Jeep Renegade – L’Insolito Test Drive
JEEP RENEGADE
Testo di Marco Rallo
Foto di Enzo Rachelli
Devo ammetterlo, non mi sento propriamente a mio agio. Sono montato a bordo della nuova Jeep Renegade, un fuoristrada dalle piccole dimensioni completamente rivoluzionario, soprattutto rispetto al modello da cui prende il testimone. Pensata per una perfetta convivenza cittadina che promette di non restare indietro nel caso la strada si faccia impervia e ricca di insidie, magari come un sentiero di montagna immerso tra gli alberi. La nuova Renegade è un prodotto di casa FCA, costruita sul telaio della più urbana 500X (o 500L, ma comunque a scocca portante e non a longheroni), strizza l’occhio ad un pubblico giovane (forse prettamente femminile) e potrebbe coniugare praticità, robustezza, abilità off-road e parchi consumi di carburante. La redazione mi lascia la chiave sulla scrivania con sotto un biglietto che recita “Trova una strada adatta!” – in quel preciso momento, mi fiondo al computer ed apro la nostra mappa di itinerari (una sorta di enciclopedia contenente le strade più belle al mondo) e dopo ore ed ore, scandagliando in lungo e in largo ogni zona evidenziata da un nostro segnaposto, mi rendo conto che ACM non ha mai pensato al fuoristrada, a quello vero più che altro. Mi tocca improvvisare, ho bisogno di un bosco, di un sentiero, di un po’ di fango per sporcare la carrozzeria e le grosse plastiche protettive della baby Jeep. Resto in ufficio fino a tardi ma trovo finalmente un luogo adatto ai miei scopi, chiamo il fotografo e gli comunico che il mattino seguente avremmo fatto un test diverso dal solito, una scampagnata nel profondo verde.
Verde … già, verde come questo inusuale colore, battezzato “verde giungla”, ma che risulta essere una tonalità leggermente contestabile, soprattutto con l’immagine che la Renegade già offre, giocosa, quasi come se fosse un’auto della Playmobil troppo cresciuta. Questo particolare esemplare celebra i 75 anni di Jeep e lo fa con alcuni particolari che lo “arricchiscono” rispetto alle versioni standard, passando per i numerosi richiami della mascherina frontale Jeep con ai lati le sagome dei fari tondi, sino alle divertenti sagome di una Jeep Willys che percorre un sentiero impervio (parabrezza) o un sasquatch che cammina facendo ciondolare le lunghe braccia (lunotto posteriore) – non dimentichiamoci del ragno che saluta il benzinaio con un bel “Ciao baby”, all’interno del tappo del serbatoio. Insomma, una serie di sciocchezze che fanno sorridere e sottolineano quanto Jeep reputi importante e fondamentale quel desiderio di libertà, in questo caso offerta dalla trazione integrale e da un’ottima altezza da terra. La mia giornata al volante in un luogo insolito comincia di mattino presto, con le prime luci dell’alba che mi costringono ad indossare gli occhiali da sole. L’abitacolo della Renegade è notevole in quanto a praticità, offre un sacco di tasche portaoggetti ed il cambio automatico a 9 rapporti non lavora affatto male. D’accordo è un po’ pastoso, soprattutto quando non scala come vorresti, o a freddo, ma consente di limitare i consumi di gasolio di questo 2.0cc da 140cv, rendendola una perfetta compagna quotidiana. Una Jeep però, ovviamente, vuole essere portata là dove una comune vettura non potrebbe andare e così mi inerpico nell’entroterra, su verso un rifugio alpino. Oltrepasso i ripetitori e mentre noto che i nostri smartphone impazziscono, la Jeep non sembra affatto faticare, nemmeno quando provo a tagliare lungo un sentiero sterrato piuttosto impegnativo.
È il momento di provare a giocare con quelle cosine che rendono una Jeep un vero fuoristrada e mi riferisco quindi al selettore per il bloccaggio differenziale, quest’ultimo inoltre reagisce diversamente in base al terreno che percorriamo ed al limitatore di velocità in discesa, che mantiene la vettura frenata senza bisogno di tenere il piede sul freno. Divoro quella stradina come un fungaiolo di lunga data e proseguo per la strada principale, sino ad addentrarmi in un bosco che sembra essere uscito da “The Blair Witch Project” – se fosse notte e dovessi restare senza carburante, credo proprio che dormirei in auto. Un altro aspetto positivo della Renegade è il suo sterzo: è preciso e comunica bene ciò che succede sotto di noi, inoltre la corona del volante è spessa e consente una buona impugnatura. Nota dolente è invece la rumorosità del 4 cilindri, che soprattutto a vettura ferma farà scappare la fauna locale, peggio che una battuta di caccia degna di Enrico VIII. I freni sono buoni, ma il bilanciamento lo è un po’ meno, accusando un fastidioso e soprattutto pericoloso beccheggio. Dopo alcuni scatti ripartiamo e nel frattempo ho colto l’occasione per adoperarmi con il tetto rimovibile detto “My Sky”, molto semplice e veloce. Basta infatti utilizzare una chiavetta apposita per sbloccare le due porzioni di tetto (smontabili indipendentemente l’una dall’altra), azionare una maniglia e riporre i pannelli nel bagagliaio. Eccovi servito il più puro piacere di guidare immersi nella natura, senza un tetto sopra la testa e con la possibilità di addentrarvi dove non lo avreste creduto possibile. La Renegade mi sta sorprendendo parecchio e mi fa quasi venire voglia di organizzare un pic-nic in mezzo al bosco, dimenticando il rumore di un poderoso V8, o l’adrenalina di accelerare al volante di una supersportiva. C’è anche un navigatore, abbastanza preciso ma forse il display da 6,5” è troppo piccolo per come siamo abituati oggi.
Una volta terminato lo shooting, ripercorriamo la stessa strada a ritroso, scendendo di quota ed incontrando sempre più traffico, sino a raggiungere la civiltà ed anche in questo ambiente questa Jeep di ultima generazione è perfettamente a suo agio. Compatta e facile da posteggiare, riesci a infilarla dove capita per andare a fare la spesa o al lavoro e ti rendi conto che le strade sono letteralmente tempestate di modelli analoghi. Complice anche un buon prezzo (il listino parte da circa 24.000€) e la possibilità di personalizzarla con abbinamenti di colore che più preferisci, la Renegade non intende assolutamente essere un’alternativa ad un SUV – non ne ha il prestigio e tantomeno le qualità dinamiche. Ciò che vuole fare è mettere alla portata di tutti una vettura pratica e funzionale, che non conosca barriere e che sia in grado di farvi apprezzare la bellezza di ciò che ci sta intorno, senza distrazioni e senza volersi mai mettere in primo piano rispetto a madre natura.