Lotus 3-Eleven: Follia Allo Stato Brado
PERFORMANCE TOUR – EPISODE I
LOTUS 3-ELEVEN
MAKE ME BAD
Testo: Alessandro Marrone
Fotografie: Lomax
INTRODUZIONE
La collaborazione con la Gino S.P.A. ci ha dato modo di constatare come un’azienda dai grandi numeri e che si rivolge ad un sempre più vasto e variegato bacino di appassionati ed automobilisti possa essere in grado di trasformare un settore come quello del marketing, in qualcosa di profondamente coinvolgente. Negli ultimi mesi abbiamo pubblicato qualche teaser riguardo il nostro “Performance Tour” e svariate e-mail sono arrivate in ufficio con richieste di maggiori informazioni, persone che vorrebbero prendere parte agli shooting ed altro ancora. Come dargli torto, la semplice parola “performance” racchiude in sé una miriade di immagini fatte di auto mozzafiato, strade scenografiche ed il più profondo desiderio che riempie l’animo umano, quello della scoperta. Scoprire strade che possano farci restare insonni per notti e notti, entrare in sintonia con auto che hanno una vera e propria anima e conservare questi fantastici momenti in uno sfascicolato in edizione limitata, supportati dal prezioso contributo di alcuni tra i fotografi migliori del settore. Auto Class e la Gino Luxury & Motorsport presentano una rubrica a puntate che rappresenta i sogni di ogni appassionato, immortalando in un battito di ciglia immagini estrapolate dalle nostre fantasie ed offrendovi la possibilità di viverle in prima persona, perché i desideri sono fatti per essere esauditi.
EPISODIO I
Avete mai riflettuto su quanto sia importante un nome, un’etichetta, un marchio? Spesso diamo tutto per scontato e non apprezziamo il lavoro svolto a monte, quando qualcosa è stato ideato e letteralmente creato dal nulla. Un logo che al giorno d’oggi simboleggia migliaia di parole ed infinite emozioni, oppure un progetto che coinvolge persone e risorse. “Less is more” diceva Colin Chapman, fondatore del marchio Lotus, che nonostante le peripezie affrontate nel corso della sua storia è arrivato all’alba del 2017 mantenendo intatto questo mantra fatto di guida pura e di un rapporto intimo tra uomo e macchina. Colin sapeva esattamente cosa voleva – era un uomo d’altri tempi – e voleva che le sue auto facessero esattamente ciò per cui vedevano la luce: andare forte. E dovevano farlo per la lunghezza esatta della corsa, non un giro meno, non un giro in più. La filosofia del “togliere peso per andare più veloce” si è rivelata un’arma vincente, copiata da molti ma realmente eguagliata da nessuno ed il modo in cui un Lotus driver si relaziona al mondo dell’automobile è diametralmente opposto da quello di chiunque altro. È una questione di percorrenza di curva piuttosto che di pura velocità, parliamo di immediatezza nei feedback di telaio e volante e soprattutto di quel feeling che ti permette di sentire ogni minimo cambiamento sul manto stradale, in modo da interpretare al meglio questi input e trasformarli in ciò che conta realmente, su strada e su pista – guidare come se fossi una cosa sola con l’auto. Adesso prendete questi insegnamenti come dogmi sul quale basare la vostra esperienza di guida più viva e mescolateli con un’iniezione di potenza da 416 cavalli – ecco come inizia il nostro Performance Tour.
