Lamborghini Aventador SV: Oltre Il Bene E Il Male
LAMBORGHINI AVENTADOR SV
OLTRE IL BENE E IL MALE
Testo: Alessandro Marrone
Fotografie: Giorgia Rossi
Questa è una di quelle volte che ti toccano i sentimenti, quei momenti in cui non appena hai un secondo di tregua psicologica, ti soffermi a pensare a quanto sei fortunato per essere vissuto nel periodo in cui capolavori ingegneristici simili hanno preso vita. Un ammasso di ferro e materiali più nobili come la fibra di carbonio, folli cifre sulla scheda tecnica e la più insana capacità di trasgredire ogni regola di buonsenso ed understatement, ci regalano (si fa per dire) una supercar perfettamente attuale che però è in grado di farci vivere un’esperienza di guida epocale. La Aventador SuperVeloce, come suggerisce il nome stesso, è il simbolo della velocità, è il 119° elemento sulla tavola periodica, è una reazione chimica che avviene all’interno del nostro organismo e che eleva lo shock sensoriale ad un livello di piacere fisico che provi ogni volta che il contagiri digitale schizza verso l’alto – e sappiate che lo fa in un modo repentino, costante, senza la minima intenzione di tornare daccapo prima di aver pizzicato il fondo scala. Mentre la osservi vieni assalito da una serie di input che ruotano inevitabilmente attorno alla violenza del suo design, alla rabbia dei suoi spigoli, alla dinamicità di ogni tratto studiato e realizzato per concretizzare un’efficacia che non conosce mezzi termini. La sigla SV – SuperVeloce appunto – ha radici ben salde nell’eredità Lamborghini ed a Sant’Agata non hanno certo potuto battezzare questa edizione speciale come “TiSpaccoTutteLeOssaEPoiCiGiocoAShangai”, ma il senso è più o meno quello.
Partendo dalla base di una delle più veloci supercar mai prodotte, la Aventador LP700-4, la Aventador SV di oggi ci è gentilmente affidata dall’amico Raul Marchisio di RM Autosport Monaco, ex pilota professionista che sarebbe in grado di mettere di traverso anche il vostro tavolo con il cenone di Natale già apparecchiato. Si tratta di uno dei 600 esemplari prodotti in versione coupé, finito in color Verde Ithaca e con il pacchetto carbonio in stile “chi più ne ha, più ne metta”. Non è possibile staccarle gli occhi di dosso e la cosa odiosa è che per salire a bordo non potrete vederla da fuori, per il resto ci sono tutti gli ingredienti che rendono iconica una Lamborghini e che rendono un sogno ad occhi aperti una due posti secchi con un V12 aspirato in posizione posteriore centrale, un enorme ala regolabile a sormontare un altrettanto immenso diffusore ed i quattro terminali di scarico affiancati l’uno all’altro. La metamorfosi estetica tra una Aventador normale ed una SV salta all’occhio ancor prima che il vostro cervello abbia ricevuto l’impulso nervoso, notando le numerose appendici aerodinamiche quali lo splitter anteriore, side skirts, nuovi cerchi ultraleggeri con serraggio centrale (in tinta con la carrozzeria), dettagli in carbonio ed il posteriore più aggressivo e provocante della storia dell’automobile. Sai che si tratta di un’auto, ma a starle accanto ti senti come a sfidare l’ira funesta di un drago risvegliato da un lunghissimo sonno – è nervoso, infastidito e non vede l’ora di staccarti l’osso del collo, o ancor meglio fare di te un piccolo cumulo di cenere.
