai prodotta. Abbiamo ben 15 centimetri in meno rispetto alla già compatta Renegade, per cui avrete intuito che si tratta di un canone spiccatamente europeo, ma che non per questo limiterà il ruolo al solo vecchio continente. Ultimo appunto e poi vi racconterò come è andato il nostro mese di prova, la Avenger è al momento disponibile soltanto in versione elettrica, ad eccezione di Italia e Spagna, dove è possibile acquistarne con motorizzazioni Mild Hybrid o benzina, come quella della mia prova.
3 cilindri turbo benzina con un piccolo e leggero propulsore da 1.2-cc che trasmette 101 cavalli sul solo asse anteriore. Ecco, state tranquilli, perché la trazione integrale sta arrivando e siamo sicuri che soddisferà quella fetta di clientela che non può fare a meno di accostare un sentiero impervio al nome Jeep. Si chiama Avenger ed è la proposta che Jeep propone al fine di restare nell’ordine dei 4 metri di lunghezza, senza per questo motivo rinunciare alla praticità e versatilità di un modello che si basa sulla piattaforma CMP2 di Stellantis, condivisa per esempio con la Opel Mokka e Peugeot 2008. A differenza delle altre, Jeep ha dalla sua un look più massiccio, elevato dalla presenza dei generosi cerchi in lega da 18 pollici dell’allestimento top di gamma Summit che equipaggia il modello sotto le mie grinfie. Basta chiacchiere, vi racconto com’è e come va nel mondo reale, lontani da brochure di presentazione e slogan pubblicitari.
Estate, caldo torrido che sembra voler sciogliere gli pneumatici che restano fermi troppo a lungo sull’asfalto rovente. Scenario che immediatamente ti porta lontano dalla città, nonostante l’ambito urbano rappresenti in tutto e per tutto il pane quotidiano di una crossover come la Avenger. I centimetri da terra e la seduta rialzata sono infatti una manna per destreggiarsi nel traffico, con il 1.2 incredibilmente agile e che ben dialoga con il cambio manuale a 6 marce. Il pedale della frizione, per esempio, è morbido al punto giusto e preciso, tanto da far perdonare la necessità di dover spesso cambiare rapporto al fine di muoversi in scioltezza per liberare un incrocio o effettuare un sorpasso inaspettato mentre ci dirigiamo verso le Langhe piemontesi. Dopo aver infatti saggiato l’efficacia garantita da dimensioni compatte e ottima visibilità su tutti e quattro i lati, la Avenger ha bisogno di sgranchirsi un po’ lungo le morbide colline alle porte di Barolo e Novello.
Aria condizionata – purtroppo monozona – e navigatore satellitare con mappe TomTom, il tutto a portata di polpastrello tramite il display touch centrale con diagonale da 10,25”. Questo sistema non solo funziona a meraviglia ed è molto rapido e intuitivo, ma dispone di comode scorciatoie in stile smartphone che consentono finalmente di intervenire sui parametri della vettura limitando le distrazioni e le perdite di tempo una volta alla guida. Il clima ha inoltre i comandi fisici a pianoforte nella porzione inferiore del cruscotto, appena sotto un ampio e pratico portaoggetti con fondo in gomma removibile, ideale per posizionare lo smartphone qualora non si voglia usufruire della piastra a induzione situata di fronte alla leva del cambio. Insomma, la Avenger è l’apoteosi della praticità, il che mi sorprende date comunque dimensioni così contenute: 4,08 m di lunghezza, un passo di 2,56 e una larghezza di 1,72. Già, i valori ideali per muoversi agevolmente sempre e comunque.
Mentre osservo gli ordinati vigneti fuori dal finestrino muovo il volante con un dito e noto essere piuttosto preciso, a prescindere dalla modalità di guida scelta. Ce ne sono ben 6, ovvero Sport, Normal, Eco, Sabbia, Fango e Neve e devo essere sincero, perlomeno con il cambio meccanico, non cambiano praticamente nulla l’una dall’altra, se non un pizzico di resistenza in più sullo sterzo e il colore del secondo display digitale, quello da 7,25” che integra tachimetro, indicatore del carburante e ripete in posizione più comoda le informazioni di navigazione o radio. La Avenger, soprattutto in questa colorazione Giallo Sun con tetto a contrasto nero, non passa inosservata. Le sette feritoie al frontale continuano a caratterizzarla ed i profili sottili dei gruppi ottici la rendono decisamente riconoscibile. Divertente poi giocare a scovare gli “easter eggs”, come la coccinella sul profilo del tetto, il bambino con il telescopio e la griglia della mitica Willys. Stile americano disegnato a Torino che prende in prestito più di qualche ingrediente dal gruppo ex-PSA, ormai tutta famiglia Stellantis.
