Vestita di bianco accentua maggiormente i dettagli in fibra di carbonio, alcuni tra quegli indizi che sembrano dirti che non si tratta di una normale Ghibli. Accendere il suo V8 da 580 cavalli fuga ogni altro possibile dubbio.
Testo Marco Mancino / Foto Gian Romero
Introdotta a breve distanza dalla variante Hybrid, la versione Trofeo è la Ghibli che suscita un sussulto nel cuore di chi non sceglie Maserati soltanto per l’eleganza offerta dal tridente modenese. Restando pur sempre una berlina di medie dimensioni, abbracciare il primo V8 declinato su questo specifico modello consente di trovarci di fronte alla visione definitiva di un’auto che mantiene invariate le sue qualità di nobile quattro porte di lusso, accentuando però il desiderio di far tremare le pareti del Colle del Moncenisio grazie ad un propulsore che rappresenta un autentico orgoglio nazionale, patrimonio di un modo di intendere la guida che in questi anni sembra scivolare come sabbia tra le dita.
Vestita di bianco accentua maggiormente i dettagli in fibra di carbonio, alcuni tra quegli indizi che sembrano dirti che non si tratta di una normale Ghibli. La Collezione Trofeo, disponibile anche per il SUV Levante e per la sorella maggiore Quattroporte, incarna lo spirito racing del brand di Modena, equipaggiando quello che a tutti gli effetti è il modello più contenuto sia in termini di dimensioni, che di peso. Questo ci porta ad una conclusione logica: la Ghibli Trofeo è la Maserati più veloce in listino. Sì, anche della MC20 – pur di un solo chilometro orario – e sebbene si tratti di due concezioni differenti e di certo non paragonabili in termini di dinamica di guida, è un ulteriore campanello di allarme che preavvisa che nelle prossime curve avremo di che divertirci.
Cominciamo dal protagonista assoluto: il propulsore. Il V8 biturbo è quello che abbiamo conosciuto quando abbiamo guidato la Levante Trofeo, ovvero un gioiello con un angolo di 90° sviluppato in collaborazione con i tecnici Ferrari che impacchettano pistoni e bielle evolute, due turbine che lavorano in parallelo e un limitatore posto a quota 7.200 giri. Si tratta di un motore iperprestazionale, ma che al tempo stesso sembra voler portare con sé un pizzico di sapore degli anni d’oro dell’automobile, in cui la sovralimentazione significava anche un ritardo in erogazione di coppia, picco che parte da circa 2.250 giri. Da quel momento in poi, da quell’impercettibile soglia raggiunta nella frazione di un secondo, la spinta del V8 si fa incredibilmente vigorosa e costante, scaricando a terra tutti i 730 Nm e raggiungendo una potenza massima di ben 580 cavalli non appena la lancetta del contagiri tocca i 6.750.
Oltre alla modalità Sport, impostare Corsa – introdotta con la Collezione Trofeo – significa enfatizzare ogni minimo feedback fornito al guidatore. A partire da uno sterzo più reattivo e preciso, controlli trazione più blandi e un cambio fulmineo che non nasconde la propria violenza, lasciando sentire ogni cambiata con un colpo alla schiena che ti catapulta verso la curva successiva. È la natura più selvaggia della Ghibli, l’elegante berlina che sotto qualche nervatura più marcata, due prese d’aria ben visibili poste sul cofano anteriore e un piccolo spoiler situato sull’estremità del baule, scatena un putiferio gestito al meglio possibile tramite la sola trazione posteriore. Se l’attimo prima sembrava di essere al volante di una Ghibli qualsiasi, godendosi il comfort e il lusso offerto da un abitacolo ricoperto di pelle (e in questo caso anche carbonio) e perfezionato con un sistema di infotainment di ultima generazione, gli enormi paddle e la seduta perfetta assumono un significato diametralmente opposto, mostrando la natura più selvaggia della piccola di casa.