Abbandoniamo le trafficate strade del Principato di Monaco e ci dirigiamo verso qualche chilometro di asfalto abbastanza sgombro e liscio da permetterci di far respirare il toro scatenato, consapevoli del fatto che nessuna strada sarà mai abbastanza larga e lunga per mettere a terra i suoi 750 cavalli, nonostante la trazione integrale contribuisca nel rendere l’esperienza di guida meno terrorizzante di quanto potrebbe essere. Su carta, l’Aventador SV dovrebbe essere una bestia imbizzarrita e difficile da domare, con un assetto rigido come una tavola di adamantio ed un cambio sequenziale a 7 rapporti e frizione a disco singolo che ad ogni cambiata vi lancia un’incudine dritta in mezzo alla schiena – in realtà è addirittura tutto molto più accentuato. Difficile descrivere con le parole la furia cieca con cui la SV aumenta il numero di giri e ficca il suo largo corpo lungo strade che si inerpicano verso i colli sopra Monaco. Il rumore è assordante ma godurioso, un latrato primordiale che ribadisce quanto i 12 cilindri aspirati non devono assolutamente morire e quanto siano in grado di rappresentare la quintessenza del piacere di guida più elevato. Il 6.5 non sarà più giovanissimo, ma in quanto a spinta non teme confronti e riesce a far scattare la SuperVeloce da 0 a 100 km/h in appena 2,8 secondi, anche forte della eccezionale trazione dei quattro grossi pneumatici, 255/35/20 all’anteriore e 335/25/21 al posteriore. L’ala posteriore è poi regolabile in tre differenti settaggi, mediante apposito strumento, gioia per chi intende usarla in pista. Il motore non è mai sottovoce, al minimo o appena in movimento fa tremare le pareti rocciose attorno a noi, in costante attesa di essere scaraventato verso gli oltre 8000 giri. La coppia di 690Nm consente di buttarsi alle spalle ogni residuo briciolo di buonsenso e quel rapporto fisico con il telaio diventa in breve tempo qualcosa di morboso, qualcosa di cui non si può più fare a meno, grazie anche a quella che è probabilmente la novità tecnica più profonda, ovvero le sospensioni magnetoreologiche.
All’interno ci si trova abbracciati dagli scheletrici e rigidissimi sedili a guscio, bellissimi quanto ciò di più lontano dall’idea di comfort di viaggio che hanno quei giornalisti noiosi che si soffermano addirittura a parlare di consumi (per la cronaca, 24,7 l/100km urbano, 16 l/100km misto). Le braccia sono distese in avanti verso il volante in alcantara – collegamento ideale per uno sterzo vivo come pulsante come il cuore di un rettile – e gli occhi rimbalzano tra la strada ed il famigliare cockpit in stile cacciabombardiere, interamente rivestito tra carbonio ed alcantara, come il cielo, i pannelli porta e qualsiasi altro angolo sul quale i vostri occhi si poseranno quando non saranno troppo impegnati nel cercare di tenervi in vita. La Aventador SV è impegnativa, non soltanto per le sue dimensioni e per la sua potenza, ma perché ha un comportamento nervoso, dei feedback analogici in un’epoca in cui siamo ammaestrati dalle capacità elettroniche della maggior parte delle auto sportive. Il cambio non sarà velocissimo e strapperà parecchio, soprattutto nel traffico cittadino, ma nel momento in cui comincerà a giocare a calcio con il vostro corpo, non farà altro che accentuare la violenza di una supercar che è già una instant classic. Proprio come in una relazione sentimentale, ci si innamora più dei difetti che dei pregi, e quelle sfumature che possono sembrare obsolete, troppo estreme o addirittura esagerate, sono quelle peculiarità che rendono la SV qualcosa in grado di andare ben oltre il bene e il male. Il culto della velocità su ruote ha queste forme, questa voce, questa apparente capacità di farci sentire fragili ed inadatti a sfruttare tutto il suo potenziale. È questo che ci rimette al nostro posto e ci fa capire che stavolta è diverso, che ogni curva è una sfida contro noi stessi e che a fine giornata avremo vissuto un’esperienza totalmente differente da ogni altra. Alcuni tolgono i tappetini, aggiungono due spoiler e qualche badge qua e là, alzano il prezzo di cartellino, inventano qualche slogan accattivante e scoprono l’acqua calda. Quando Lamborghini utilizza le lettere SV è perché la pozione magica è così bollente da trasformare ogni sogno in realtà e la Aventador SV è un toro di razza pura che fa perdere la testa perché esaspera ogni concetto di automobile. La LP750-4 è la vetta del motorismo contemporaneo che strizza l’occhio alle supercars moderne. Difficile trovare una rivale che risponda allo stesso modo al desiderio di qualcosa di così puro e con abbastanza cavalli per tingervi i capelli di bianco alla prima frenata – o alla prima accelerazione, a voi la scelta.
LAMBORGHINI AVENTADOR SV (2016-2017)
Layout – Motore centrale posteriore, trazione integrale
Motore – 12 cilindri a V 6.498cc
Trasmissione – cambio automatico a 7 rapporti
Potenza – 750 cv @ 8.400 rpm
690 Nm @ 5.500 rpm
Peso – 1.675 kg
Accelerazione – 2,8 sec.
Velocità massima – 350 km/h
Produzione – 600 unità (Coupé)