E poco importa, perché guidarla è piacevole e rilassante esattamente come dovrebbe essere trattandosi di una vettura rivolta a chi di chilometri ne deve macinare e in qualsiasi condizione. Come detto non è ancora disponibile la trazione integrale – che su una Jeep reputo un fattore fondamentale – e nel momento in cui abbandoniamo l’asfalto mi rendo conto che tra gli pneumatici tradizionali e l’assenza di una modalità che gestisca al meglio la ripartizione della trazione tra le due ruote anteriori, è certamente possibile affrontare sentieri sterrati, a condizione che però non siano impegnativi. In quel caso la Avenger non è la Jeep che fa per voi. Tolto questo sassolino e abbandonati i più reconditi sentieri che si insinuano sopra La Morra, passo davanti ad una delle tante panchine giganti che colorano l’area e il paragone con la più piccola Jeep di sempre torna a far capolino nella mia testa.
Del resto, è proprio qualcosa di inaspettato che ha la possibilità di farsi spazio in un segmento fin troppo affollato come quello dei crossover, anche e soprattutto in una famiglia – quella Stellantis – dove potrei elencare almeno una mezza dozzina di modelli in competizione con la Avenger. Lei, dal canto suo, ha un look ben più che azzeccato, una linea muscolosa che mantiene lo stile “hot wheels” introdotto con la Mokka e accentuato dalle maniglie delle portiere posteriori affondate nel terzo montante. Insomma, la Avenger è una delle più belle crossover in circolazione, se non la più bella e questo è un punto di partenza di grande vantaggio perché consente di scegliere un’auto pratica e versatile, senza rinunciare all’aspetto estetico.
Accosto poco fuori Monforte d’Alba e mentre il giallo metallizzato della carrozzeria si fonde con il paesaggio da cartolina inizio a valutare alcuni numeri come le ridotte dimensioni di un propulsore poco assetato (circa 8,1 litri ogni 100 km in condizioni di guida miste), ma più brioso di quanto si potrebbe pensare. Infatti, i 10,6 secondi per lo 0-100 km/h non rendono giustizia all’elasticità garantita dal 1.2, soprattutto nei rapporti più bassi. Con un peso che supera di poco i 1.200 kg e dimensioni che consentono di trovare parcheggio anche nelle città più affollate, la Avenger è il supereroe per la quotidianità che probabilmente stavate cercando, soprattutto per il fatto che la trazione integrale sarà disponibile a breve, con grande soddisfazione di chi avrà necessità di utilizzarla per come è giusto che sia trattandosi di Jeep.
La seduta è comoda e nonostante alcune plastiche siano un pochino cheap – ma meglio della Renegade – non credo di aver trovato un difetto tale da comprometterne l’acquisto, soprattutto perché la Avenger parte dalla ben più che accettabile cifra di €24.300 (allestimento Longitude). E così mi sono goduto le Langhe nel pieno dell’estate, quando ancora le vendemmia non ha spogliato quei campi così rigorosamente ordinati. Ho affrontato la città nel pieno fermento degli ultimi giorni prima delle tanto agognate vacanze e viaggiato in autostrada con il comfort di una vettura di segmento superiore. Ho stravolto un articolo che ruotava attorno alle meraviglie di un’area patrimonio UNESCO perché la vera protagonista è stata – non senza un pizzico di sorpresa – questa piccola grande Jeep che ha sventolato bandiera bianca solo per l’assenza della trazione integrale quando ho provato a inerpicarmi per un sentiero che mi ha ricordato che la Avenger non è una piccola Wrangler, ma un’ottima alternativa al 90% delle auto pensate per la giungla urbana.
Se prima di toccarla con mano ero favorevolmente colpito dal lavoro che il team di designer torinese ha svolto partendo dalla piattaforma e dagli ingombri a disposizione, ma convinto che in fin dei conti sarebbe stata l’ennesima crossover già vista e rivista, dopo un mese di convivenza mi sono reso conto che in realtà sono bastate poche ore per entrare in sintonia con un modello che in apparenza poteva sembrare superfluo, ma che in realtà impreziosisce il listino del brand Jeep e diventa uno dei prodotti più interessanti e validi dell’intera famiglia Stellantis. Ecco, almeno in conclusione ho deciso di tirarvi fuori un piccolo richiamo alla Marvel: la Avenger è il supereroe (urbano, ma non solo) di cui non sapevamo di aver bisogno. Per fortuna è qui, presto anche con trazione integrale e tanta voglia di sporcare i parafanghi.
JEEP AVENGER 1.2 Summit
Motore 3 cilindri Turbo, 1.199 cc Potenza 101 hp @ 5.750 rpm Coppia 205 Nm @ 2.750 rpm
Trazione Anteriore Trasmissione Cambio Manuale a 6 Rapporti Peso 1.255 kg
0-100 km/h 10,6 sec Velocità massima 184 km/h Prezzo da€24.300 (€29.300 esemplare in prova)