Renault Austral | Test Drive
Testo Marco Mancino / Foto Daniél Rikkard
Ho sempre trovato interessante la Kadjar, un ottimo riferimento senza necessariamente dover passare alla taglia successiva rappresentata dalla Koleos. Tant’è che se ne vanno in pensione e il modello che sostituisce la Kadjar arriva con un pieno di novità che riscrivono gli standard di Renault, sempre più concentrata nell’elevare il proprio brand con soluzioni avanguardistiche sia a livello meccanico, sia estetico. Si chiama Austral, è un SUV di segmento C che strizza anche l’occhio al mondo dei crossover e non nasconde affatto la voglia di dimostrare quanto sia una tra le migliori mild-hybrid in circolazione.
Tolto il fatto che sia disponibile in svariate versioni, tra cui anche Full Hybrid, quella della nostra prova potrebbe far storcere il naso ai più. Si parla infatti di un concetto che vuole Renault quale marchio in ascesa per quanto concerne compattezza costruttiva e soluzioni derivate dalla massima categoria (F1), eppure l’Austral in questione è spinta da un modesto 3 cilindri. Mai fermarsi alle apparenze e questa ne è l’ennesima dimostrazione. Abbinato ad un’unità ibrida leggera da 48V con ben due motori elettrici – il primo che da trazione e l’altro che funge da generatore ad alta intensità – il 1.2 eroga 130 cavalli sulla sola trazione anteriore e lo fa – anche se disponibile anche con cambio manuale – tramite un cambio automatico a doppia frizione piuttosto preciso, a prescindere dalla modalità di guida inserita. Ok, rallentiamo un secondo. Cos’è di preciso questa Austral?
Lunga 4,5 metri, larga 1,8 e alta 1,6, si tratta di un SUV compatto che offre grande abitabilità a bordo. C’è quindi spazio per cinque persone e bagagli, ma soprattutto c’è molto che solletica la curiosità di chi fino ad oggi potrebbe non aver mai preso in considerazione un SUV Renault. Il look resta fedele agli stilemi del brand, ma i tagli netti – soprattutto al frontale – segnano un netto distacco con il passato: la Austral è esteticamente azzeccata in ogni angolo. Provate a dire il contrario. C’è una discreta altezza da terra, che seppure non sia pensata per percorsi in off-road, concede libertà totale quando si deve affrontare un percorso dissestato, oppure un terreno in condizioni non ottimali. Poco importa se non è possibile avere la trazione integrale, perché l’asse posteriore sterzante torna utile nella maggior parte dei casi, rendendola agile in città e garantendo confidenza su strade extraurbane, contesto ideale per questo piccolo propulsore dalle grandi qualità.
L’allestimento del nostro esemplare è battezzato Esprit Alpine ed altro non è che il nuovo modo per definire quello che sino a qualche tempo fa veniva chiamato RS Line, in questo caso con un look molto personale e loghi Alpine dentro e fuori. Molto belli i cerchi dedicati da 20 pollici ed i sedili con profili in Alcantara e fiera bandierina francese sul lato. Sono riscaldati e contenitivi e con i numerosi massaggi sono in grado di accompagnare anche per lunghe tratte. A proposito, capiterà di guidare a lungo, proprio per il fatto che i consumi sono realmente ridotti. Si percorrono infatti circa 650 km con un pieno di benzina, con un ciclo misto calcolato a circa 16 km/l, ma l’aspetto sorprendente è che la piccola unità elettrica entra in gioco molte più volte di quanto si potrebbe ipotizzare, tornando utile ed efficace in città e quindi tagliando i consumi proprio nelle fasi più critiche. Parliamo un attimo del volante, perché tolta la leggera confusione che può capitare avendo la leva del cambio automatico sulla destra, assiepata insieme a quella dei tergicristalli ed al grosso e obsoleto satellite per i comandi radio, ha una corona in Alcantara e una precisione davvero senza eguali. Insomma, stringerlo e percorrere una strada tortuosa ha davvero un buon sapore.
Questo, nonostante la potenza e la reattività non siano affatto votati ad una guida di tipo sportivo. Tra le modalità di guida si può scegliere se viaggiare in Personal, Comfort, Eco o Sport, ognuna delle quali interviene valorizzando al meglio il proprio obiettivo, lasciando che il cambio lavori bene in autonomia e che il motore gestisca al meglio il dialogo tra unità elettrica e 3 cilindri a combustione interna. Un aspetto al quale bisogna invece abituarsi e che – almeno nella mia prova – è risultato fastidioso all’inizio, è la percezione di resistenza avuta sui pedali, quando avviene una marcata rigenerazione di elettroni da parte del sistema di recupero. Ecco, in particolar modo in città, l’ho trovato a dir poco spiazzante. Niente che però mi abbia fatto disaffezionare alla migliore Renault (esclusa la Megane RS) provata negli ultimi anni, valorizzata anche da uno speciale Grigio Scisto opaco, che in combinazione con il tetto nero in vetro dona un look molto sportivo ad una vettura a dir poco sensazionale.
L’Austral parte da circa €32.000, mentre per un esemplare allestito come quello della nostra prova occorre spendere almeno 10 mila Euro in più (€44.000). C’è da dire che spuntando nella lista degli optional, si nota che molte voci alle quali è difficile rinunciare siano a pagamento, portando inevitabilmente verso l’alto il prezzo finale. Arriviamo così ad una cifra importante, ma la bontà effettiva dell’Austral è tale che il mio giudizio non cambia: è un piccolo SUV – o medio, come volete – davvero eccezionale. Un netto salto in avanti per Renault, un modello che riesce a catturare l’attenzione anche dei più scettici e che segna un nuovo punto di riferimento per il proprio brand, degna rappresentazione di ciò che potremmo definire un’evoluzione che molti altri dovrebbero prendere d’esempio.
RENAULT AUSTRAL ESPRIT ALPINE
Motore 3 Cilindri Mild-Hybrid 1.199 cc Potenza 130 hp @ 4.500 rpm Coppia 230 Nm @ 1.750 – 3.500 rpm
Trazione Anteriore Trasmissione Cambio Automatico a 4+2 rapporti (a innesti frontali) Peso 1.421 kg
0-100 km/h 10,8 sec Velocità massima 175 km/h Prezzo da€32.200 (€44.000 esemplare in prova)