Maserati Quattroporte S Q4 GranSport | Test Drive
Il carattere della Quattroporte subisce una trasformazione direttamente collegata all’intensità con la quale si agisce su acceleratore e sterzo. La dinamica è di quelle che ti consentono di spingere forte sui tratti rettilinei, quanto nelle curve più veloci, giocando con il cambio e assicurandosi un ottimo grip grazie alla trazione integrale.
Testo di Marco Mancino / Foto di S. Lomax
Salire a bordo di una Maserati è uno di quei momenti che non perdono mai il proprio fascino. È un tripudio di odori, un’esplosione di eccitamento mista a quell’irrefrenabile bisogno di dare vita a quello strumento musicale celato con eleganza e discrezione sotto al lungo cofano. La Quattroporte rappresenta da sempre il modello più generoso in quanto a dimensioni, addirittura ancora più imponente del SUV Levante, scelta definitiva anche quale vettura di rappresentanza per personaggi istituzionali e capace di mantenere quindi una clientela raffinata e che sceglie una Maserati con la consapevolezza di distinguersi e al tempo stesso spuntare tutte le caselline necessarie per regalarsi una convivenza totale con un’auto ormai completa e prossima a ulteriori e importanti rinnovamenti.
Perdonate il preambolo, ma ho voluto prendere il giusto tempo, perché vetture come questa rappresentano il ponte tra il presente e il futuro e conservano un fascino d’altri tempi, il più profondo orgoglio Made in Italy e un patrimonio culturale che incarna una scelta mai scontata. Ormai disponibile con il solo propulsore V6 (benzina e gasolio), pochi giorni dopo la nostra prova Maserati ha calato un tris d’assi con la nuova gamma Trofeo, l’unica che offrirà alla stessa Quattroporte, ma anche alla Ghibli e Levante l’opzione di un V8 da 580 cavalli, senza contare il momento di grazia accentuato con la MC20 e con l’anticipazione dell’arrivo del SUV Grecale e di una gamma pronta ad espandersi e sottolineare la propria posizione d’eccellenza e avanguardia. Questo è quindi il momento ideale di celebrare un modello che ha dato tanto al proprio brand e che con le nuove versioni e le prossime generazioni potrebbe cambiare radicalmente. Meglio prendere un bel respiro, allacciare la cintura di sicurezza e dirigerci lontani dal traffico. Abbiamo un’orchestra da far esibire.
La Quattroporte non nasconde le proprie dimensioni, del resto ha bisogno di sottolineare il proprio status quale berlina di lusso, più spaziosa e ancora più prestigiosa della Ghibli. Al tempo stesso riesce però a nascondere misure XL e un peso che arriva a sfiorare le 2 tonnellate grazie alle linee sobrie delle fiancate, con una griglia anteriore che la rende subito distinguibile nello specchietto retrovisore di chi vi sopravanza e una coda non troppo dissimile dalla sorella minore. Da decenni la Quattroporte rappresenta la punta di diamante del marchio, che fatta eccezione per le più sportive coupé è anche la preferita sul mercato dell’usato, vuoi per la eccezionale fruibilità del modello, vuoi perché è davvero difficile resistere al sound del suo motore, anche se in questo caso abbiamo due cilindri in meno rispetto ad altre versioni non più a listino. L’allestimento GranSport è poi quello che enfatizza maggiormente il carattere sportivo della berlina italiana, nel nostro specifico caso in versione S Q4, ovvero con il V6 sovralimentato da due turbocompressori, un 3-litri che eroga 430 cavalli su entrambi gli assi, 580 Nm di coppia e un cambio automatico ZF a 8 rapporti perfettamente in grado di soddisfare le più disparate esigenze del guidatore.
In città, la Quattroporte si muove in scioltezza, e tolto il fatto che non è certo l’auto da lasciare parcheggiata a pettine in mezzo a tutte le altre, le superfici vetrate offrono ottima visibilità su ogni lato, questo è anche uno dei vantaggi della più tradizionale carrozzeria a tre volumi, la quale peraltro torna utile anche per via di un vano bagagli estremamente capiente. La modalità Normal è quella più indicata per il tempo che trascorrerete sui tragitti meno emozionanti, con il sound del V6 che viene ovattato, sterzo morbido e cambio che predilige un ridotto regime di giri. Fortunatamente stiamo ormai guidando lungo gli ultimi chilometri di autostrada che ci dividono da Courmayeur, nel più perfetto stile delle nostre fughe dal confusionario mondo cittadino. Giusto il tempo di sorseggiare un caffè e lasciare che Alex e Steve discutano sui dettagli dell’imminente shooting ed è il momento di puntare il tridente verso il Colle del Piccolo San Bernardo. Premo il pulsante Sport, sposto la leva del cambio in modalità manuale e stringo l’impugnatura sul volante della Quattroporte, provvidenzialmente equipaggiata con le ben note palette in alluminio, tra le più grosse del listino. È qui che la grande e grossa Maserati dimostra il lato finora tenuto perfettamente a freno, perlomeno finché si trattava di atteggiarsi a comoda berlina.
