Ci sono automobili che profumano d’avventura e nessuna è capace di trasmetterti quella innata necessità di esplorazione come una Range Rover.
CARTOLINA DAL PARADISO
Testo di Alessandro Marrone / Foto di Daniél Rikkard
Oltrepassando il controverso centro urbano di Torino, il quale sembra sempre più allergico a quel mondo delle automobili che ha reso la città uno tra i poli principali al mondo nel corso dei decenni scorsi, c’è una pressoché infinita possibilità di scelta in quanto a strade perfettamente rassomiglianti al più incontaminato Paradiso in terra. Ai piedi della porzione occidentale delle Alpi, l’essere umano ha costruito aggrovigliate strisce d’asfalto che si inerpicano verso le vette di montagne ormai pronte ad accogliere le prime nevicate invernali, da qui a qualche giorno. I colori dell’autunno spogliano del tutto le pareti rocciose e aumentano quel senso di stupore di fronte a panorami ai quali è impossibile fare l’abitudine. E poi, ci sono automobili che profumano d’avventura e nessuna è capace di trasmetterti quella innata necessità di esplorazione come una Range Rover. Il desiderio di guidare, oltrepassare i confini più comuni e creare nuovi sentieri, alla scoperta di angoli di mondo che sembrano catapultati qui tra noi direttamente da pianeti remoti e privi di forme di vita umana, nel totale silenzio interrotto soltanto dal fruscio del vento e dai richiami di qualche marmotta, forse infastidita dai 400 cavalli del nuovo Range Rover Sport HST. Noi siamo qui per catapultare la vettura in uno scenario onirico, scoprendo i segreti che la rendono il migliore SUV sul mercato, altrettanto capace di affrontare terreni impervi nonostante sia al contempo in grado di strizzare l’occhio a semplici spostamenti come casa-lavoro o le vasche in centro città.
A noi piace l’avventura, siamo letteralmente stregati da quel desiderio di svoltare al bivio improvviso, imboccare una strada meno trafficata e puntare il muso verso le cime delle montagne. La SP460 che parte da Rivarolo Canavese è una di quelle strade che ha molto da offrire in termini di emozioni. Non certo la prima tratta, che logicamente si articola oltrepassando paesi sempre più piccoli e diradati sino a raggiungere il penultimo puntino rosso sulla nostra mappa, il lago di Ceresole Reale. Oggi non sembra di trovarsi di fronte a 34 milioni di metri cubi d’acqua, in quanto il letto del lago si è ridotto a causa di un’estate e di un autunno tendenzialmente asciutti. Si può quindi scorgere il fondale roccioso e immaginare meglio la disposizione della borgata che un tempo si trovava dove adesso pulsa il cuore idroelettrico dell’intera vallata. Giusto il tempo per una piccola pausa e qualche fotografia, cominciando a cogliere l’occasione per percorrere con più calma le linee di questa Range Rover Sport HST, il modello più speciale se escludiamo la folle versione SVR, la più performante in assoluto.
Si tratta di una versione ibrida, mild-hybrid per l’esattezza, dove il generoso 6 cilindri in linea da 3 litri viene supportato da un compressore elettrico tramite un sistema ibrido da 48V, il quale interviene autonomamente al fine di ottimizzare le prestazioni del grosso SUV. Nel caso specifico del Range Rover non è quindi come guidare una vettura full-hybrid, pertanto se non terrete sotto controllo il display di gestione dell’energia elettrica, non vi renderete neppure conto dell’importante sforzo meccanico/elettrico che avviene sotto di voi. L’HST scarica a terra i suoi 400 cavalli e 550 Nm di coppia, opportunamente distribuiti su entrambi gli assi, grazie al cambio automatico a 8 rapporti, il quale consente di salire e scendere tra le marce anche grazie ai paddle dietro al volante. Se la potenza massima viene erogata quando la lancetta del contagiri supera i 5.000 giri, la coppia entra in gioco ad appena 2.000 giri e questo è proprio uno dei tratti fondamentali che rendono il Range Rover agile nonostante un peso che sfiora i 2.300 chili.
