Range Rover Velar: End Game
RANGE ROVER VELAR
END GAME
Testo di Alessandro Marrone
Foto di Andy Williams
Se oggi c’è un segmento che non sembra conoscere la parola crisi, si tratta proprio di quello degli SUV. Con le case che accalcano modelli sempre più mastodontici e lussuosi, ma anche dalle dimensioni talmente ridotte da far concorrenza alle classiche compatte e sfoggiare un prezzo più accessibile rispetto a qualche anno fa, tra un estremo e l’altro c’è un oceano di ulteriori varianti che vengono letteralmente numerate come fossero capi d’abbigliamento. È impossibile, nella maniera più remota, che usciate da un concessionario senza aver trovato il SUV che fa per voi, a patto che abbiate realmente necessità di uno Sport Utility Vehicle. S’è infatti parlato (e sparlato) a lungo riguardo questa categoria diventata quasi di moda proprio perché bistrattata dai più conservatori, ma ad onor del vero, dopo due abbondanti decenni, i passi in avanti ci sono stati e su tutti i fronti. A partire da motori meno inquinanti e consumi ridotti e la sempre più spiccata capacità di unire l’utile al dilettevole, senza contare quel look più sportiveggiante rispetto per esempio ad una più tradizionale berlina o alle station wagon, che prima dell’invasione dei SUV detenevano gran parte del mercato adesso a loro riservato.
Se il nome Land Rover è sempre stato sinonimo di fuoristrada, con la mitica ed ormai pensionata Defender, la serie Range Rover ha saputo ritagliarsi una fetta di mercato man mano più importante, presentando il primo modello negli anni 70 ed evolvendo sino a diventare ciò che è adesso, una lussuosa astronave in grado di portare la famiglia in vacanza, divorarsi il percorso casa-ufficio e addirittura affrontare sentieri che farebbero impallidire tre quarti della concorrenza. Dall’altro capo del listino c’è la Evoque, che ha peraltro appena presentato la seconda generazione, la declinazione più fashion che un SUV di taglia piccola potesse desiderare. Escludendo per il momento l’ottima Freelander, più incline ad un utilizzo intensivo e fuoristradistico rispetto agli altri modelli della gamma, abbiamo l’ultima nata, Range Rover Velar. Si tratta di un modello tutto nuovo, un progetto ambizioso che resta incredibilmente vicino alla concept che ne ha anticipato le futuristiche linee e le soluzioni innovative che porta con sé e che senza dubbio saranno ulteriormente riprese sui prossimi modelli della casa.
Mettiamola così: ci sono SUV e poi c’è il Velar. E con questo non voglio assolutamente dimenticare di tutti gli altri eccezionali 4X4 disponibili sul mercato, per la stragrande maggioranza in grado di fare bene ciò per cui sono stati creati, ovvero tutto. Bisogna però ammettere che Land Rover non abbia avuto il timore di spingersi verso territori di design che sino a oggi si son visti di rado, perlomeno su vetture che possono essere incrociate per strada tutti i giorni. Il Velar è un po’ come un quadro espressionista che cela una oggettiva bellezza impressionista. Non datemi del pazzo, mi spiegherò meglio nelle prossime righe e per favore chiudete per un attimo Wikipedia, non diventerà un saggio sulla storia della pittura. Ci troviamo di fronte ad un oggetto di livello estetico imparagonabile alle sue avversarie, perché sembra impregnato dalla voglia di stupire e catturare gli sguardi per quel suo profilo unico, reso tale da un frontale massiccio e aggressivo e da una coda spiovente e quasi rivolta verso l’alto. Solitamente ci troviamo ad elogiare un lato in particolare di una vettura, ma i designer di LR sembra abbiano scoperto una soluzione che abbia reso anche il profilo laterale filante e liscio come quello di un modernissimo elemento di design. Esatto, il paragone più azzeccato sarebbe proprio quello di chiamare in causa un qualche tipo di arredo contemporaneo minimal che potreste trovare sulle pagine di “Architecture & Design Magazine”. Un mobile che oltre esser bello è anche funzionale, perché vi ricordo che stiamo pur sempre parlando di un SUV di taglia media con 5 porte, 5 posti e un ampio bagagliaio.
Sotto al cofano potete scegliere tra due unità a benzina: un 2.0 turbo da 4 cilindri e 250 cavalli, oppure l’esorbitante 3.0 V6 sovralimentato in grado di erogare 381 cavalli, mentre la scelta – almeno per il momento – più azzeccata si rivela essere quella della nostra prova a lungo termine, un 3.0 V6 turbodiesel da 300 cavalli, decisamente più brioso dei più piccoli 4 cilindri da 179 o 240 cv. Questo motore non si preoccupa soltanto di riempire il generoso vano anteriore, ma offre una spinta notevole a qualsiasi regime, erogando addirittura 700Nm di coppia a 1500 giri, abbastanza per effettuare una qualsiasi manovra di sorpasso in scioltezza, senza sentire la minima resistenza opposta da un peso che sfiora le due tonnellate. Trazione ovviamente integrale e le stesse possibilità di adattare autotelaio e conseguenti controlli in base al tipo di terreno percorso; tra le modalità del Terrain Response troviamo Comfort, Dinamico, Eco, Neve, Fango e Sabbia, andando logicamente ad influenzare anche l’altezza da terra, peraltro regolabile a prescindere dalla modalità di guida selezionata. Accoppiato al virtuoso V6 c’è un cambio automatico ad 8 rapporti, molto fluido e perfettamente in grado di gestire i passaggi di marcia in autonomia, anche ingaggiando il settaggio più dinamico del Velar, ma nel caso vogliate gestire i rapporti in prima persona, basterà utilizzare i paddle dietro al volante.
