In Costa Azzurra si guida spesso circondati da supercar, hypercar e SUV oversize, ma quando si giunge a St. Tropez, la regina incontrastata della strada è lei: la Mini Moke!
Agile, sbarazzina, spartana, perfettamente intonata alle spiagge ed alla natura di quei luoghi che, per quanto ovviamente modernizzati, fanno ancora respirare atmosfere molto anni ’60. E proprio nei ‘60 si sviluppa il progetto di quest’auto, quando a British Motor Corporation viene commissionato un veicolo, per uso militare, paracadutabile. Ciò che venne fuori risultò davvero facilmente aviotrasportabile, per peso e dimensioni, ma inadatto alla guida fuoristrada, che spesso invece è richiesta ai veicoli militari.
Nel 1964 si decise allora di farne un veicolo per il mercato civile, prodotto dalla casa madre fino al 1968 e poi, su licenza, da altri costruttori nel mondo, ancora per decenni.
La semplicità costruttiva è estrema: i due telaietti della Mini berlina sono collegati da altrettanti tralicci laterali ed i pannelli del pavimento hanno funzione strutturale. La carrozzeria è composta di pochi elementi, lineari al massimo. La vetratura è ridotta al solo parabrezza e le porte in tela sono dotate di finestratura in materiale plastico. Sulla testa una cappottina monostrato, sorretta da centine metalliche. Un insieme che seguiva le linee guida delle spiaggine (auto molto in voga all’epoca ma, contrariamente a quanto accaduto per Moke, nate espressamente per uso ludico).
La spartanità delle dotazioni e del design hanno però portato questa Mini a vivere momenti di parziale oblio, in periodi in cui l’utenza iniziava a cercare i primi comfort anche sulle utilitarie e così lei se ne è stata ad attendere sorniona, dentro i garage di St. Tropez (e di altri luoghi di villeggiatura di charme), per poi risorgere a nuova vita e riacquisire notorietà.
La linea non convenzionale ma allo stesso tempo sobria riesce ad essere a suo modo elegante e, come ben sappiamo, l’eleganza non passa mai di moda. Se poi l’eleganza è anche un pizzico informale allora il cocktail perfetto è servito e Mini Moke si rivela intonata tanto alla spiaggia di Pampelonne, quanto ai locali ed agli yacht sul molo, guidata in costume ed infradito (diciamo anzi in espadrillas…per essere in regola con il codice della strada) oppure in abito elegante e tacchi (ok…o anche in mocassini, per par condicio fra i sessi). Alla fine dei conti non importa se la precisione e l’efficacia su strada non sono pari a quelle della Mini vincente anche nei rally, perché le sue caratteristiche dinamiche sono comunque bastate a renderla ben più che godibile.
La Moke qui fotografata è del 1987 e nel 2013 è stata acquistata dagli attuali proprietari, Niccolò ed il padre Giovanni. Dopo essere stata completamente smontata, dallo specialista Luciano, è stata sottoposta ad un ripristino totale, attingendo sia fra la componentistica originale sia nello sterminato mondo di quella di produttori terzi. Le possibilità di personalizzazione sono infatti tantissime e permettono di ottenere esemplari tailor made, rimanendo coerenti con il periodo temporale del modello. La filosofia di personalizzazione, che sempre ha accompagnato l’universo Mini, anche in questo caso ha quindi permesso di ottenere un esemplare unico, in condizioni impeccabili e caratterizzato da un’affidabilità apprezzabile.
La sua agilità, la sua simpatia ed il senso di libertà che trasmette invogliano ad usarla, non appena possibile e non solo al mare, suscitando ammirazione e stupore negli altri automobilisti, che si vedono affiancare da un veicolo quasi rasoterra, nudo quanto un go kart, che applica un sorriso pressoché costante su guidatore e passeggeri e infonde buonumore anche a chi semplicemente è spettatore.
Testo: Gianluca Torini
Foto: Ferruccio Casoni
Modella: Stella Gelardi