A caratterizzare la versione HST abbiamo il tetto nero a contrasto, diversi elementi in fibra di carbonio e la possibilità di optare per le pinze freno rosse, le quali saranno avvolte da cerchi da 22 pollici a 5 razze con finitura Gloss Black. Senza ombra di dubbio, il carattere della Sport HST è quello di una divoratrice di strade, ma non pensate che abbia trascurato le incredibili doti fuoristradistiche che da sempre contraddistinguono un Range Rover. Superato Ceresole Reale, l’ultimo borgo principale nonché una delle ultime occasioni per una sosta caffè, cominciamo ad addentrarci nel cuore del Parco del Gran Paradiso, un tesoro naturale meta di appassionati di arrampicate e di escursioni immersi nella natura più incontaminata. La SP50 ci costringe ben presto a una nuova sosta, questa volta a bordo strada. Lo stupore e la grandezza di ciò che si para davanti ai nostri occhi non è facile da descrivere con semplici parole che non lascino pensare a qualche tipo di esagerazione, ma sono sicuro che le foto di Daniél renderanno giustizia a un paesaggio così maestoso.
Ancor prima di cominciare la vera e propria scalata verso la cima, ci troviamo infatti immersi al centro di uno stretto e ondulato serpente d’asfalto letteralmente gettato in mezzo alle pareti rocciose. Alcune piccole costruzioni in pietra interrompono quella totale e incontaminata distesa di erba ingiallita e roccia nuda, con le marmotte che corrono da una tana all’altra, cercando riparo mentre indagano sulle intenzioni della nostra piccola esplorazione. Il colore grigio argento della generosa carrozzeria dell’HST si fonde alla perfezione con quello della natura che ci circonda, entrando in sintonia senza emotivamente rompere quella cromia che continuerà a ripetersi sino alla vetta del Colle. A proposito, questa è una di quelle rare situazioni in cui, una volta raggiunta la cima, non andremo da nessuna parte. Non per pigrizia, ma per il semplice fatto che la cima del Colle del Nivolet corrisponde alla fine della strada, fatta eccezione per una manciata di sentieri percorribili a piedi o in mountain-bike.
E proprio questo rende il viaggio ancora più speciale, perché eleva al massimo il vero scopo di questa escursione intrapresa con il migliore 4X4 che avremmo mai desiderato. Le ore stanno scivolando via troppo veloci e nonostante il sole sia ancora alto nel cielo, ci rendiamo conto che non siamo nemmeno a un terzo della tabella di marcia prefissata in sala briefing. Il Range Rover Sport HST non se lo fa chiedere due volte e dopo aver impostato la modalità di guida in Dinamico, pesto finalmente a fondo sul pedale dell’acceleratore. I 400 cavalli a mia disposizione permettono di muovere il mastodonte grigio con una reattività che non avrei immaginato possibile e mentre l’irrigidimento comandato a sospensioni e sterzo affilano l’impostazione e quindi la percorrenza di curva, ho finalmente modo di godermi il sound metallico che fuoriesce dai terminali di scarico. Il tipico latrato di un 6 cilindri in linea è di quelli che sanno come riempire la vallata, il pedale del freno è preciso e consente di arrivare a ridosso dei tornanti più stretti con il coltello tra i denti, pronti a lanciarsi sul gas al momento giusto.
Lo immagino come un enorme proiettile d’argento che si muove all’interno di un’infernale sinfonia di cavalli vapore e pistoni incandescenti, ma dall’abitacolo tutto è più ovattato, grazie alla eccezionale insonorizzazione che conferma quanto sia pur sempre una vettura che non dimentica le proprie nobili e lussuose origini. Altro tornante, altro pestone sull’acceleratore e il cofano motore sembra impennarsi verso il cielo, quasi a voler anticipare il nostro arrivo in cima. Superiamo l’imponente diga – torneremo più tardi per qualche fotografia – e una manciata di laghi che cominciano a delineare nella nostra testa l’immagine di ciò che ci aspetta tra pochi chilometri, una volta terminata l’arrampicata sul Nivolet. Quello che è certo è che non ci saremmo mai aspettati uno spettacolo simile e stavolta non mi riferisco soltanto al comportamento battagliero del Range Rover Sport.