A regnare sovrana all’interno di questa RR è sicuramente il senso del lusso e la tecnologia, come per esempio per i due schermi touch da 10 pollici posti al centro della plancia e dai quali è possibile interagire con le impostazioni della vettura, con il sistema multimediale e l’ottimo navigatore satellitare, senza così rinunciare alla possibilità di tenere sotto controllo due parametri differenti tra loro. Inoltre, dietro al volante c’è un terzo display interamente digitale che ospita contagiri, tachimetro e altri menu del computer di bordo. All’accensione del motore, sempre piuttosto silenzioso, la rotella del cambio si erge dal tunnel centrale e una volta percorsi i primi chilometri non vorrete più scendere. Il Velar non è un’auto piccola, no di certo, ma stando al volante sembra di armeggiare con qualcosa di immenso, complice anche la linea massiccia del cofano motore. In realtà, nonostante questa impressione, guidare in città o su strette strade di campagna non è mai un affanno e una volta prese le misure, anche il posteggio sarà un gioco da ragazzi, grazie ovviamente all’ausilio delle videocamere di manovra tutt’attorno.
OK, quindi è bella, ha un’ottima dotazione che strizza l’occhio alla sportività, grazie al pacchetto R-Dynamic e alla possibilità di scegliere enormi cerchi da 22 pollici, ma come si comporta su strada e lontana dall’asfalto? Questa è una domanda che potrebbe sembrare scontata come il traffico a ferragosto, ma capita spesso di avere tutti gli ingredienti per un ottimo risultato e fallire proprio sul più bello. Il Velar in prova stupisce, il suo 3-litri è potente ma per nulla assetato, con un consumo medio di 6,6 l/100km e con la capacità di accelerare con la prepotenza di un’auto di tutt’altra categoria. Arrivati in curva non aspettatevi però di infilarlo come fareste con una Caterham, lo sterzo è comunicativo e l’assetto fa grandi cose, ma le dimensioni e il peso che si porta appresso vi assecondano sino ad un certo punto, dopodiché capirete che il suo lato sportivo è realmente sfruttabile nel momento in cui lo chiamerete in causa, ma per la maggior parte del tempo preferirete guidare in relax e godendovi le tonnellate di lusso a vostra disposizione. Certo che uno 0-100 di appena 6,7 per un SUV diesel, fa davvero brillare gli occhi. Stesso discorso per il listino prezzi che parte da 58.500€ per il meno potente 2-litri benzina e arriva a 89.900€ per la più potente 3-litri da 300 cavalli, cifre perfettamente giustificabili se mettiamo in conto ciò che il Velar rappresenta e le sue innate capacità su strada e anche laddove chiamerete in causa la sua ottima trazione e l’altezza da terra, pur sempre importanti ed in pieno stile Range Rover.
Superato lo stupore per l’incredibile luce dei fari a matrice di LED e scovata la maggior parte dei dettagli che rendono Premium il design del Velar (per esempio le maniglie delle portiere a scomparsa, i loghi dedicati sul montante centrale o l’altezza ridotta del parabrezza e del lunotto posteriore) la cosa più difficile sarà quella di dover fare a meno di tutti i vizi a cui questa Range considerata di fascia media ci ha abituato. Sto parlando dei comandi al volante, innovativi grazie alle loro multifunzioni, oppure alla silenziosità di marcia e all’incredibile capacità di macinare centinaia di chilometri senza che ve ne rendiate conto. Range Rover ha messo a segno un colpo eccezionale, ulteriormente valorizzato da un design futuristico e che eleva il Velar ad essere un’auto oggettivamente bella e non solo da guidare. E per fortuna, perché di ottime automobili che sembrano soltanto degli elettrodomestici ne è pieno il mondo, guidare quella che a modo suo rappresenta un’opera d’arte del settore renderà ogni giorno meno grigio. In mezzo a tanti, il Velar è forse l’unico SUV che ti volterai a guardare una volta posteggiato.
RANGE ROVER VELAR D300 SE R-Dynamic
Layout – Motore anteriore, trazione integrale
Motore – V6 cilindri 2.993cc – turbodiesel
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 300 cv @ 4.000 rpm
700 Nm @ 1.500 rpm
Peso – 1.954 kg
Accelerazione – 6,7 sec.
Velocità massima – 241 km/h
Prezzo – da 81.700 €