Il carattere della Quattroporte subisce una trasformazione direttamente collegata all’intensità con la quale si agisce su acceleratore e sterzo. La dinamica è di quelle che ti consentono di spingere forte sui tratti rettilinei, quanto nelle curve più veloci, giocando con il cambio e assicurandosi un ottimo grip grazie alla trazione integrale. Il grip in uscita di curva è uno degli aspetti che maggiormente mi sorprende ed è proprio lì che sfruttare i 580 Nm di coppia ti permette di schizzare verso la tornata successiva con una facilità che non avresti creduto possibile. Divorare il primo tratto del Piccolo San Bernardo non è mai stato così facile e la colonna sonora che esce dalle due coppie di terminali dà il meglio di sé una volta superati i 2.500/3.000 giri, senza troppo rimpiangere la mancanza di due cilindri. Ciò che davvero non manca è la pura potenza, l’elasticità del motore e la precisione in inserimento di curva, con uno sterzo che in modalità Sport risultava già molto più diretto anche sulle tratte autostradali.
Questo è uno di quei momenti in cui la frenesia fa capolino e i discorsi nell’abitacolo si interrompono per lasciare giusto spazio alle più spontanee esclamazioni circa le sorprendenti doti di una grossa berlina da 1.995 kg, che con tre persone e bagagli a bordo, si divincola tra i tornanti del passo montano con una disinvoltura che mai avrei immaginato. Anche lo ZF automatico gioca un ruolo fondamentale – selezioni un rapporto ed è subito lì, pronto per aumentare di giri o lasciare che la marcia successiva ti spinga verso la vetta, raggiunta fin troppo in fretta. A quel punto, con la più incredibile scioltezza, la Quattroporte fa scomparire il baccano da essa stessa creato e si muove con disinvoltura e con la massima discrezione tra gruppi di ciclisti e turisti che hanno staccato la spina dalla solita routine settimanale. È qui che gli sguardi finiscono sul suo tridente bello in mostra al centro della grossa griglia all’anteriore, oppure sui generosi cerchi a 5 razze sdoppiate, le grosse pinze freno rosse e l’inevitabile borbottio di un motore che pensavo avrebbe prosciugato il serbatoio nella metà del tempo e che invece si è dimostrato anche capace di non farci fermare ad ogni distributore, soprattutto quando l’andatura diminuisce.
Parlando e guidando auto emozionanti, il punto principale è quello del coinvolgimento, ovvero quella capacità di soddisfare il guidatore, ma anche di sorprenderlo senza spiazzarlo. In questo ambito la Quattroporte si dimostra una vettura incredibilmente completa e che dopo la tirata sui tornanti a salire e quelli a scendere in direzione La Rosière, ti coccola nel più profondo comfort delle sue poltrone in pelle e con un’impostazione che nonostante il baccano e le molte superfici in fibra di carbonio presenti su cruscotto e pannelli, non dimentica la propria dedizione nel rendere questa la Maserati per eccellenza. Dove esteticamente si mantiene fedele al design più conservativo, il Tridente modenese conferma il proprio lignaggio e allo stesso modo allarga la presa grazie ad una guidabilità che sa soddisfare anche nel momento in cui avreste desiderato partire con l’auto sportiva più tradizionale lasciata invece in garage, magari per mancanza di spazio a bordo.
I più nerd – come me – sono quelli che aspettano sempre i numeri e come è giusto che sia, meglio metterli alla fine per non limitare la lettura dell’articolo ad una mera ricerca di conferme cronometriche, aspetto che nel caso di una vettura emozionante come una Maserati sarebbe a dir poco riduttivo. Partiamo dal prezzo, infatti per mettervi in garage una Quattroporte “bastano” 105.000€, ma in questo caso parliamo della Diesel da 250 o 275 cv. La versione benzina con sola trazione posteriore – la S – parte invece da 116.800€, mentre un esemplare come quello della nostra avventura sulle Alpi tra Italia e Francia, ovvero la S con trazione integrale Q4 e allestimento GranSport, parte da poco più di 133.000€, che a conti fatti è davvero la scelta migliore che potreste fare e non solo perché fino a questo punto del nostro viaggio è stata una divertente compagna, ma per ciò che sta per accadere nel giro di pochi chilometri. In questo preciso momento il nostro viaggio subisce una svolta e le gloriose curve della Maserati si trovano di fronte alla maestosità di un paesaggio che sembra estrapolato dalla più ambita cartolina dell’espositore. Benvenuti in Val-d’Isère.
NON PERDERTI LA SECONDA PARTE DELLA NOSTRA PROVA.
IN ESCLUSIVA SUL NOSTRO LIBRO “ALPINIST” IN USCITA A DICEMBRE 2020!
MASERATI QUATTROPORTE S Q4 GRANSPORT
Layout – Motore anteriore, trazione integrale
Motore – 6 cilindri a V 2.979cc – twin-turbo
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 430 cv @ 5.750 rpm
580 Nm @ 2.250 rpm
Peso – 1.995 kg
Accelerazione – 4,8 sec.
Velocità massima – 288 km/h
Prezzo – da € 133.200