Si dice spesso che non è tanto la destinazione che conti, quanto sia invece il viaggio a rendere speciale un’avventura on the road. Niente di più vero, ma bisogna anche dire che il Colle del Nivolet rappresenta l’eccezione per antonomasia. Mai e poi mai, nonostante il numero incalcolabile di passi di montagna affrontati con qualsiasi tipo di auto, credo di aver fermato la vettura a ogni singola curva, cercando di abbuffarmi di quel panorama surreale, riempito di piccoli specchi d’acqua sparsi qua e là attorno ad un groviglio d’asfalto sotto il cielo azzurro e una vegetazione ormai prossima all’arrivo della stagione invernale. Non si tratta di una strada adatta a lasciare centimetri di pneumatico a ogni curva, ma di un angolo di (Gran) Paradiso che ti mette in pace con te stesso e che più di ogni altro luogo ti fa allontanare dalla quotidianità per come la concepiamo. Sembra di aver viaggiato per milioni di chilometri e aver raggiunto un luogo inesplorato, inabitato e che possa esistere ancora per poco, ecco spiegato quel pizzico di malinconia che fa capolino in fondo a quell’incessante stupore, mentre con gli occhi supero le nervature del Range Rover HST e mi perdo nella assurda bellezza creata dalla natura.
Molti sosterrebbero che sarei potuto venire qui con una sportiva tradizionale, una supercar magari, ma la sobrietà, la classe e l’efficacia di un Range Rover sono le qualità che più si addicono ad un luogo così speciale. Ci voleva qualcosa di eterno, proprio come il fuoristrada inglese, capace di divorare centinaia di chilometri autostradali, superare città, paesi e non farsi intimidire da qualsiasi tipo di strada o sentiero avremmo voluto intraprendere una volta giunti in questa conca divina nello stretto abbraccio delle Alpi. La versione Sport HST, nonostante sia decisamente rivolta a un pubblico più sportivo, mantiene gli ingredienti che rendono un Range Rover il migliore esploratore in circolazione, con le differenti modalità di guida che ne alterano l’approccio stradale e che grazie a sistemi come la trazione ridotta 4X4i o il dispositivo di gestione elettronica del freno motore in caso di discese molto ripide, la mettono a suo agio anche in situazioni di fuoristrada estremo. Il tutto con le dovute precauzioni dovute al fatto di montare cerchi da 22” e di un prezzo di partenza di €104.000, il che vi farà riflettere un paio di secondi in più prima di gettarvi in qualche sentiero forse più adatto a qualcosa di meno economicamente impegnativo.
Se il Colle del Nivolet mi ha stupito, anzi letteralmente scioccato, il Range Rover si è confermato come la compagna d’avventura ideale, facendo segnare un consumo tutto sommato buono per il tipo di strada affrontata (in questo particolare caso, la media è stata di 8 km/l), per il peso e per un piede destro sempre pronto a tenere sull’attenti i 400 cavalli a disposizione. Di ritorno alla base, stravolti per aver assorbito il massimo da questa straordinaria esperienza, abbiamo finalmente apprezzato i vizi di un abitacolo ricco di morbida pelle, massima connettività e ben 3 schermi digitali (due display touch al centro della plancia e quello della strumentazione di fronte al guidatore). Le parole Range Rover e avventura proseguono affiancate, celebrando un’accoppiata imprescindibile e pronta a scrivere altre emozionanti pagine sul nostro diario di viaggio.
RANGE ROVER SPORT HST
Layout – Motore anteriore, trazione integrale
Motore – 6 cilindri 2.996cc – sovralimentato con compressore elettrico + sistema ibrido da 48V
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 400 cv @ 5.500 rpm
550 Nm @ 2.000 rpm
Peso – 2.285 kg
Accelerazione – 5,9 sec.
Velocità massima – 225 km/h
Prezzo – da € 104.100