Mansory Levante: La Tempesta Imperfetta
MANSORY LEVANTE
LA TEMPESTA IMPERFETTA
Testo di Christian Parodi
Al momento della presentazione, il primo SUV prodotto dalla casa del Tridente ha destato non poco scalpore, ma una volta saliti a bordo del Levante e dato vita alle emozioni uniche che la vettura modenese è in grado di offrire, ogni dubbio è subito spazzato via e ci si può godere un’esperienza di guida di gran classe, con la consapevolezza che con una pressione più decisa sull’acceleratore, si risveglia il vero istinto condiviso con gli altri modelli del brand, sicuramente più tradizionali in quanto a look e tipo di impiego. Se da un lato è vero che possiamo ormai definire superato il piccolo trauma di vedere una Maserati diesel, osservare la generosa carrozzeria del SUV ha richiesto altrettanto tempo agli affezionati del marchio. Questo preambolo serve a contestualizzare quanto le estrose modifiche del tuner tedesco Mansory non saranno quindi tanto indirizzate verso i fan più radicali di Maserati, quanto invece per quelli che cercano in primis un prodotto che sappia distinguersi e farsi notare, a prescindere dall’ipotetico accostamento colori arancio e nero del modello presentato al grande pubblico qualche mese fa.
Mansory è ormai sinonimo di interventi che stravolgono sotto tutti gli aspetti sia l’estetica che la meccanica di qualsiasi vettura, senza porsi limiti di marchio e toccando praticamente tutti i simboli del lusso, come per esempio Ferrari, Lamborghini, Rolls Royce, Aston Martin, Bentley, Bugatti e appunto Maserati. Quello che riesce ogni volta a sorprendermi è però la capacità di attirare – nel bene o nel male – l’attenzione su ogni sua nuova creazione, a suon di body kit a dir poco esasperati, abitacoli rivestiti nei materiali più insoliti, elaborazioni al motore che portano i valori di potenza e coppia in territori quasi ridicoli e, ciliegina sulla torta, una scelta di colori che va di pari passo con gli esorbitanti prezzi dei modelli finiti, ovviamente quasi sempre prodotti in edizione super limitata o addirittura in esemplare unico e su commissione di facoltosi clienti.
Con la Levante, Maserati è riuscita a mettere al mondo un SUV dalle linee morbide e che ripercorrono gli stilemi della casa, soprattutto al posteriore e nei numerosi dettagli sparsi qua e là e logicamente adattati alla diversa fisionomia di una Quattroporte/Ghibli più alta da terra, mentre il tratto maggiormente distintivo è senza il minimo dubbio il frontale, con quella grande griglia a farla da padrona, sempre pronta a divorare la strada davanti ad essa. Mansory ha deciso di stravolgere il concetto di eleganza e dedicarsi principalmente ad esaltare un senso di opulenza – sempre al limite con il volgare – grazie alle innumerevoli appendici in fibra di carbonio, ai nuovi pannelli, splitter, minigonne laterali e un grande diffusore posteriore che insieme a nuovo spoiler sul lunotto, confermano come in casa Mansory non esistano mezzi termini. Il body kit allarga i passaruota e grazie al nuovo assetto ribassato, a distanziali da 25mm ed ai nuovi cerchi GTurismo da 22 pollici, questa Levante sembra davvero un’altra auto. Ogni particolare in fibra di carbonio è disegnato da zero e prodotto in autoclave dal tuner stesso; nemmeno un singolo pezzo che si differenzia dal modello originale viene preso in prestito da ditte esterne, neppure i pomelli della chiusura centralizzata delle portiere, figuriamoci i tappetini in pelle con cuciture esagonali e in tinta con la carrozzeria, o il cofano motore in carbonio non verniciato, dotato di più nervature e più prese d’aria per un V6 pronto a scaricare a terra un po’ di volgarità.
Passando al motore, almeno per il momento, Mansory offre un incremento di potenza più contenuto rispetto al solito, portando i 430cv della motorizzazione V6 twin-turbo a quota 465 (+35), grazie alla riprogrammazione dell’unità gestionale, nuovo filtro dell’aria ed ai nuovi silenziatori dell’impianto di scarico, che mantiene due coppie di uscite sdoppiate, ma squadrate invece che tonde. Dobbiamo ammetterlo, l’abitacolo ha perso la sobria eleganza del modello originale, in favore di un gusto a dir poco kitsch, dove trame di carbonio arancione e pannelli che proseguono il pattern cromatico dell’esterno, si inseguono affrontando ogni fantasia più nascosta e che avremmo voluto tener tale il più a lungo possibile. C’è tanta Alcantara, quella non manca mai, un volante con impugnatura più squadrata e sedili che almeno questa volta lasciano in pace coccodrilli e animali esotici vari, in favore di una seduta più funzionale.
Insomma, a prescindere dal modello sul quale mette le mani, Mansory sa come sorprenderci e che piacciano oppure facciano soltanto scalpore per le azzardate scelte stilistiche, i modelli che produce sono sempre in numero talmente ridotto da renderli dei veri e propri unicorni. Resta il fatto che dove Maserati è riuscita a coniugare l’eleganza e il prestigio del proprio marchio con la praticità di un SUV agile su terreni sterrati, quanto performante su strada asfaltata, il tuner rende inutilizzabile il lato fuoristradistico della vettura, getta al vento il suo sobrio abito da sera adatto ad ogni occasione e carica di qualche zero il prezzo finale. Mi spiace, ma questa tempesta non è affatto perfetta. Almeno non per me.