Lamborghini Huracan LP580-2 Spyder: Prendila Per Le Corna!
LAMBORGHINI HURACAN LP580-2 SPYDER
PRENDILA PER LE CORNA !
Testo: Alessandro Marrone
Fotografie: Giorgia Rossi
Quando da piccolo andavo al Luna Park, quello del toro era il gioco che osservavo da lontano, quasi intimorito – era il gioco dei grandi, per gli stessi che passavano la serata al tira-pugni, mentre noi poppanti potevamo al massimo permetterci gli autoscontri, credendo già di aver trascorso una serata intensa. Erano anni in cui i bambini della mia età non avevano certo smartphone o realtà virtuale con cui giocare e la percezione del mondo che ci circondava era estremamente razionale. Razionale come il fatto che il gioco del toro fosse una cosa inarrivabile – ci voleva forza per stringere le corna e vincere, e credo di non aver mai visto nessuno vincere (probabilmente era uno dei classici giochi truccati da Luna Park). Crescendo, l’unico toro che mi sia mai interessato prendere per le corna non era certo fatto di plastica economica, ma di potenti e rumorosi motori e linee a dir poco eccitanti. Quando vidi per la prima volta una Diablo rimasi pietrificato in contemplazione e per anni la associai all’auto dei miei sogni, un traguardo inarrivabile probabilmente, ma che mi ha spronato a mettere tutto me stesso all’inseguimento del lavoro della mia vita – questo stesso lavoro che giorno dopo giorno mi mette al volante di supercars che mai avrei immaginato di poter neppure avvicinare.
Lamborghini, la nemesi di Ferrari, la follia accoppiata al genio di un uomo che per guidare un’auto come voleva egli stesso, la costruì appositamente. Un toro infuriato, nomi altrettanto scatenati che segnano in maniera indelebile l’epoca in cui vedono la luce, per consacrarsi nei sogni di giovani e meno giovani. Con il passaggio di proprietà di qualche anno fa, la follia Lamborghini non è andata perduta e finalmente i fedeli al toro di Sant’Agata Bolognese hanno potuto abbracciare una tanto agognata affidabilità, che prima della Aventador, andava a fatica di pari passo con le pazzesche prestazioni velocistiche. La Huracan, modello fondamentale (come la Gallardo, sostituita proprio da quest’ultima) ha come obiettivo quello di portare quel po’ di follia in un mondo meno elitario della più potente e costosa Aventador S. Questa nuova razza di toro imbizzarrito è dotato di trazione integrale ed aiuti elettronici che sono in grado di evitare di schiantare contro un albero i risparmi di una vita. Se però pensavate che il brivido che vi fa sudare freddo anche in piena estate fosse sparito, sbagliate di grosso, e dopo il meritato successo della Gallardo Balboni, Lambo propone il bis, sottoforma di Huracan con la sola trazione al posteriore. Il toro scatenato è tornato e non resta altro che prenderlo per le corna, come abbiamo fatto in occasione dell’evento organizzato dai ragazzi di The Lakes GT, in quel di Varano de’ Melegari.
Eccolo, il toro. Sornione là in mezzo al paddock ad attendere che qualcuno sia abbastanza coraggioso da entrare nell’arena. Il Giallo Tenerife non fa altro che enfatizzarne le linee spigolose e rendere l’immagine da supercar ancora più abbagliante – una vera e propria calamita per le pupille, ma soprattutto per il cuore di un appassionato che non desiderava altro che ritrovare su una Lambo quella scintilla che molti avevano dato per affievolita. Sottolineo che a Sant’Agata se ne sono infischiati dei vari downsizing e continuano a celebrare enormi 10 e 12 cilindri, in questo caso con una manciata di cavalli in meno rispetto alla versione con trazione integrale, quasi a voler rassicurarci che la dipartita di 30 puledri possa rendere il compito più semplice. La comfort zone è un ricordo ormai lontano, un luogo nel quale non puoi stare se hai realmente voglia di sentirti vivo e così metto in moto pigiando il tasto di accensione nascosto sotto l’interruttore a leva in stile aereo da caccia e do vita a quell’animale desideroso di farmi capire di cosa sia capace e di mettermi alla prova. Il V10 resta da 5.2cc ma i cavalli scendono a 580, mentre la coppia si attesta sui 540Nm (invece dei 560 della AWD) – quello che conta davvero è che quando tieni stretto il volante e approfitti dei rettilinei attorno a Varano, la forza con cui vieni premuto al sedile scansa via i vari numeri e tabelle che cerchi di tenere a mente e trasforma tutto in fatti. Metti anche in conto che avendo aperto il tettuccio in tela – del resto come non approfittarne, essendo anche la versione Spyder – il fruscio del vento prova in tutti i modi a coprire il boato del dieci cilindri ed indovinate un po’? Non ci riesce, nemmeno un poco.
