La nuova Clubman John Cooper Works è uno dei migliori modi per concederci un piccolo regalo ogni giorno. Non è necessario pianificarlo. Che sia una tazza di caffè nero fumante, un’altra fetta di torta, oppure una strada tutta curve che non chiede altro che sentire lo scarico scoppiettare a ridosso del limitatore, fatelo accadere.
Testo di Alessandro Marrone / Foto di Jay Tomei
“Diane, sono le 7 e 40 del mattino, mercoledì per l’esattezza. Ormai posso vedere le cime degli alberi ergersi oltre il campo visivo offertomi dall’ampio parabrezza, è incredibile pensare quanti decenni abbiano atteso per consentire a se stessi di allontanare i propri rami così tanto da terra, quasi come se la loro fosse una fuga verso la libertà offerta dal cielo azzurro sopra di noi”. Alle volte, il modo migliore per vivere e rendere grandiosa un’esperienza, è quello di lasciarsi trasportare da ogni singolo dettaglio che ne delinei le forme, i suoni, gli odori. C’è un qualcosa di estremamente personale in ciò che sta per accadere e mi sono chiesto a lungo se forse non sarebbe stato troppo per una rivista di automobili, infatti l’ultima cosa che vorrei è quella di far passare quello che a tutti gli effetti è il resoconto delle mie settimane con la nuova Mini Clubman JCW come una sorta di diario di viaggio che si addentra nel più oscuro misticismo che oltrepassa la soglia del mondo reale per addentrarsi in quella della fiction hollywoodiana, quella dell’universo psichedelico di David Lynch e della leggendaria serie Twin Peaks.
È stato come un colpo di scossa che ha preso il via dalla spina dorsale ed è salito sino al cervello. Vedere quegli alberi, quella strada deserta, notare come la mente corresse per conto proprio facendo quasi apparire delle figure indistinte dove la vegetazione si fa più fitta, il tutto accentuato dal fatto che si tratti del vero e proprio ritorno alla normalità, dopo quelle interminabili settimane di quarantena che hanno provato in tutti i modi a farci dimenticare che sapore avesse muoverci senza una meta precisa. Da quel apparentemente insignificante e impercettibile momento, è stato un continuo susseguirsi di coincidenze, probabilmente dettate dal fatto che siamo stati attirati fin qui da una forza quasi sconosciuta e che ha deciso di materializzarsi apertamente nel momento in cui abbiamo udito di sfuggita i commenti di alcune persone che menzionavano una torta di ciliegie squisita. Se in Twin Peaks non esistono coincidenze, non è neppure un caso che ogni Mini desti in me profondo interesse e con questo non voglio giustificare il fatto che io stesso ne abbia possedute più di un paio, ma piuttosto sottolineare come riesca a mantenere quella sua eccezionale capacità di rappresentare un modo di essere, un lifestyle, come piace dire a coloro che trascorrono più tempo attaccati allo schermo dello smartphone piuttosto che a fissare negli occhi il prossimo.
La Clubman è stata appena aggiornata e rinfresca le massicce linee della generazione introdotta circa tre anni fa, ma il concetto di famiglia cammina a stretto contatto con quello di sportività, dato che mi trovo al volante della versione più sportiva John Cooper Works. Il navigatore satellitare dell’ottimo sistema multimediale BMW ha compiuto un egregio lavoro, ma da adesso dovremo contare soltanto sul nostro senso dell’orientamento e su quei pochi segnali stradali che spero ci porteranno a destinazione in tempo per il pranzo, in modo da rispondere ai continui richiamo del nostro stomaco, che da quando ha udito la parola “torta di ciliegie” non s’è dato pace. La strada è sgombra e nonostante la sua lontananza rispetto al più vicino centro abitato, l’asfalto stesso è in perfette condizioni, quale miglior tonico per la mente potrà mai persuadermi dal selezionare la più sportiva fra le tre modalità di guida disponibili (Mid, Eco e Sport, appunto). È subito percettibile il cambiamento messo in atto attraverso una più pronta risposta dell’acceleratore e una ancora più efficace precisione da parte dello sterzo, il quale ti consente in perfetto stile Mini di pennellare le curve, agevolato anche dal fatto di montare generosi cerchi da 19 pollici. Il cambio è un automatico a ben 8 rapporti, un convertitore di coppia abile nel limitare i consumi e viaggiare nella parte bassa del contagiri, come rapido e preciso quando si vuole sfruttare i paddle al volante e ottimizzare l’incredibile potenza erogata dal 2 litri turbo sistemato sotto all’inconfondibile e bombato cofano con feritoia in mezzo alle bonnet stripes che richiamano il colore del tetto, degli specchietti e degli altri dettagli stilistici che impreziosiscono la nostra versione top di gamma.
Se infatti abbiamo imparato a capire che le Mini hanno dimensioni abbastanza generose per portarsi dietro famiglia e amici, quello che non ci saremmo aspettati era di trovare un 4 cilindri turbocompresso da ben 306 cavalli (lo stesso della M135i, ndr), capace di rendere la grossa Clubman, già di per sé unica nel suo genere, qualcosa di appetibile per chi non può rinunciare a far convivere la fruibilità di una compatta con prestazioni da sportiva autentica. Come una maledettamente buona tazza di caffè bollente, l’animo JCW riesce a esprimersi senza esitazione attraverso la trazione integrale All4, mentre la precisione dello sterzo e un passo che in fin dei conti non snatura l’handling dell’auto tra le curve, tengono ben impresso nella mente l’immancabile go-kart feeling tanto caro a Mini. Il turbo si fa sentire, i 450 Nm di coppia disponibili quasi subito muovono gli oltre 1.600 kg di peso dell’unica 6 porte al mondo e noi, furtivi come il battito di ali di un gufo, ci ritroviamo ormai svariati chilometri all’interno della foresta di Twin Peaks.
