Questa è un’auto per eroi d’altri tempi, di quelle che continuano imperterriti a scrivere pagine di romanticismo motoristico, infischiandosene delle mode e delle esigenze degli automobilisti contemporanei. C’è pure fin troppo comfort a bordo, grazie a sedili in pelle con regolazione lombare mediante pompetta (tocco di classe), ma ci sono anche dettagli che ricordano quanto tutto ciò che non è guida appaia superfluo.
Testo Andrea Albertazzi / Foto Bruno Serra
Se nel 2023 è ancora possibile provare determinate emozioni alla guida è principalmente merito di realtà come Morgan. L’atelier inglese – perché di questo si tratta – è infatti artefice di uno dei modelli che hanno guardato con indifferenza all’incessante avanzare tecnologico che vede il 90% del listino attuale come enormi tablet con quattro ruote attorno. Fondata nell’ormai lontano 1910, sarebbe però ingiusto definire le nuove Plus Four e Plus Six come delle auto che sono rimaste indietro di oltre cent’anni, ma quell’immagine di auto d’epoca non gli si è mai scrollata di dosso e ciò non è mai stato un valore aggiunto come in questo periodo.
Fresche di restyling e con il V8 fuori dai giochi, la gamma Morgan attuale comprende i due modelli sopracitati e la tre ruote Super 3, un giocattolo che eleva la quintessenza del concetto di guidare per il puro piacere di farlo. Le proposte più sfruttabili sono quindi rappresentate da due step a 4 e 6 cilindri che differiscono tra loro per dimensioni, qualche dettaglio estetico e il gruppo motore/cambio. Non parleremo della Plus Four, dato che prevediamo di provarla in maniera approfondita nei mesi a venire e saltiamo a bordo della Plus Six, quella che potremmo definire come la Morgan definitiva e che ben presto sarà in grado di farmi capire realmente quante sfumature si nascondono dietro ad un corpo vettura che sembra aver fermato il tempo.
I giorni a mia disposizione non sono stati baciati dalla fortuna meteorologica e infatti, fatta eccezione per un paio di sporadiche giornate di sole, sono stato perennemente afflitto da quella tipica pioggia inglese, in perfetta armonia con la filosofia di un’auto secondo la quale non importa far qualche sacrificio, perlomeno se il fine ultimo riguarda un’esperienza di guida così appagante da farti dimenticare qualche infiltrazione d’acqua nei momenti di pioggia più intensa e il cassettino portaoggetti che può aprirsi improvvisamente passando su qualche buca più accentuata del solito. Che poi è proprio una delle novità del model year 2023, come anche l’adottamento del controllo trazione, un nuovo impianto frenante, ammortizzatori migliorati e airbag. Quando il cielo schiarisce e raggiungo finalmente le Langhe piemontesi, un caldo sole entra in scena come l’invito definitivo per accostare e aprire la capote in tela, tutto sommato in grado di insonorizzare in maniera adeguata anche lungo le tratte autostradali. Decido di lasciare i pannelli porta montati, approfittando del plexiglass scorrevole per evitare sassolini in faccia, mentre agendo sul meccanismo di una mezza dozzina di perni, prendo presto dimestichezza ripiegando il tettuccio dietro la schiena in una manciata di secondi.
Una volta aperta, la Morgan accentua le linee curve di un frontale consacrato quale simbolo assoluto di bellezza al di fuori del tempo e se non fosse per l’indizio fornito dai grossi cerchi da 19”, riuscire a posizionarla in un preciso arco temporale sarebbe compito per appassionati. I fianchi corrono sinuosi lungo le sottili portiere, enfatizzando non solo il lungo cofano motore, ma anche un posto guida posizionato il più indietro possibile, a tal punto da rendere impossibile ricavare un vano bagagli più grande del piccolo spazio ricavato subito dietro i sedili. Il posteriore è spigoloso e proprio a causa della generosa gommatura, la Plus Six non dispone di ruota di scorta. Al suo posto è però possibile sfogliare un optional dal ricco catalogo accessori della casa, magari aggiungendo una valigia per qualche bagaglio extra.
Salire e scendere è piuttosto semplice e nel momento in cui chiudete la portiera ci si rende subito conto del comfort concesso dai sedili e da un abitacolo sorprendentemente spazioso. C’è tutto l’occorrente, anche se per un’automobilista 3.0 potrebbe mancare qualcosa. Il piccolo display digitale di fronte al guidatore indica lo stretto necessario, come velocità, marcia e temperatura esterna. Il resto della strumentazione si trova decentrata, ma pur sempre a portata di un rapido sguardo. Del resto avrete occhi soltanto per quello spettacolare e imponente cofano che sembra estendersi verso l’orizzonte, accentuando la sensazione che le ruote siano connesse a due estremità lontane e che reagiscono in maniera differente rispetto a qualsiasi altra auto abbiate mai guidato. Lo sterzo è preciso, ma sia il raggio di sterzata che il feedback di ritorno necessitano di un pizzico di abitudine, soprattutto quando ci si rende conto che sotto a quelle prese d’aria dominate da due grandi narici, c’è un propulsore che ha potenza da vendere, per molti anche troppa per questo tipo di vettura.
Sotto un corpo di appena 1.000 kg di peso (1.075) c’è infatti un 6 cilindri in linea BMW da 340 cavalli e ben 500 Nm di coppia. La trazione è ovviamente distribuita sul solo asse posteriore, con differenziale autobloccante e mediante un cambio che per la Plus Six può essere soltanto l’automatico ZF a 8 rapporti. Rapido, preciso e capace di soddisfare le esigenze del guidatore in modalità Normal, ma anche in Sport, o Sport Plus, queste ultime due con conseguente apertura delle valvole di scarico, in maniera che il sound del 6 cilindri sovrasti il fruscio del vento, mai fastidioso sul volto grazie ad una seduta molto bassa.