Ogni curva rappresenta un trampolino dal quale fiondarmi verso quella successiva. Non c’è un attimo di tregua e non mi rendo neppure conto di quanto stia realmente andando forte, sballottato in quel bordello sensoriale reso ancora più assurdo dal fatto di indossare un casco integrale, una cintura a quattro punti e di vedere la mia fronte all’altezza delle barriere di protezione a bordo strada. In questi momenti è meglio non pensare – non sarei in grado – e tantomeno rallentare il passo, ma piuttosto tenere giù come se dovessi proseguire di inerzia, quasi a voler trovare una via di fuga da questa folle montagna russa dalla quale in realtà non vorresti più scendere. Avremmo potuto portarla in pista, la 3-Eleven, ma sarebbe stato troppo ovvio e poi preferiamo lasciarlo fare ai piloti, quelli veri. Ho sempre avuto un debole per le cose ai limiti della pazzia ed ho pensato di buttare un’auto da pista (ma regolarmente targata ed immatricolata per uso stradale) su una strada di montagna che dal cuneese porta giù alla riviera ligure, attraversando una valle immersa nella vegetazione di un bosco che sembra uscito da “Il Signore degli Anelli” e le tortuose curve del Giogo di Toirano, reso ancora più insidioso da una fitta nebbia e da un manto stradale umido e pronto a farti rimpiangere di esserti messo contro la buona sorte. Ma ormai sono in ballo e non intendo tirarmi indietro – il sibilo del compressore volumetrico Edelbrock è la mia sola compagnia ed ho ormai seminato l’auto dei fotografi che mi seguiva sino a poco fa. Mi getto nella nebbia come se dovessi uscire da una casa avvolta dalle fiamme, attraversando quello strato grigio pallido che rende indistinti i contorni della strada e nel mentre è come se potessi vedere il casco che muove nervosamente a causa di un manto stradale non certo simile a quello per cui la 3-Eleven è stata concepita. Ma è proprio qui che l’adrenalina si impone come una droga e dilaga nelle mie vene facendomi arrivare a staccare sempre un po’ dopo ed aprire il gas nel preciso istante in cui le Michelin Pilot Sport Cup 2 chiedono pietà e tirano il fiato, facendo puntare il muso della Lotus stradale più potente di sempre verso l’interno della curva. Morte o gloria e raddrizzo il razzo di Hethel con un movimento meno brusco di quanto pensassi, poi appena i giri motore si ristabiliscono e tornano a crescere gradualmente, allungo la mano destra sulla leva del cambio e salgo di marcia. Lo faccio per tutto il mattino e quando scendo, con le gambe tremanti e le braccia intorpidite, mi siedo a bordo strada e sfilando il casco comincio a ridere.
Ecco cosa ha di speciale guidare su una strada del genere – non puoi memorizzare un tracciato di quasi un centinaio di chilometri, puoi solo giocare d’istinto e correre sul filo del rasoio. Il mio casco nero opaco si sposa alla perfezione con l’immagine estrema della Lotus verde con stripes gialle, in assoluto la migliore livrea possibile. Da qualsiasi angolo la si osservi è come se ti provocasse, provando in tutti i modi a non farti sentire all’altezza, a volerti abbattere e far rinunciare, ma una volta saltato (letteralmente) a bordo e messo in sicurezza, perfettamente allacciato ai sedili a guscio, tutto si trasforma. Il pedale della frizione è sorprendentemente morbido, la leva del cambio è precisa e non ti fa sbagliare un colpo, l’auto non strattona e datemi del pazzo, ma sembra far di tutto per infonderti quella sicurezza alla quale dovrai fare appello una volta che sarai lanciato tra le curve come un secchio giù per un pozzo senza fondo. Basta una leggera pressione sull’acceleratore ed il feedback conferma subito come Colin Chapman avesse maledettamente ragione. I 416cv accoppiati agli appena 925kg di peso le conferiscono un rapporto peso/potenza pari a quello di una Aventador, con la differenza che grazie alla rigidità dell’assetto, al baricentro rasoterra ed alla responsività del telaio, entrerete in curva a velocità ben più elevate. I motociclisti salutano, i passanti ti indicano e gli altri automobilisti restano allibiti, mentre faccio percorrere ad un’arma da pista un percorso per il quale non sembra progettata, ma che ben presto scoprirà di amare profondamente. Imparo a conoscerla con rispetto e lei sembra assecondarmi. Il dislivello della strada ed il poco traffico enfatizzano ancora di più quella voglia di far prendere giri al motore ed il 6 cilindri 3.5cc posizionato immediatamente dietro al posto guida ti trasmette con una precisione innaturale tutte le informazioni necessarie, tanto che il display digitale dietro al volante lo guardo sporadicamente, giusto per capire quanto mi trovi vicino (bé avete capito dai) al limite di velocità.