Il cambio è un ZF automatico a 8 rapporti, un convertitore di coppia ideale per una convivenza quotidiana, capace di gestire un consumo carburante che diventa esilarante una volta che si attacca una strada di montagna viaggiando costantemente sulla linea rossa. C’è un differenziale a slittamento limitato al posteriore, il quale non è solo fondamentale al fine di rendere realmente sfruttabile l’esagerata potenza a disposizione, ma uno degli aspetti che rendono la Ghibli Trofeo divertente da guidare nonostante le quasi 2 tonnellate di peso. Non pensate di lanciarvi da un tornante all’altro a forza di Scandinavian flicks, non è l’auto pensata per questo scopo, ma se intendete divorare una strada nel più breve tempo possibile, sappiate che potrete farlo anche se comodamente coccolati dalle sue morbide poltrone in pelle.
La prima sensazione che ti pervade spingendo il V8 verso l’alto è ovviamente la ferocia con cui le due turbine ingurgitano aria e sprigionano cavalli sulle ruote posteriori. Anche nella modalità Corsa, la Ghibli Trofeo non diventa una vettura votata alle performance in maniera assoluta. Continua infatti a bilanciare il comfort e una rigidità quasi smorzata dalla necessità di restare più verso la faccia più luxury della medaglia e questo lo si nota anche per via di un impianto frenante privo di dischi carboceramici, i quali avrebbero senza dubbio giocato in favore di andature più frenetiche, soprattutto tenendo conto del peso che ci si porta appresso. La Ghibli Trofeo ha un carattere molto personale e nonostante consenta inserimenti in curva precisi e offra un grip notevole, tradisce un pizzico di rollio nel momento in cui si decide di andarci pesante con l’acceleratore. Fa parte del gioco del resto, dato che non intendo rinunciare a cinque posti, un ampio bagagliaio e tanta tecnologia di bordo.
Il Colle del Moncenisio si staglia attorno alle limpide acque dell’omonimo lago, offrendosi quale sfondo perfetto per scatenare i cavalli della Trofeo. 4,3 secondi per scattare da 0 a 100 km/h, 12,9 per raggiungere i 200 e una velocità massima registrata a 326 orari: numeri che fanno uscire le pupille dalle orbite, se solo non fosse che anche senza il cronometro alla mano, è facile rendersi conto della velocità con cui la Ghibli si muove su strada. A differenza di berline ad alte prestazioni più o meno idonee ad un confronto, Maserati mantiene un carattere più vicino alle altre varianti della gamma, andando certamente a prediligere performance da autentica supersportiva, ma senza perdere di vista il fatto di rivolgersi ad una clientela che non intende arrivare a destinazione con la schiena dolorante, soltanto per aver premuto il gas più del solito.
Le Alpi sono senza dubbio il suo terreno di gioco ideale, ovviamente insieme a quelle lunghe tratte autostradali che elevano il fattore comfort e una cura di assemblaggi e materiali di prim’ordine. Certo che non disdegnerebbe la pista, del resto parliamo pur sempre di 580 cavalli e una coppia straripante, ma non è stata realizzata per correre contro i decimi di secondo sul giro, quanto piuttosto per emozionare. Dopo giorni trascorsi a guidarla – e mettere benzina – state pur certi che posso confermare che sa come far scendere una lacrimuccia sul viso. Lo fa quando si fa sbraitare il V8, lo fa quando la osservi nel suo candido abito bianco e lo fa quando apri la portiera e vieni accolto dal salotto più confortevole e veloce in circolazione. Le montagne riecheggiano e urlano il nome della Trofeo e io stringo il volante e vivo un’emozione che tra ibride ed elettrificazione potrebbe avere il tempo contato. Lasciatemela godere a cuore aperto.
MASERATI GHIBLI TROFEO
Motore V8 cilindri Twin-Turbo, 3.799 cc Potenza 580 hp @ 6.750 rpm Coppia 730 Nm @ 2.250-5.250 rpm
Trazione Posteriore Trasmissione Cambio Automatico a 8 rapporti Peso 1.960 kg
0-100 km/h 4,3 sec Velocità massima 326 km/h Prezzo da €148.640