È trascorso qualche giorno dal mio primo approccio alla Morgan e credo di aver capito quanto sia impossibile conoscere quest’auto in poco tempo. Mi sto infatti rendendo conto che sbagliavo a guidare come se fossi al volante di un’auto d’epoca estremamente potente, perché l’assetto e la gommatura consentono di attaccare le curve almeno al triplo della velocità che credevo possibile. E fidatevi che con 340 cavalli si raggiungono velocità ragguardevoli. Controllo trazione disinserito e cambio in modalità sequenziale: intendo prendere tutto ciò che posso. Le ruote pattinano e mentre il motore sale improvvisamente di giri, alleggerisco quanto basta per consentire agli pneumatici di applicare trazione sull’asfalto asciutto fuori Monforte d’Alba. Vengo schizzato contro il sedile, tenendo lo sguardo fisso all’estremità del cofano motore che dal canto suo sembra quasi impennare verso il cielo, il tutto in una bolgia inconfondibile per chi sa cosa aspettarsi da un 6 cilindri in linea marchiato BMW.
Adesso apprezzo i feedback dello sterzo giocando d’anticipo, entrando in curva nel preciso istante in cui di solito tendi ancora ad impostare la traiettoria ideale, tenendo giù il gas consapevole che l’equazione tra telaio e leggerezza farà il resto, facendomi uscire alla medesima velocità con cui ho attaccato la curva in questione. Il piccolo volante si dimostra ben più preciso di quanto pensassi e anche se non è certo questa l’andatura che si conviene ad un’elegante capolavoro su ruote come una Morgan, ditemi che riuscireste a resistere avendo a disposizione una simile riserva di potenza. La coppia massima fa il resto. 500 Nm messi giù e portati costantemente dietro grazie ad una progressione corposa. È come essere su un grosso go-kart e non me lo spiego, perché pensavo che il carattere fosse quello di una piacevole roadster adatta a godersi la guida all’aria aperta. La realtà è che la Morgan sa fare tutto e trasformare quindi una gita fuoriporta in ciò che più si desideri, dipende solo dalla frenesia con cui si agisce su acceleratore e sterzo.
Questa è un’auto per eroi d’altri tempi, di quelle che continuano imperterriti a scrivere pagine di romanticismo motoristico, infischiandosene delle mode e delle esigenze degli automobilisti contemporanei. C’è pure fin troppo comfort a bordo, grazie a sedili in pelle con regolazione lombare mediante pompetta (tocco di classe), ma ci sono anche dettagli che ricordano quanto tutto ciò che non è guida appaia superfluo (gli specchietti retrovisori e gli spifferi che entrano dai pannelli porta). La Morgan Plus Six è una di quelle auto che chiaramente immagini possa trasmetterti qualcosa e invece fa molto di più, permettendo di riscoprire la quintessenza del piacere di guida, valorizzando un qualsiasi spostamento, soprattutto se affrontato con il tettuccio ripiegato dietro le spalle.
È ufficiale, sono innamorato perso. Sposto lo sguardo tra volante e cofano, sollevo la testa ed il cielo azzurro è lo sfondo di un’emozione difficile da descrivere a parole. L’attimo prima avanzi sornione con il 3.0 turbocompresso che borbotta, quello successivo stai pennellando una curva compiacendoti dell’upgrade meccanico che consente di alzare ulteriormente il coinvolgimento alla guida, pur dovendo rinunciare alla variante V8 alla quale abbiamo dovuto dire addio. Quel suo essere senza tempo e fuori dagli schemi la eleva a oggetto di culto, alla classica terza o addirittura quarta vettura nel garage ideale, ma posso assicurare che nelle quasi due settimane di utilizzo – purtroppo prevalentemente afflitte dal maltempo – non c’è stato un singolo momento in cui abbia desiderato qualcosa di oggettivamente più pratico. Forse perché certe sensazioni sono sempre più rare e tendiamo a volerle ingurgitare il più possibile nei rari momenti in cui ci capitano, o forse soltanto perché la Morgan è una di quelle creature d’altri tempi con le quali è ancora possibile instaurare un rapporto alchemico uomo/macchina ormai sconosciuto a quelle perfette e asettiche auto sportive da videogioco.
Detto tra noi, questa volta non mi importa nemmeno trovare una risposta assoluta a certe domande. Quel che conta è che la filosofia Morgan sia ancora intatta e che nonostante la leva del cambio della BMW X3, ogni attimo passato in quel meraviglioso salottino a cielo aperto sia stata una delle esperienze che ogni vero appassionato di guida dovrebbe provare almeno una volta nella vita, pur consapevole che il momento del distacco sarà duro e che il precedente creato renderà un po’ più opache le altre auto che si incontreranno nella propria vita da quel momento in poi. Un ringraziamento speciale a Romeo Ferraris di Opera (MI), importatore ufficiale Morgan per l’Italia, nonché assoluto punto di riferimento in termini di preparazioni per auto sportive di ogni brand, restauri di auto d’epoca e nome noto per il motorsport internazionale.
MORGAN PLUS SIX
Motore 6 cilindri in linea, 2.998 cc Potenza 340 hp @ 5.000-6.500 rpm Coppia 500 Nm @ 1.600-4.500 rpm
Trazione Posteriore Trasmissione Cambio Automatico a 8 rapporti Peso 1.075 kg
0-100 km/h 4,2 sec Velocità massima 267 km/h Prezzo da €127.316