A intervallare gli attimi di guida più concitati, resi ancora più affilati grazie ad un assetto rigido quanto basta per non far scomporre la Clubman nonostante la sua mole più generosa rispetto alla controparte più tradizionale, sono lieto di notare come alcune cose non debbano recriminare la propria evoluzione, ma gioire per aver abbracciato nuove forme, pur mantenendo intatta quella filosofia che le ha rese degli status symbol all’epoca, 60 anni fa per la Mini, 30 per il mondo Lynchiano che ha cambiato la TV per sempre. L’agente Dale Cooper – e non John Cooper (altra coincidenza?) avrebbe apprezzato un’auto del genere: dal look particolare e che sa adattarsi alla vita in città, come a quella più rurale di un paesino ai confini del bosco, per non parlare della praticità delle due porte con apertura a frigorifero che danno accesso ad un vano di carico ampio. I posti dietro sono finalmente adeguati per tre passeggeri adulti, ma alla fine vorrete stare seduti davanti, possibilmente al posto di guida, dove troviamo un ambiente famigliare e rifinito dai tocchi della versione JCW, per non parlare del particolare tessuto simil-Alcantara che rende i sedili anteriori con poggiatesta integrato, sportivi ma comodi anche sulle lunghe distanze.
Con una trazione integrale che impiega appena 4,9 secondi per scattare da 0 a 100 km/h, divorare queste strade incontaminate è un gioco da ragazzi, ma disporre al tempo stesso di qualche centimetro extra da terra ci consente di muoverci in scioltezza anche quando dobbiamo abbandonare l’asfalto per percorrere gli ultimi chilometri in direzione della nostra destinazione. La Mini si prende cura di tutto, come un agente di grado superiore al nostro, sembra dispensare consigli e trasmettere al guidatore quegli input necessari a modificare il proprio stile di guida, offrendo quella costante sensazione di qualcosa di molto famigliare, qualcosa che senti tuo sin dal primo momento e che sai già che ti mancherà terribilmente una volta riconsegnate le chiavi all’ufficio stampa. Con un prezzo di circa 44.000€, ovvero quasi il doppio rispetto alla Clubman entry level, la versione John Cooper Works merita realmente un discorso a parte che non intendo liquidare semplicisticamente con frasi del tipo “costa il doppio, ma offre il doppio”. La JCW è una visione differente, è la rappresentazione pragmatica di una vettura che tiene fede alla propria filosofia di auto che da 60 anni trasuda un’attitudine unica nel panorama automotive, il tutto grazie al fatto di aver aggiornato quella sovrannaturale immagine che ha gettato nel mondo tanti anni e che ha congelato il tempo come soltanto il completo e assordante silenzio di una foresta è in grado di fare.
Sono cose che non puoi programmare e anche se i business meeting degli uomini Mini (BMW) sono indubbiamente differenti rispetto a quelli che hanno permesso alla prima Mini di vedere la luce oltre mezzo secolo fa, essendo un’auto sportiva ci si affiderà sempre alla forza delle emozioni, a quei sogni che possono guidarci verso un giudizio positivo oppure negativo, consapevoli che una volta intrapreso il nostro percorso verso la tanto bramata cherry pie, non scanseremo la possibilità di percorre la strada più lunga, magari ricca di curve, lasciandoci stupire da quanto quella che sino a poco tempo fa era considerata da alcuni stolti e timorati verso i cambiamenti meno scontati come il brutto anatroccolo, sia diventata un maestoso esemplare che ha maledettamente senso per rendere perfetti 365 giorni l’anno. Si tratta senza dubbio di una scelta diversa dal solito, di un’auto che si ama o si odia, della scelta migliore che potreste fare per soddisfare la necessità della vostra famiglia, senza rinunciare allo spirito più giovanile nascosto nel profondo del vostro animo. Quel che è certo, è che una volta entrati in sintonia con essa, sarà difficile trovare un buon motivo per tornare da dove siete venuti, soprattutto mentre la osservi dai grandi finestroni di un locale sperduto nel nulla, con una fantastica fetta di torta di ciliegie ad allietare un’esperienza di guida davvero appagante. La nuova Clubman John Cooper Works, giusto per citare ancora una volta l’altro Cooper – l’agente dell’FBI – è uno dei migliori modi per concederci un piccolo regalo ogni giorno. Non è necessario pianificarlo. Che sia un sonnellino nel proprio ufficio, una tazza di caffè nero fumante, un’altra fetta di torta, oppure una strada tutta curve che non chiede altro che sentire lo scarico scoppiettare a ridosso del limitatore, fatelo accadere. È il modo migliore per vivere meglio in un mondo che sembra aver oltrepassato quel limite di razionalità che lo divideva dalla finzione televisiva. Un’auto del genere può tenerci sani di mente, facendoci divertire come matti.
*Se non avete mai visto Twin Peaks, rimediate il prima possibile.
MINI CLUBMAN JOHN COOPER WORKS
Layout – Motore anteriore, trazione integrale
Motore – 4 cilindri 1.998cc – turbo
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 306 cv @ 5.000-6.250 rpm
450 Nm @ 1.750-4.500 rpm
Peso – 1.625 kg
Accelerazione – 4,9 sec.
Velocità massima – 250 km/h
Prezzo – da € 44.100