I rettilinei son belli, ma tenere giù in curva è tutta un’altra storia e così, cominciando con cautela assaggio le potenzialità di questo bovino assatanato, con il costante scoppiettio che arriva dagli scarichi e l’ANIMA (il selettore magico che in Lamborghini usano per passare da Strada, Sport a Corsa) che mi concede lo step intermedio, rendendo più reattivo sterzo, acceleratore e comunicando alle sospensioni che ho bisogno di più rigidità. I sedili sono contenitivi alla perfezione, il cambio è velocissimo e spara uno dopo l’altro i sette rapporti che ho a disposizione, ma mi trovo spesso impegnato a scalare per far salire su di giri il motore e poi pestare sul gas, con il muso che sembra puntare verso il cielo (in realtà resta incredibilmente rasente al suolo) e le ruote posteriori che si aggrappano all’asfalto, scaraventandomi verso l’auto davanti a me. È un gioco, proprio come al Luna Park – soltanto che è più costoso e molto più divertente. Ad 8.000 giri cambio e salgo di nuovo in terza, poi mentre sto per arrivare a 5.000giri devo frenare, onde evitare di salire sopra a chi mi sta davanti. Nessun problema, rallento ulteriormente, scalo e mi inserisco nella curva successiva, spalanco il gas ed il posteriore da un leggerissimo colpo di coda: eccolo servito il famoso brivido lungo la schiena, quello che ti fa sentire vivo proprio perché ti ha appena fatto passare davanti agli occhi parte della tua vita. Lo stesso brivido che ti fa sentire il corpo leggero e tremolante ed intanto, quasi come fosse una reazione di un organismo che non conosce spirito di conservazione, ti trovi a sorridere, a scuotere la testa dando una pacca d’approvazione sul volante. Mano sul paddle e giù di una marcia, il motore urla come un lupo mannaro al quale hai appena pestato una zampa, e via verso alcuni tra i migliori chilometri della tua vita. È meno assassina della Gallardo Balboni, ma ugualmente reattiva e potente: l’impressione principale che ti trasmette è quella di essere molto più fruibile e meno insidiosa in caso di fondo bagnato o sconnesso, ma non pensate che per questo sia meno speciale.
Una supercar che pesa poco più di una tonnellata e mezzo (spyder!), con quasi 600 cavalli, un cambio velocissimo, freni potenti e la trazione dove deve essere, dove vi consentirà – spazio permettendo – di allargare il posteriore come facevano le antenate, senza però sforzare differenziali o rischiare un disastroso effetto pendolo, bé come la chiamereste? L’uragano Huracan non lascia scampo: passa, travolge e lascia dietro di sé quel sapore di sogno terminato troppo presto, come quando la sveglia ti interrompe proprio sul più bello. Lascia quel gusto di aver provato quel famoso brivido ed aver sentito il corpo tremare come se dovesse implodere, ma la comunicazione tra il telaio e la fortuna hanno fatto il resto. Con circa 200.000€ si può poi accelerare da 0 a 100 in appena 3,6 secondi e raggiungere 320 orari, magari anche con il vento che ti devasta i capelli. L’abitacolo è moderno, non disdegna la connettività ed è ben organizzato, nonostante alcune plastiche non rendano ancora giustizia all’eccezionale immagine di supercar che abbiamo di fronte – discorso a parte per questo esemplare, equipaggiato con dettagli in composito che nonostante aggiungano qualche Euro sul prezzo di listino, aumentano lo “special-factor” che si assaggia appena si da uno sguardo dal finestrino, o dal tettuccio in questo caso. Il gioco del toro è tornato a far parte dei miei sguardi incuriositi ed anche se l’ho semplicemente portato a spasso, son finito col farmi male – si, perché devo accettare il fatto di non poterne mettere uno in garage. Vuole soltanto essere domato come si deve e l’appagamento che si prova dopo questo primo assaggio è la conferma che la Lambo meno costosa in listino, ma con la configurazione che i puristi aspettavano, sia una delle auto più eccitanti in circolazione.
LAMBORGHINI HURACAN LP580-2 SPYDER (2016-)
Layout – Motore centrale, trazione posteriore
Motore – 10 cilindri a V 5.204cc
Trasmissione – cambio automatico a 7 rapporti
Potenza – 579 cv @ 8.000 rpm
540 Nm @ 6.500 rpm
Peso – 1.584 kg
Accelerazione – 3,6 sec.
Velocità massima – 319 km/h
Prezzo – da 203.300 €