Niente fronzoli, niente di niente, la 3-Eleven è un volante collegato all’albero di trasmissione e gli unici optional sono i due sedili e quelle sinuose linee che coprono un corpo anoressico sovrastato da uno spoiler anteriore decisamente pronunciato e da un’enorme ala posteriore in carbonio, vostra fedele compagna di viaggio e presenza fissa negli specchietti retrovisori. C’è sia l’ABS che il controllo trazione, parzializzabili tramite un controllo posto sul piantone del volante ed in questo caso avendo circa il 64% del peso sull’asse posteriore, sarete in grado di spingere i limiti un po’ più in là, forti di un sottosterzo praticamente inesistente e di un grip pari a quello di un’auto da corsa – per la serie, più forte vai, più resti schiacciato al suolo. Non sarete nemmeno in grado di allungarvi abbastanza da arrivare a prendere il biglietto al casello, ma questa volta non mi importava se sarei rimasto bloccato con il mal di schiena, mi sarei immolato ben volentieri perché un’auto da pista su una strada simile non è una cosa che capita tutti i giorni. Terminati i primi scatti, torno al posto di comando e riprendo il decollo, con una maggiore confidenza nel mezzo, ma con la consapevolezza che il minimo errore sarebbe pronto a presentare un conto molto caro. Prima regola: mai stare in scia all’auto davanti a te. Anzi, stare alla larga da qualsiasi auto e cercare strade che non siano trafficate e che permettano di mettere in tavola la potenza di questo peso piuma dotato di un motore che farebbe correre forte anche la più classica delle sportive che non rinuncia ai comfort tanto cari alle nuove generazioni. Scalo una marcia, affondo l’acceleratore e vengo immediatamente schizzato in avanti – il V6 urla sino a superare i 7000 giri e mentre la mia presa sul volante si fa sempre più salda ed evita che le ruote anteriori seguano le irregolarità dell’asfalto, mi addentro di nuovo in un tratto pieno di curve, così evocativo che sembra dipinto da Michelangelo, non solo per la bellezza di un panorama che pare ingoiarti in una gola di rocce e montagne spoglie, quanto per la diversità delle curve, la larghezza della carreggiata stessa e perché sembra il circuito di Dio in persona. Onirica, intima e con quel pizzico di perversione, la Lotus 3-Eleven va trattata come una granata, ma allo stesso tempo vuole farti prendere in mano la situazione ed accompagnarti in quelli che saranno i chilometri di guida più belli di tutta la tua vita. Pensare che su pista, o su una strada che non si avvicini al modo migliore per tentare il suicidio, impiega appena 3,4 secondi per scattare da 0 a 100 km/h e può raggiungere in souplesse i 280 orari. Ma non è tanto quanto tempo impiega per raggiungere velocità simili, ma il modo in cui lo fa – e lei lo fa senza batter ciglio, senza nemmeno costringerti a scalare per richiamare la curva di coppia ideale, intanto i 410Nm fanno il loro sporco lavoro.
Dovete mettere in conto di scendere con i capelli scombinati, di sudare sette camicie e di restare intontiti per i due giorni successivi, ma automobili del genere rendono il mondo un luogo migliore in cui vivere. Tutti dovrebbero avere una 3-Eleven nella propria vita, ma solo 311 persone potranno godere di questo privilegio. Ti fa sentire vivo, ti fa capire che tutto quello che avevi guidato sino a quel momento non erano altro che pezzi di lamiera con un’anima frigida e distaccata. Il rapporto che puoi arrivare ad avere con un’auto simile è preoccupante, crea dipendenza e ti porterà a rischiare la vita in più di un’occasione, ma proprio come quando ti affacci dal balcone dell’ultimo piano e consapevole di soffrire di vertigini, senti quel tremolio che sale su per tutta la spina dorsale, ti sporgi ancora più verso il vuoto. Come quando sogni di precipitare da un aereo in volo e gli organi interni ti si premono sino a scoppiare – non sai spiegarlo, ma sai soltanto che per sentirti vivo devi arrivare il più vicino possibile al suo opposto.
Gino S.P.A., rivenditore Lotus autorizzato, vi aspetta nei suoi showroom ed offre la possibilità di ordinare una delle 311 3-Eleven entro la fine del mese di Maggio, oppure di usufruire di un forte sconto sul modello in pronta consegna. Volete sentirvi vivi? Allora sapete cosa fare.
LOTUS 3-ELEVEN (2017)
Layout – Motore centrale, trazione posteriore
Motore – 6 cilindri 3.5cc – supercharged
Trasmissione – cambio manuale a 6 rapporti
Potenza – 416 cv @ 7.000 rpm
410 Nm @ 3.000-7.000 rpm
Peso – 925 kg
Accelerazione – 3,4 sec.
Velocità massima – 280 km/h
Produzione: 311 esemplari
Prezzo – da 117.000 €
Prezzo Gino Luxury & Motorsport – 106.000 €